Adesso che Michael si trovava davanti alla porta del suo amico non sapeva cosa dire. Non aveva pensato a quali parole usare. Bussò, avrebbe tirato fuori la prima cosa che gli fosse venuta in mente.
Pochi passi, un rumore e la porta si spalancò, rivelando il rosso in pigiama e con uno sguardo assonnato.
"Michael che ci fai qui è tar-. Perché cavolo stai piangendo? Entra dai non stare lì impalato", lo prese per un braccio e lo tirò dentro. Michael non trattenne oltre i singhiozzi e cominciò a disperarsi rumorosamente. Faceva fatica a respirare e questo non aiutava. Ma con quale coraggio avrebbe ammesso che Paul non c'era più? Non voleva assolutamente pronunciare nessuna frase che contenesse contemporaneamente le parole morte e Paul. Si rifiutava.
Una mano del rosso sulla sua spalla lo fece tornare alla realtà, doveva dargli delle spiegazioni.
"Luke, Paul è ..."
"Michael calmati! Prima cerca di respirare normalmente poi parlerai"
"No Luke. Paul...", niente, proprio non ci riusciva. Non esistevano parole adatte o giuste. Si portò vicino alla parete e appoggiò la testa al muro, agitandosi sempre di più.
"Come sei arrivato qui?", chiese il rosso.
"Andy...in macchina", parlava a scatti. Cercando di farsi capire il più possibile.
"Scusa Luke! Io...non ce la faccio."
Luke si stava ancora domandando cosa fosse successo e cosa centrasse Paul. E perché era arrivato con Andy, in macchina. Ma in quel momento il suo unico pensiero era tentare di calmare Michael. Lo prese da dietro e lo attirò a se, anche forzandolo un po', dato che non voleva proprio staccasi dalla parete. Quando riuscì a intrappolarlo tra le sue braccia lo strinse forte, accarezzandogli la schiena.
"Ti prego calmati, non devi parlare per forza però cerca di respirare"
Dopo un paio di minuti in quella posizione il riccio riprese a respirare regolarmente anche se non smetteva di piangere. Luke si fece venire in mente un'idea che forse li avrebbe aiutati.
"Senti ora ti chiedo un po' di cose, tu rispondi solo si o no, così non dovrai parlare"
"Okay" disse quasi sussurrando Michael.
"Andy ti ha fatto qualcosa?"
Un movimento del capo del riccio gli fece capire che a quanto pare Andy non c'entrava.
"C'entra Paul?"
Annuì.
"L'hai sentito?"
Altre lacrime. Altri singhiozzi. Un cenno negativo.
"Sei ancora arrabbiato con lui?"
E ora? Sì o no? No che non era arrabbiato, si sentiva stupido solo ad aver pensato che non gli scriveva perché avesse di meglio da fare. Il suo meglio era cercare di restare vivo. Però certo che era arrabbiato, lo aveva lasciato da solo così all'improvviso, abbandonato a se stesso, a tentare di sopportare un dolore che sapeva già non sarebbe riuscito a portarsi dietro.
"Paul è in coma. Non si sveglierà"
Disse lentamente, cercando di non far sparire il coraggio che aveva trovato in quei secondi.
Nessuna risposta. Luke spalancò gli occhi più che poté, guardò il riccio in faccia e si sentì debole tutto ad un tratto. Non stava mentendo. Il loro amico non si sarebbe svegliato dal coma in cui era entrato per chissà quale motivo. Trattenne le lacrime, doveva essere forte per entrambi in quel momento. Quando sentì scenderne una, la fermò subito con un dito e si affrettò a parlare, prima che la sua gola gli impedisse di emettere un solo suono.
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You'll be fighting for a heaven with hell
Hayran Kurgu"Io ti odio, mi stai rovinando la vita e non capisco cosa ti abbia fatto. Perché non mi lasci semplicemente in pace?" Per entrare in paradiso devi prima passare dall'inferno. Questo Michael non lo sapeva, ma imparò a sue spese cosa significano quell...