La Maledizione

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VirLiko si risvegliò quando il sole era già alto nel cielo. Subito avvertì un certo fastidio e, di nuovo la sete, un'arsura che non aveva mai provato prima... Era vicino all'acqua - questo lo ricordava bene - e ne avvertiva la presenza attraverso l'umidità dell'aria. Si girò e bevve trangugiando acqua con ingordigia ma poi... vide qualcosa! Non la vide con gli occhi! No, era nella sua mente: poco prima era un riflesso nell'acqua limpida della fonte, ora era un'imnagine interna. Troppo vivida per essere una vecchia impressione, come quella lasciata dal primo leprotto catturato da cucciolo, molto tempo fa. Piuttosto somigliava all'immagine lasciata dall'ultima preda intravista poco prima di darsi alla fuga. Tuttavia non era una preda, bensì un uomo!!!
Poi sentì di nuovo quell'odore di essere umano... si guardò le zampe e il cuore gli balzò in gola! Non avrebbe voluto osare ma improvvisamente si girò e tornò a specchiarsi alla fonte. Fece per grattarsi come fanno i lupi ma si graffiò lanciando un grido... Non si riconobbe neppure questa volta! Avrebbe voluto guaire ma quel "ahi! " gli suonava estraneo. Tornò a guardarsi attorno: c'era soltanto lui nei paraggi; nessun umano comunque!
Gridò disperato e in preda ad un orrore profondo. Voleva fuggire ma l'istinto gli impediva qualsiasi tentativo. Inoltre le sue zampe, cosi scomode: troppo lunghe dietro e corte davanti. Le unghie meno forti e le dita lunghe e sottili.... Era atterrito! La pelle umida e grondante lo impressionava... si sentiva vulnerabile come un cucciolo di pochi giorni. E poi... il mondo appariva diverso: brillava di luci strane. Il cielo non era grigio e la foresta mostrava sfumature mai percepite prima.
Provò ad alzarsi di scatto: battè la testa ad un grosso ramo e, finalmente, perse i sensi.
Quando fu nuovamente notte e la luna tornò alta nel cielo, VirLiko riprese lentamente i sensi. Si alzò sulle quattro zampe e avvertì le cosuete sensazioni: l'odore strano di essere umano era scomparso e la pelliccia era di nuovo al suo posto. Prima che tornasse il terrore di quel mattino, scattò come un fulmine e si allontanò di corsa dall'antica fonte per guadagnare nuovamente la foresta.

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