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Quando ci furono assegnati gli armadietti all'inizio dell'anno nessuno si era fatto problemi nel condividere la stessa serratura con un compagno di classe.

Non sapevo che lo condividessi con Gennaro Raia, e solo ora lo vedo recarsi a prendere libri e risorse dal materiale giallo.

Mi fremono le dita quando lo vedo, ha quel qualcosa che lo fa sembrare superiore, e la cosa non mi va.

Bisognerebbe prenderlo per il colletto e riportarlo al nostro livello, se non più in basso.

Con quelle sue risposte del cazzo, fondamentalmente vuote, che infastidiscono soltanto.

Il suo portamento rilassato, gli occhi grandi e socchiusi, il viso scarno e moscio, cupo.

Con quelle labbra chiuse che mi stupiscono per le tante parole che seleziona, decidendo quali dire e quali no.

Mi getta addosso uno strato oleoso di nervosismo, tra indifferenza ed ira.

"Oh Alè posso prendere il tuo zaino che dopo devo andare agli allenamenti e devo metterci delle cose?"

"E io i libri come ce li porto a casa?" Domando perplesso.

"Boh li lasci qua, no? Eddai mi serve."

Faccio mente locale, pensando al l'effettivo spazio nel mio armadietto.

Scrollo le spalle, indifferente, avrei senz'altro portato il tutto giù dopo il termine delle lezioni.

Era già successo che Antonio me lo chiedesse in prestito, era di gran lunga più capiente del suo e sapeva che non sarei riuscito a dirgli di no.

Antonio ha sempre lavorato su queste mie lacune.

Resto assonnato con la testa al banco subito fuori dalla classe, aspettando che anche questo dopo mensa si concluda, quando vedo Cecio.

È rosso in viso, le punta dei capelli corti umidi e la fronte imperlata di sudore.

Controlla nervosamente lo schermo del cellulare, di guarda attorno e poggia la sedia a lui più vicino in fronte a me.

"Non sai ch'è successo Alè! - sbotta a mezzo tono - mi ha dato il numero! Rebecca!"

Le mie idee restano confuse, com'è successo così di colpo?

Il continuo dell'amico conclude ogni mia possibile domanda.

"Stavo giocando con gli altri e l'ho involontariamente colpita con la palla, così le ho porto le mie scuse ed abbiamo cominciato a parlare di sport, così le ho detto che preferisco il calcio e lei si è interessata."

"E il numero?" Lo interrompo io.

"Tramite la mia futile partita di sabato prossimo! L'ho accennato e lei mi ha proposto di scriverle l'indirizzo per venirmi a vedere, se ne avesse trovato il tempo."

"Diamine Cecio meglio di così non poteva andare, la voglio in platea alla prossima partita allora eh."

***

Passano in una furia la manciata di secondi che Mcfly impiega nello svuotare e riempire lo zaino.

Il suono assordante della campanella mi risuona ancora nelle orecchie, le mani di Antonio veloce nello spostare l'ammasso di libri e le cartacce sul fondo.

Posiziona le scarpe ai due lati e il restante un po' a casaccio, chiude la cerniera e si precipita giù per le scale in una corsa alquanto goffa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2016 ⏰

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