Parte 1 - Micha

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Micha

''Micha, svegliati'' sento strillare mia mamma dal piano di sotto.
Mi sveglio con un mal di testa allucinante e inizio a guadarmi intorno e a sentirmi spaesato.
Metto a fuoco la situazione e realizzo che sono nella camera degli ospiti e che accanto a me una tipa dorme profondamente.
Tutto normale, ennesima serata priva di senso.
Guardo bene la ragazza stesa al mio fianco, è completamente nuda e sta iniziando a svegliarsi.
Quando apre gli occhi mi squadra, poi sorride e mi da un leggero bacio sulle labbra, come se fosse naturale per lei svegliarsi nel letto di un uomo qualsiasi.
La squadro per bene e realizzo che dovevo essere davvero tanto ubriaco ieri sera per essermela portata a letto.
''Micha, dove sei?'' strilla di nuovo mia madre.
Quanto la detesto quando fa così.
Torna a casa una volta al mese e crede di essere chissà chi.
Mi volto verso la ragazza che mi guarda con aria interrogativa.
''Bhe, mi dispiace ma è ora di andare.'' esclamo scendendo dal letto.
''Ah, bene. Ci sentiamo dopo?'' chiede con voce fiduciosa.
Le odio quando fanno così, non voglio essere il solito stronzo che le manda via il giorno dopo ma ormai dovrebbero sapere che tipo sono eppure finisce sempre allo stesso modo.
''Emh, no grazie. Non preoccuparti.''. esclamo con un sorriso di scuse.
Non che mi renda felice mandarle via ogni volta, ma nessuno gli ha mai promesso nulla.
Mi guarda con aria furiosa e inizia a vestirsi.
''Sei uno stronzo!'' esclama uscendo dalla stanza e sbattendo la porta alle spalle.
Non è andata tanto male in fin dei conti.
Rimetto il pantalone ed esco in corridoio.
Mia mamma mi osserva con espressione dura e uno sguardo minaccioso.
''Ti sembra il modo di comportarti questo? Ho cresciuto un mostro!'' esclama con un tono fin troppo melodrammatico.
Vorrei dirle che lei non ha cresciuto un mostro, lei non ha cresciuto proprio nessuno e se sono diventato questo è solo colpa sua.
Mi rifiuto di risponderle e la supero dirigendomi in cucina.
Saluto Beth, la mia tata e forse la figura che per me si avvicina di più ad una mamma.
''Signorino, non ho finito con te!'' continua a strillare mia mamma mentre cammina a passo svelto per raggiungermi.
Do un bacio a Beth che mi sussurra.
''Non dovresti trattarla così, è pur sempre tua mamma''
Alzo gli occhi al cielo e le rivolgo uno sguardo perplesso.
''È venuto anche tuo padre stamattina'' continua Beth.
Prendo la colazione che Beth ha preparato per me e vado a sedermi.
Le sue parole mi turbano parecchio.
I miei genitori vengono raramente a casa e se sono qui insieme significa che ci sono importanti novità in vista.
Intanto mia mamma mi raggiunge in cucina.
''Noi dobbiamo parlare, finisci di fare colazione e vestiti. Ci vediamo nell' ufficio di tuo padre'' esclama prima di uscire dalla cucina.
Certe volte penso proprio che non abbiamo l'aspetto di una mamma, sembra quasi una segretaria impazzita. E la odio per questo.
La odio per il modo con cui si rivolge a me.
E la odio perché ha messo i soldi prima di me e si è sempre giustificata dicendo che l'ha sempre fatto per non farmi mancare mai niente nella vita.
Ma so che non è così.
Ha sempre amato le vacanze all'estero, le macchine e i ristoranti lussuosi.
Penso che sia la ragione per cui ha sposato mio padre, ma non ho mai avuto il coraggio di chiedere.
Mi piace pensare che, anche se non perfetto, l'amore esista.

Finisco di mangiare quello che mi è rimasto nel piatto e corro in camera mia.
Nessuno è mai stato qui dentro tranne me e Beth, ma solo per ripulire i casini che lascio in giro.
Questa stanza è il mio posto personale e non lascio facilmente che le persone invadano i miei spazi.
Afferro le prime cose che mi capitano tra le mani e mi guardo allo specchio.
Sono così diverso dai miei genitori ed è forse proprio questa convinzione che mi rende fiero di me stesso.
Non voglio essere come loro, così attaccato ai beni materiali, voglio qualcosa in più.
Per ora, mi accontento di deluderli, è il mio modo per ripagarli di tutte le attenzioni mancate.
Ricevo un sms da Tyler
< siamo al bar, ci raggiungi?>
<certo, dammi due minuti e arrivo>
Il bello di aver finalmente avuto il diploma è che non ho nient' altro di meglio da fare che spendere i soldi dei miei genitori.
Prima di uscire passo dall' ufficio di mio padre, probabilmente vorrà solo parlarmi dell'ennesima casa acquistata chissà dove.
Come se mi importasse.
Entro e li trovo entrambi seduti dietro alla scrivania.
''Ciao papà, che succede?'' chiedo diretto.
''Vieni ragazzo, siediti'' replica.
Faccio come mi dice e vado a sedermi di fronte a lui.
''Sai che ormai mi sto facendo vecchio e vorrei che tu prendessi il mio posto a capo dell'impresa''
Dirigere la ''Publishing & co'' è l'ultima cosa che vorrei fare nella vita, ma tanto per quello ci penserà uno dei dipendenti strapagati da mio padre, a me toccherà mettere solo il nome e qualche firma.
''Detto ciò e, considerata la vita che conduci, abbiamo deciso di iscriverti al college, si trova in Florida e ci sono volute molte conoscenze per farti ammettere. Abbiamo già comprato una casa poco distante dall'istituto. È tutto sistemato.''
Rimango senza parole di fronte alla sua affermazione.
Che diritto hanno di decidere per me?
''Non voglio andare al college! Ne abbiamo già parlato!'' replico con tono furioso.
''Infatti non ne parleremo. L'alternativa sarebbe iniziare a lavorare per me da domani.'' afferma e noto un ghigno divertito nascere sul volto di mia madre.
Cazzo, quanto li odio.
Mi volto e senza dargli una risposta esco dalla stanza sbattendo la porta.
Vogliono che vada al college?
Bene. Sempre meglio del dover vedere la sua stupida faccia tutti i giorni.

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