Il Lupo Vagabondo

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VirLiko era solo senza il suo branco. Vagabondava, vedeva angoli di foresta sempre diversi e... creature, creature innumerevoli: grandi, piccole, belle, brutte, alcune orribili e malvage. A volte le spiava, altre volte si allontanava e, altre ancora, fuggiva rapido nei meandri più oscuri della foresta. Ma non poteva continuare così: senza un posto in cui vivere, senza compagnia e perseguitato da tutti. Quasi rimpiangeva la sua wikkon: vecchia, brutta e malvagia ma poteva fare a meno della caccia poiché la ciotola era sempre piena.
Improvvisamente si ricordò degli uomini... bruttini anche loro, certo, sempre in guerra ma fondamentalmente privi di magia e incapaci di fare tutte quelle cose strane che facevano le wikkon. Per un attimo pensò di unirsi a loro....ma scartò immediatamente l'idea. Certo gli umani avevano un non so cosa di attraente ma erano anche strani: si urlano l'un l'altro, a volte si uccidono....
"E se invece provassi a riprendermi il branco? " si chiese all'improvviso il nostro VirLiko. "Se ci riuscissi, potrei fare a meno degli uomini! E la wikkon? Troverò una soluzione... ma certo! Non dovrebbe essere difficile... " e si avviò sul sentiero.
Dopo tre settimane ritrovò OscuraForesta; se ne accorse dalla luce, sempre più fioca, fin quasi a sparire. E il puzzo! Il puzzo di muffa tipico della zona e poi scarafaggi, scarafaggi dappertutto! Stormi di pipistrelli volavano nel sottobosco, in cerca di insetti e zanzare.
Si avvicinò a casa di Nara Wikkon, la Wikkon del suo branco. La casa sorgeva nei pressi di un putrido e maleodorante acquitrino. Ricavata sotto le secolari radici di un enorme salice, era buia e piena di cianfrusaglie che la wikkon aveva accumulato nel tempo.
Si avvicinò ancora con fare circospetto finché non trovò Roboris, il suo vassallo dei bei tempi andati. Dormiva legato con una catena ad un palo. Strisciò rasoterra fino a lui, attese un attimo ed iniziò a parlare sussurando.
"Ehi, amico! Sono io, VirLiko... " Roboris continuò a dormire, agitandosi solo un poco.
"Ehi amico!" ripeté il viceré.
Questa volta Roboris aprì lentamente gli occhi. Per un attimo sembrò incredulo e si limitò a ringhiare senza convinzione....
"Taci! " gli intimò VirLiko. E poi aggiunse, quasi sussurrando "Voglio liberarvi dalla schiavitu!"
Roboris si abbandonò di nuovo a terra come per riprendere il sonno interrotto e far capire il proprio disinteresse al vecchio capo ma soprattutto a certe stupide proposte.
"Ehi!" esclamò questa volta. Poi non disse più nulla. Stava infatti notando il giogo cui erano stati tutti sottoposti, nessuno escluso. E cominciò a chiedersi: "come posso sperare di liberarli tutti?" Doveva trovare assolutamente il modo, certo... e pensa che ti ripensa, all'improvviso gli tornò in mente la piccola Thuata... forse lei poteva aiutarlo!

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