Capitolo otto

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Quando arrivai a scuola mancavano 15 minuti all'uscita ma la classe di Samuel era già davanti alle porte. Io l'aprii e ci salutammo con un bacio mentre la sua professoressa ci guardava contrariata.

Dopo qualche minuto scese anche Francesca e suo fratello ci raggiunse.

"Ciao sore'!" salutò a Francesca

"Ma ciao frate'!" rispose lei e scoppiarono a ridere.

"E così le tue mani si macchieranno di sangue quest'oggi" dissi ad Ale in tono formale

"Si, quel pezzo di me... Insomma, ce deve solo prova a fa qualcosa a mia sorella"

La campana suonò alle due e Davide usciva di scuola alle due e mezzo così ci dirigemmo tutti insieme, ovvero io, Fra, Samuel, Alessandro e la sua banda, verso il suo liceo, che tra l'altro era vicino alla mia scuola.

Evidentemente anche Davide non era andato a scuola perché quando arrivammo nel cortile lui era seduto su un muretto intento a guardare nel suo cellulare.

Alessandro ci fece segno di stare fermi e si avvicinò a lui insieme alla banda.

"Ciao" disse mentre gli si parava davanti.

"Ehm... ciao" rispose Davide con esitazione "Ci conosciamo?"

"Oh, penso proprio de si, so suo fratello" disse indicando verso di noi

Il volto di Davide si fece pallido e lievi tremiti attraversano il suo corpo.

"Senti fratello, scusa, non volevo, insomma... si, ho fatto il cojone, però... vedi..." non fece in tempo a terminare la frase che un destro perfetto gli rompeva il naso.

Il sangue iniziò a colare per il volto del ragazzo mentre sferrava un pugno sullo stomaco ad Ale.

Nel frattempo la campana era suonata e alcuni amici di Davide erano corsi verso di lui e avevano iniziato a picchiarsi con la banda di Alessandro.

In pochi secondi un'enorme folla ci circondò ed iniziò ad urlare "Rissa, morte, acido muriatico, vai botte, botte"

Ormai sul pavimento del cortile c'erano varie gocce di sangue e Davide giaceva a terra rannicchiato, solo allora Alessandro fece segno ai suoi di fermarsi e dopo un ultimo calcio a Davide se ne andò seguito da noi.

Per qualche minuto nessuno disse nulla, poi io tirai fuori un "Wow!"

"Cosa wow?" mi domandò Ale

"Beh, tutto"

"Ma non ha paura che mo ce denuncia quello?" domandò Fra

"Ce provasse" fu la risposta di Alessandro.

Per tutto il viaggio verso casa di Fra non parlammo più dell'accaduto.

Sotto casa di Fra salutai Samuel. Appena entrammo in casa Ale se ne andò perché aveva da fare mentre io e la mia sister pranzammo (due pezzi di pizza e coca-cola).

"Io non so cosa fare" disse Francesca guardandomi con aria sconsolata.

"Riguardo a cosa?"

"Beh, a te e alla Germania"

"Ah, quello... ormai mi sono rassegnata"

"No, ti sei costretta a rassegnarti!"

"Vedi qualche altra soluzione?"

"Effettivamente... no"

Restammo in silenzio per un po' poi a Fra venne un'idea.

"In queste due settimane faremmo tutto ciò che hai da sempre desiderato fare!"

All'inizio non capii.

"Cosa intendi?"

"Ti ricordi quando mi hai detto che volevi andare da Queen's chips? Ecco, quella è la prima cosa che faremo domani, anzi, subito"

A quel punto capii. Facemmo una lista di cose da fare, era così:

1. Andare da Queen's chips

2.Andare alla villa abbandonata vicino la stazione

3. Suonare ai citofoni e scappare

4. Provare tutti i gusti di gelato di "Le chat"

5. Farsi il bagno in una fontana

6. Salire sul tetto di scuola

7. Fare le Intrepide per il Viale dei Promontori*

8. Passare in 5 con un solo biglietto

9. Saltare sui banchi di scuola

10. Farsi il bagno a mezzanotte

11. Fare shopping (comprare un sacco di cose) a Baleniere

12. Cantare a squarciagola per strada

13. Dipingere con la bomboletta il muro di scuola

Lì sul momento non ci venne in mente altro,  ma anche quelle poche cose, quelle pazzie che ti facevano sentire vivo, ci sarebbero bastate per tenere vivo il ricordo nel cuore.

*Il viale dei Promontori è una lunghissima via che si trova a Ostia, il quartiere di Roma che si affaccia sul mare e la parola Intrepide si riferisce alla fazione del libro Divergent

Non ti lasceròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora