La mamma e il papà passeggiano sul lungolago, tra i negozi e le palme. Li prendo per mano, corro in avanscoperta - come amo dire - e torno da loro. Il papà mi canzona dicendo che così faccio il doppio della strada, la mamma mi stringe a una gamba e mi accarezza la testa. In una delle mie fughe urto un passante e cado in ginocchio sul ciottolato. Mi metto a piangere. La mamma mi raggiunge, si china su di me e mi solleva afferrandomi sotto le ascelle. Mi stringe a sé e mi porta fuori dall'affollato corso pedonale, verso gli scogli. Io proseguo nel mio pianto perché mi piace essere tenuta in braccio. Le panchine che vediamo sono tutte stipate di passanti e coppiette, così la mamma mi fa sedere sul marciapiede.
«Piccola» mi dice il papà mentre la mamma mi solleva una gamba dei pantaloni fino a scoprire un'escoriazione sul ginocchio. È roba da poco, giusto un paio di centimetri di pelle abrasa. La mamma mi dice che non è niente, che mi verrà giusto una piccola botta, poi si allontana lasciandomi sola col papà, che si siede accanto a me. Quando torna, un fazzoletto bianco le gocciola in mano. Me lo appoggia sul ginocchio. Brucia un po' ma sono contenta.
Il tempo mi sembra dilatato. Prima di incamminarci nuovamente mi volto indietro e vedo, oltre gli scogli, molti pedalò al largo. Ondeggiano in controluce e, attorno a loro, i raggi del sole si riflette sulle onde. È pomeriggio inoltrato. È tarda primavera. È l'ultimo giorno che passo con mia mamma.

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Luce
Genel KurguÈ questo ciò che provano tutte le ragazzine, nei letti, sui sedili delle auto, negli alberghi a ore, durante le loro prime volte? E quante sono, quanto durano, quando finiscono queste prime volte?