YOURS

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Avevo ancora il cuore in gola per la mia assurda dichiarazione, quando, senza dire una parola, Michael aveva raccolto la mia chitarra da terra, mettendosela sulle spalle e poi prendendomi per mano iniziò a camminare a passo svelto.

- Dove stiamo andando? - dissi ansimando con un filo di voce, non vedevo nulla era troppo buio per distinguere le figure di fronte a noi. L'unica cosa che riuscii a scorgere in lontananza sotto la luce di un lampione era una panchina di legno. Michael camminava a passo svelto, mentre io cercavo di stargli dietro anche se con difficoltà, a causa dei miei passi corti e del mio scarso equilibrio, lui però sembrava non accorgersene, camminava concentrato allungando il collo di tanto in tanto per scorrere la strada in lontananza.

- Siamo quasi arrivati- mi disse girandosi lentamente senza fermarsi. Mi resi conto solo ora che la strada era piuttosto in salita, e le mie piccole gambe iniziavano a non seguire più quelle di Michael, che se ne accorse e senza dire nulla rallentò. Ci fermammo davanti ad una chiesa, all'inizio rimasi stupita, sapevo che il campus ne aveva una ma pensavo piuttosto ad una piccola cappella, e non un edificio così con perfino un campanile. Poi pensai "perché siamo di fronte ad una chiesa?". Io non sono mai stata così religiosa, non sono mai andata in chiesa tutte le domeniche! Come invece facevano la maggior parte delle mie ex compagne delle superiori. Non sono atea, a volte prego ma lo faccio in particolari e rare situazioni.

- Tranquilla non ti ho portato qui per farti confessare- disse per tranquillizzarmi dopo aver notato la mia espressione perplessa. Ci incamminammo all'interno dell'edificio, era piuttosto piccolo, teneva all'incirca massimo una trentina di persone, non c'erano né dipinti, né quadri sulle pareti, e l'ambiente era piuttosto spoglio. Poi guardai verso l'alto, dal lato destro partiva una piccola scala che circondava le pareti del campanile posto sopra di noi, rimasi senza parole.

Michael si girò verso di me, i suoi occhi brillavano di una luce intensa, sul suo viso apparve l'ombra di un sorriso. In una frazione di secondo si volto ed iniziò a camminare verso le scale. Erano piccole, di ferro, sicuramente una volta saranno state più lucide ora è rimasto solo qualche macchia di laccatura nera.

-prima tu- mi disse porgendo il braccio in direzione delle scale, staccai così la mia mano dalla sua, per un secondo sentii quasi come una mancanza ma subito dopo posi tutta la mia concentrazione su dove avrei dovuto mettere i piedi. Non appena feci il primo passo sentii la mano di Michael posarsi leggermente su un fianco. Ero del tutto senza fiato quando finalmente salii l'ultimo gradino. Non ero una grande sportiva, anzi odiavo parecchio qualsiasi attività al di fuori dell'acqua, solo li mi sentivo a mio agio nei movimenti ed ero sicura che non sarei inciampata.

Mi appoggiai alla parte per riposarmi e riprendere fiato. Quando alzai gli occhi Michael era di fronte a me, i suoi occhi erano fissi sui miei, ma non riuscivo a decifrare la sua espressione. Restammo così per qualche secondo. Io non potevo credere a quello che stava capitando, era tutto così surreale.

-Perché siamo qui? - chiesi con un filo di voce, appena ripresi fiato. Lui sorrise- ora lo scoprirai- sussurrò prendendomi le mani ed incamminandosi con lunghi passi indietro verso un arco finestrato dal quale proveniva un'intensa luce lunare. Eravamo all'ultimo e unico piano della torre, la stanza era piccola e vuota vi erano solo due davanzali piuttosto spessi, circondati da un grande arco e divisi da una semplice colonna. Dopo pochi passi la luce ci illuminò il viso, Michael era talmente bello, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso e nemmeno lui distoglieva lo sguardo dal mio. –ora puoi guardare- mi disse. Nel guardarlo non mi ero accorda del panorama dinanzi a noi, le luci di Londra danzavano in lontananza, si poteva percepire la vita di quella città come se avesse un'anima propria, come se volesse comunicare e mostrare la sua bellezza al mondo intero. Ero rimasta a bocca aperta.

Still Here || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora