Restare a galla

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Quella sera il castello sembrava immerso nel silenzio più totale. Persino i quadri tacevano, già assopiti e sonnecchianti, poggiati contro le loro cornici.

Asteria aveva da poco lasciato l'Infermeria, Draco dormiva profondamente e Madama Chips l'aveva costretta ad andarsene, dato che il coprifuoco era già scattato, assicurandole che – data la quantità di sangue che Draco aveva perduto – il ragazzo non si sarebbe svegliato prima dell'indomani.

Così Asteria se ne andò, ma non si diresse nei Sotterranei, bensì prese a salire le scale, incurante dei Prefetti che avrebbe potuto incrociare per la sua strada.

Si presentò nello studio del Preside a testa alta. Silente la accolse con la sua solita espressione gentile: sembrava aspettasse una sua comparsa. La invitò a sedersi e la ragazza non poté ignorare la mano destra, nera e rattrappita contro il petto del Preside.

Nello Studio era presente anche il professor Piton, il volto corrucciato, rimaneva in disparte, nell'ombra della stanza.

« Sentite condoglianze per vostro padre, signorina Greengrass », interloquì Silente, all'interno degli occhi azzurri una luce di sincero dispiacere.

Asteria non finse di apprezzarle, si limitò ad annuire, guardando il Preside a denti stretti e nello sguardo quanta più decisione potesse mostrarvi.

« Voi-Sapete-Chi ha ordinato a Draco di uccidervi » disse senza mezzi termini. 

Si sentiva a disagio nello stare lì seduta, con quell'uomo anziano dai modi ostinatamente garbati. Stava tradendo Draco e la sua stessa famiglia ma, in cuor suo, sapeva che doveva essere fatto; non importava quanto la facesse star male. Silente aveva ragione: doveva provare a proteggere chi amava.

Silente scoccò un'occhiata a Piton, poi chinò la testa come se ne fosse appena rammaricato. 

« Vi ringrazio per la vostra onestà, signorina Greengrass. Le vostre intenzioni vi fanno molto onore » disse e Asteria capì che ne era già al corrente.
« C'è un'altra cosa » aggiunse, puntando - questa volta - lo sguardo sulle proprie mani, incrociate sulle gambe. 

« Draco farà penetrare alcuni Mangiamorte nel castello ».

« In che modo? »,

« Vorrei che il professor Piton non ascoltasse. »

Silente sembrò sbigottito dalla richiesta, perciò Asteria – con rigida e impersonale formalità – esplicò le proprie motivazioni senza la minima variazione d'espressione: « Ha partecipato alla spedizione punitiva contro la mia famiglia. Si è infiltrato in casa mia, di notte, approfittando della vulnerabilità del momento. Ha guardato morire mio padre senza battere ciglio e con la stessa noncuranza ha proposto il mio nome per assolvere alle mancanze di mio padre. Me, una sua studentessa, su cui ricade la sua responsabilità. Non mi fido di lui e non dovreste neppure voi ».

Silente si mostrò atterrito e, con espressione grave, fece un cenno verso Piton, il quale restò a fissare la ragazza per un lungo istante, ma lei continuò a guardare dritto dinanzi a sé, imperturbabile. Poi lasciò la stanza con, se possibile, il volto ancor più cereo del normale.

« Ha trovato una stanza in cui vi è nascosto un passaggio, il quale può aggirare gli incantesimi di protezione di Hogwarts. Ma il passaggio è rotto, lui sta provando ad aggiustarlo... non so se riuscirà, professore. Sembra determinato, ma vive costantemente nella paura » il volto di Asteria si rabbuiò, sotto il dolce sguardo comprensivo del Preside.

Non aveva molte occasioni di sentirsi compresa e al sicuro, eppure lì in quell'ufficio ovale, circondata dai quadri dei vecchi Presidi di Hogwarts, Asteria si sentì per la prima volta tanto protetta da poter affidare i propri pensieri e segreti a qualcuno, senza correre alcun pericolo. 

Come una stella nel buio (Harry Potter ~ Drastoria)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora