Parte 5 - Micha

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Guido senza sosta da 3 ore e decido che è arrivato il momento di fermarsi per una pausa, magari per mangiare qualcosa.
Muoio di fame.
Mi fermo al primo ristorante che incontro e almeno dall'aspetto non sembra niente male.
All'interno l'atmosfera è accogliente e non è troppo affollato.
La cameriera, una ragazza che dovrebbe avere all' incirca 20 anni, appena mi vede si libera in fretta dal cliente con cui stava parlando e si dirige nella mia direzione.
Sfodera quello che dovrebbe essere il sorriso più seducente del suo repertorio e mi chiede.
''Ciao, benvenuto, posso esserti utile?'' inizia ad attorcigliarsi i capelli con le dita in modo sensuale mentre sbatte le ciglia ad un ritmo più veloce del normale.
È quasi patetico il suo tentativo di provarci con me ma tanto non mi importa nulla di lei, così come non mi è mai importato di nessuna.
''Vorrei un tavolo'' rispondo.
''Sei solo?'' chiede sporgendosi alle mie spalle come se si aspettasse che qualche ragazza potesse sbucare dalle mie spalle.
''si''
Sfodera un sorriso e mi fa segno di seguirla.
''Da questa parte''
Mi conduce in un angolo appartato della sala e dopo pochi istanti mi porta un menu.
Inizio a scorrere la lista dei piatti ma alla fine opto per un hamburger con patatine; quando alzo lo sguardo dal menu me la ritrovo in piedi vicino al mio tavolo.
Le lascio il mio ordine e la guardo andar via ondeggiando con i fianchi nel tentativo disperato di attirare la mia attenzione.
Il locale si è quasi svuotato da quando sono arrivato qui e capisco che probabilmente manca poco all'orario di chiusura dato che sono quasi le 4 del pomeriggio.
La mia portata arriva poco dopo e quando la cameriera di prima torna al mio tavolo noto che ha sbottonato qualche bottone della sua camicetta per aumentare la sua scollatura che fa di tutto per mettere in mostra.
Quando nota che le sto guardando il seno si avvicina a me e mi sussurra ad un orecchio.
''Stacco tra 20 minuti, magari potremmo vederci sul retro del locale.''
Si allontana facendomi l'occhiolino ed io rimango perplesso di fronte alla sua offerta.
Questa ragazza è così sfrontata che quasi mi piace; ormai se ne trovano poche così al giorno d'oggi ma, sinceramente, non vorrei mai frequentare una tipa così per più di qualche ora.
Finisco il mio hamburger in tutta calma e, quando vado a pagare il conto, quella strana tipa è ormai gia' andata via.
Esco dal locale e mi incammino verso la mia auto.
Appoggiata allo sportello del passeggero c' è la cameriera di prima, ma non è più in divisa e temo che quella gonna corta che indossa le rimarrà ancora per poco addosso.
E mi chiedo con quanti clienti se la sia fatta e con quanti altri ancora se la farà.
Mi chiedo cosa l'abbia spinta ad essere così.
Cosa spinga una persona ad essere quello che si è diventati.
Sono arrivato alla conclusione che le persone spesso non sono quello che sono per una loro scelta, ma lo diventano a causa della vita stessa.

Dopo qualche ora in sua compagnia mi rendo conto che è il momento di andare e che non le ho nemmeno chiesto come si chiama.
Pazienza, è più facile dimenticarsi di qualcuno di cui non si conosce nemmeno il nome.
Metto in moto e parto di nuovo, ormai l'appartamento non dovrebbe essere così lontano o almeno è quello che dice il navigatore.

Meno di 4 ore dopo arrivo in una zona residenziale che sembra essere molto carina e non affatto tranquilla.
Nella maggior parte dei giardini di questi palazzi ci sono ragazzi intenti a parlare o a giocare a baseball, probabilmente sarà una zona abitata soprattutto da studenti del college.
Ciò significa feste ogni sera e ragazze sempre a disposizione.
Probabilmente è la prima volta che i miei genitori hanno avuto una buona idea scegliendo un appartamento in questa zona.
Per la prima volta hanno pensato a me e non a loro stessi o probabilmente hanno solo pagato qualcuno per trovarmi un posto in cui vivere.
Raggiungo l'indirizzo che mi ha dato mio padre e l'edificio che mi ritrovo davanti non è niente male e di questo sono molto sorpreso.
Mi aspettavo qualcosa di completamente diverso.
Parcheggio e scendo dall'auto portando con me quante più cose possibili.
Entro e raggiungo il mio appartamento, il 3C.
L'immobile è completamente arredato e non è nulla di eccessivo, inizio quasi a pensare che potrebbe piacermi stare qui.
La cucina non è molto grande ma il salotto è spazioso, la mia camera ha perfino un balcone e il bagno è dotato di vasca.
Ci sono tutti i confort di cui un ragazzo potrebbe aver bisogno.
Prima che sia troppo tardi e che la segreteria chiuda decido di passare all'università per avere l'orario delle lezioni di domani.
Salgo in auto e accendo la radio a tutto volume, come piace a me e impiego pochissimo ad arrivare al college.
È molto vicino alla mia nuova casa e ciò significa che posso dormire di più al mattino.
Raggiungo il parcheggio a tutta velocità e, quando scendo, noto molte persone ferme a guardarmi.
Scorgo anche qualche ragazza molto carina che mi fissa e inizio a pensare che questo posto è davvero fantastico.

Da quando ti ho incontratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora