Capitolo tre

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Quando mi sedetti a tavola notai che i miei genitori avevano l'aria tesa e si scambiavano sguardi furtivi.

Iniziammo a mangiare in silenzio poi mia madre parlò:

"Bene, cos'hai fatto oggi a scuola?"

"Le solite cose..." risposi pigramente cercando di mantenere un tono di voce neutrale.

"Comunque ti saluta zia Christiane." disse lei ed io mi stupii a quelle parole dato che non ricevevo notizie dai miei parenti in Germania da circa due anni.

"Wow, da tanto che non la sentivo!" risposi guardando perplessa i miei genitori.

"L'ho chiamata oggi," iniziò mia madre parlando con cautela, quasi mi stesse rivelando un segreto "ha detto che le manchiamo tanto, che vorrebbe vederci"

"Potrebbe venire qui con Atze e zio Rudgard!" proposi io contenta di poter rivedere mio cugino.

"Vedi... in realtà..." disse mia madre smettendo di mangiare per un attimo e guardando mio padre in cerca d'aiuto.

"In realtà siamo noi che andremo da loro!" esclamò mio padre tutto d'un fiato. Per un secondo li guardai storto poi dissi:

"Okay, non c'è nessun problema a trascorrere un po' di estate in Germania!"

"Non hai capito tesoro," disse dolcemente mia madre "noi ci trasferiamo."

Il peso di queste parole mi colpì come se qualcuno mi avesse sferrato un pugno nello stomaco.

"Come sarebbe a dire... trasferiamo?" chiesi ancora incredula a ciò che avevo appena sentito.

"Può significare una sola cosa" disse freddamente mio padre.

"Ma... per sempre?" chiesi sull'orlo del pianto.

"Per adesso pensiamo di si. Vedi zio Konz ha offerto il lavoro di dirigente nella sua ditta a tuo padre e mia sorella mi ha assicurato un lavoro nell'agenzia matrimoniale. Avremmo una vita migliore di questa!"

"Ma noi abbiamo già tutto quello che ci serve!" esclamai mentre cercavo di reprimere le lacrime.

"Si, ma potremmo avere una vita ancora meglio. Ti ricordi quella casa con la piscina e il giardino che hai sempre sognato da piccola? Ecco, potremo comprarla! E il cane? Potremo prendere anche quello! Ti prego tesoro, pensaci, vedrai che riuscirai a farti tanti nuovi amici lì!" disse mia madre avvicinandosi a me ma io la respinsi.

"IO NON VOGLIO ALTRI AMICI, IO VOGLIO I SOLO MIEI AMICI! NON VOGLIO LASCIARE L'ITALIA, QUESTA E' CASA MIA!" urlai isterica poi uscii dalla cucina e corsi in camera mia sbattendo la porta.

Mi buttai sul letto ed iniziai a piangere senza controllo. Piansi per più di un'ora pensando a come sarebbe potuta essere la mia vita senza Samuel e Francesca. Semplicemente non poteva esserci.

Quando mi calmai un po' andai in bagno e mi sciacquai il viso con l'acqua fredda, il mascara, che già mi era colato per le lacrime, si sparse per tutta la faccia così mi struccai e mi sedetti sul letto per ragionare senza avere un'altra crisi isterica.

Potrei rimanere a vivere con nonna, pensai, oppure andare da zia Alessia, la sorella di mio padre. Incapace di prendere qualsiasi decisione presi il telefono e mandai un messaggio a Samuel.

IO:

I miei vogliono riportarmi in Germania

Attesi qualche minuto e poi arrivò la sua risposta.

SAMUEL:

Come sarebbe a di riportarti?

IO:

Può significare una sola cosa, ovvero che me devo trasferi

SAMUEL:

Ma loro... non possono... tu appartieni a questa vita!

IO:

Lo so amore, ma cosa posso fa?

SAMUEL:

Decideremo quarcosa insieme ♔

IO:

Lo spero proprio

IO:

Non ce la farei a vive senza di te ♔

SAMUEL:

Magari riesci a fargli cambia idea

IO:

Proverò a convincerli de lasciarmi qui, da mia nonna o da mia zia

SAMUEL:

In ogni caso dobbiamo noi usciamo.

Il fatto che aveva messo un punto alla fine della frase significava che non voleva sentire obiezioni.

IO:

Va bene amore♔

SAMUEL:

Buonanotte principessa♔

Rimisi il telefono sul comodino e guardai le stelle fuori dalla finestra. Abitavo in un attico vicino al centro di un quartiere di Roma che aveva il mare, Ostia. Come avrei potuto lasciare tutto ciò. Il posto in cui ero cresciuta, i ricordi che avevo affidato a quelle strade e a quelle case, gli amici che avevo, le giornate di sole estivo spese a gironzolare co gli amici per le strade in cerca di qualche divertimento, i falò in spiaggia la notte di San Lorenzo e Ferragosto, le litigate, le foto, le risate, le serate in piazza con gli amici, i viaggi clandestini su autobus e treni, le corse per i ritardi, le gite a Roma, i pic-nic in pineta, come avrei potuto abbandonare tutto ciò?

Le lacrime ripresero a rigarmi il viso e mentre continuavo a pensare e piangere mi addormentai.

Non ti lasceròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora