Ciao artista

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"Forza Michael, la sveglia non si spegnerà da sola"

"Ancora 5 minuti ti prego mamma"

"Avanti fannullone", lo riprese teneramente sua mamma, tirandolo però forte per un braccio, nel tentativo di farlo alzare una volta per tutte da quel letto.

Dopo aver mugugnato qualcosa di non molto carino contro sua madre, Michael si decise ad alzarsi, tanto ormai il suo sonno era stato bruscamente interrotto e in ogni caso non sarebbe più riuscito a riposarsi, visto il giorno importante che lo attendeva.

Era il suo primo giorno in quel college, ma non era il suo primo giorno in una nuova scuola. Perciò era preparato e sapeva cosa aspettarsi, più o meno.

Non era uno di quei ragazzi disastrati che dovevano cambiare scuola perché venivano buttati fuori, semplicemente suo padre faceva un lavoro che non gli permetteva di rimanere per più di un paio d'anni nello stesso posto, perciò il povero ragazzo si era ritrovato a dover salutare fin troppe persone nella sua vita, motivo per cui si era ripromesso di non affezionarsi troppo a nessuno dei suoi nuovi compagni.

Nonostante ciò non poteva lamentarsi della sua vita, aveva ottimi amici che sentiva quotidianamente anche se stavano a migliaia di km da lui, la sua famiglia era numerosa e allegra, cosa che gli permetteva di sentirsi amato e di ricavarsi allo stesso tempo spazi per se stesso, tanto nessuno in mezzo al casino di 5 figli si sarebbe accorto se lui fosse sparito per un po'.

Le sue sorelle più grandi lo aiutavano spesso con i compiti, data la sua dislessia, suo fratello era stato il suo migliore amico per parecchi anni quando erano piccoli, ora complice il fatto che cambiavano le età e gli interessi, i due non erano più affiatati come un tempo, ma questo non gli impediva di farsi quattro risate quando ce ne fosse stata l'occasione. La sua sorella più piccola invece era la più furba, ma anche la più dolce. Era la piccola di Michael, lui si prendeva cura di lei, le era parecchio attaccato e di certo non tentava di nasconderlo.

Nel prepararsi con molta calma, si erano fatte le 7 e 30 e tra pochi minuti sarebbe passata la metro per portare tutti quei poveri studenti moribondi all'interno del college più inusuale di Londra.

Michael guardò l'orologio rigorosamente digitale che portava al polso e sobbalzando per l'ora che vide, si affrettò a raccogliere lo zaino con qualche quaderno e il programma per la giornata. Salutò con un ciao generale augurando buona giornata a tutti e si diresse alla fermata, non prima di aver infilato la mano in tasca per estrarre quelle che erano e sarebbero state ancora per molto le sue più fedeli compagne: le cuffie per la musica. Si sedette al primo posto che trovò libero e iniziò a canticchiare le parole delle canzoni nella sua testa. Incredibile come non avesse nessun problema a imparare un testo intero a memoria, ma invece ci metteva ore a imparare una pagina del libro di storia o ancora peggio di matematica e scienze. Materie oscure per la sua mente così creativa e colorata.

Circa 10 minuti prima delle 8 arrivò davanti a quell'edificio quasi monumentale, era davvero un'opera d'arte, peccato che servisse a rendere gli studenti dei prigionieri, sembrava un paradosso.

"Che spreco" disse Michael a se stesso e si diresse all'interno. Con la faccia di uno a cui non importava chi avrebbe incontrato per i corridoi, si avviò verso l'aula della sua prima lezione. Non si perse come la prima volta che era venuto a visitare la scuola, quando la preside non si era preoccupata del fatto che dargli appuntamento in un aula a lui sconosciuta non fosse stato il migliore degli inviti per un nuovo studente.

Arrivato in classe notò che metà dei posti erano occupati e senza troppo fare attenzione a quei volti del tutto sconosciuti, si sedette nel primo posto libero in seconda fila, ancora con le cuffie nelle orecchie. Solo quando vide il professore di letteratura inglese entrare, si convinse a spegnere la musica e a tirare fuori almeno un quaderno e una penna.

You'll be fighting for a heaven with hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora