11. - Ginny

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La cena della Vigilia di Natale è semplicemente squisita, tant'è che nessuno parla perché siamo tutti troppo impegnati a mangiare.
Non so cosa farò durante queste vacanze. Sì, certo, c'è Harry, ma ora che non abbiamo più bisogno della nostra messa in scena passerà il suo tempo solo con Ron e Hermione, a parlare dei loro misteri e continuando ad ignorarmi come ha sempre fatto.
La sera comincia a piovere, e come previsto il trio mi ha ignorato. I miei pensieri continuano ad essere nella zona Harry. C'è qualcosa dentro di me che si smuove ogni volta che ci entro. Stanca di stare rinchiusa in camera mia, mi alzo. Mi metto un mantello sopra il pigiama, mi infilo le scarpe, mi tiro su il cappuccio ed esco.
Cammino sotto la pioggia fino a raggiungere un grosso albero vicino a casa. Mi siedo su una delle enormi radici, al riparo sotto quei grandi rami che mi proteggono dalla pioggia.
Ripenso a quel momento, all'attimo in cui le labbra di Harry hanno incontrato, per un solo secondo, le mie. Ma perché? Se sapeva che avrebbe solo finto, perché mi ha illuso? Però, per quel poco che so di lui, ho capito che non gli piace giocare con i sentimenti delle persone. Forse non sa che sono innamorata di lui.
Solo quando mi tolgo il cappuccio capisco che c'è una persona in piedi di fianco a me. Non alzo lo sguardo.
Si siede alla mia destra. Solo ora guardo di sottecchi chi è. Ovvio. Harry. Perché mi cerca se non gli interesso?
  «Non è la miglior cosa da fare quando piove.» dice. Faccio spallucce.
  «Ero solo stanca di rimanere chiusa...» non riesco a finire la frase, che la voce mi si spezza in gola, e una lacrima mi riga il volto. Istintivamente appoggio la testa sulla sua spalla. Me ne pento subito dopo, ma lui mi avvolge con il braccio sinistro, e il cuore comincia a martellarmi nel petto. L'effetto Harry è tornato.
  Passano alcuni minuti, e guardiamo la pioggia. Mi piace la pioggia. Forse per quella strana tranquillità che mi porta, o forse per la sua straordinaria capacità che io invidio tanto, quella di cadere senza farsi male. A volte penso cosa farei se fossi una goccia di pioggia, destinata a cadere, a infrangermi contro l'asfalto, a disciogliermi su un prato verde. Cosa penserei? Forse sarei disperata, per la mia consapevolezza dell'essere inevitabilmente condannata. Mi aspetterebbe un tragitto lungo, ma molto breve, dove l'ansia e la paura di perdersi per sempre regnerebbe. Ma sarei anche piena di speranza, sorriderei forse, se potessi, per la libertà che avrei. Nonostante la caduta, nonostante il mio destino crudele, sarei libera. Volerei giù in picchiata, dalla più alta delle nuvole. Magari mi infrangerei potente nel mare, sapendo che contribuirei ad ingrandirlo, ad allargare una delle meraviglie più belle del mondo. Sarebbe una sensazione che vale la pena vivere.

«Lo sai.» dice ad un certo punto Harry, interrompendo i miei pensieri filosofici. «Con me puoi parlare.»
  Traggo un respiro tremante. Poi, con voce leggermente roca, comincio.
  «Mi sono stancata, Harry. Mi sono stancata di essere me stessa, mi sono stancata di essere schiava di tutto ciò che mi circonda. Mi sono stancata di essere inutile per me, per tutti.»
  A questa affermazione si irrigidisce, e mi guarda. Mi asciuga un'altra lacrima che è scesa sulla mia guancia. Senza accorgermene mi perdo nei suoi occhi. Non mi è mai successo con Dean.
  Scuote la testa.
  «Tu non sei inutile.»
Faccio per ribattere, ma lui mi appoggia delicatamente un dito sulle labbra, facendomi tacere. Il mio cuore sembra voler esplodere, e sto quasi sudando anche se dovrei avere freddo.
  «Ti sentirai anche inutile per te stessa. Ma non lo so per gli altri. Non lo sei per me.» poi poggia le sue labbra sulla mia guancia. Un brivido mi percorre lungo tutta la schiena. Harry non so come sembra accorgersene, e sorride. Non capisco se è una specie di ghigno o non so cosa, ma lascio perdere. Appoggio la testa nell'incavo del suo collo, ispirando il suo odore, quello che ho sentito nell'Amortentia.
  Chiudo gli occhi e gli sussurro un flebile "Grazie" prima di addormentarmi tra le sue braccia.

*Ron*
Il temporale mi ha svegliato. Continuo a pensare a Hermione. Non lo so, non so niente. So che odio Lavanda e le sue labbra screpolate. So che amo la pelle morbida di Hermione, le sue piccole mani, il suo sorriso. Mi affaccio alla finestra pensando che più che del suo aiuto, ho bisogno di lei. Letteralmente.
  Poi vedo ciò che non mi sarei mai aspettato. Harry e Ginny sono accoccolati sotto ad un albero, lei è appoggiata ad Harry, e probabilmente sta dormendo. Lui le sta accarezzando i capelli. Ed è lì che lo capisco. Subito un moto di rabbia mi invade lo stomaco, Ginny è la mia sorellina. Io voglio bene ad entrambi, e desidero solo il meglio per loro. Ora lo vedo. Quei due si amano veramente.

*Spazio autrice*
Scusate l'ora e il capitolo un po' breve. Ho messo un pezzo che non c'entra molto alla fine, ma era essenziale. Grazie ancora per le visualizzazioni, un bacio.
Ah, e buona Pasqua<3.

My Dream Love - HinnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora