Capitolo 4

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Appena  entro nella piccola sala il mio umore migliora leggermente.

La stanza in cui mi trovo è ad uso esclusivo di Matthew e solo noi siamo autorizzati ad entrarci. E' più piccola rispetto alle altre nel castello e la sua funzione è essenzialmente quella di cucina.

Infatti, a Matthew piace molto cucinare e, da che ho memoria, tutte le volte che mi sono fermata a dormire quì, poi la mattina ho fatto colazione con le prelibatezze cucinate da lui.

Percorro il breve tragitto che dalla porta mi conduce al tavolo con i loro occhi puntati addosso. Quando mi siedo non ne posso più; odio essere fissata in questo modo: "La smettete di fissarmi! Mi state innervosendo più di quanto non lo sia già." cerco di dire in tono autoritario.               

"Scusa" si affrettano a dire in coro. Evidentemente le mie parole hanno sortito l'effetto desiderato.

"Hai dormito bene?" mi chiede Mark. "C'è una domanda di riserva? Perché ho dormito una merda e mi sento tutt'ora una merda" dico alzando un po' troppo la voce.

"Sei ancora arrabbiata?" La voce di Carl mi arriva più bassa del solito e questo significa solo una cosa: ha paura della mia risposta. Decido di non versare ulteriormente  benzina sul fuoco e rispondo semplicemente: "Si, ma non quanto ieri. Mi sono calmata un po'." A queste mie parole vedo che, finalmente, i loro volti si rilassano. Mi conoscono abbastanza da sapere che ho bisogno dei miei tempi per smaltire la rabbia.

Matthew posa davanti a me un piatto con due pancake e un po' di sciroppo d'acero, praticamente la mia colazione preferita.

"Non pensavo di vederti quì stamattina. Mi fa piacere." dice con un sorrisino stampato sulle labbra.

"Si...beh... Neanch'io lo pensavo, ma la fame e il profumo dei tuoi pancake hanno avuto la meglio". Cerco di assumere un tono il più disinteressato possibile, ma fallisco miseramente quando sulle mie labbra si forma un sorriso.

"Già. Contavo proprio su questo quando li ho cucinati" dice ridendo e finalmente l'atmosfera è tornata quella felice e spensierata di sempre.

A guardarlo bene, mio fratello Matthew non è per niente un brutto ragazzo. Ha i capelli neri, tagliati molto corti, che lo fanno sembrare un cattivo ragazzo, ma basta guardarlo in faccia per rendersi conto che non c'è impressione più sbagliata: il suo viso è molto dolce ed è incorniciato da splendidi occhi verdi, che lo rendono ancora più adorabile.

Se solo fosse meno concentrato sui suoi libri di anatomia umana e un po' più attento a quello che  gli succede attorno si renderebbe conto che le ragazze gli sbavano letteralmente dietro.

Per quanto mi sforzi a pensare, però, non ricordo di averlo mai visto con una ragazza; motivo per cui, Carl e Mark mi hanno convinto a scommettere sul suo orientamento sessuale: secondo loro è gay, secondo me no. Personalmente non mi importa granché. Gli voglio bene comunque, a prescindere da chi gli piace. Vorrei solo che fosse felice.

Carl poggia un bicchiere davanti a me, distraendomi dai miei pensieri. "Cos'è?" chiedo, incuriosita dal liquido rosso che vedo al suo interno. "Penso che tu lo sappia già, senza aver bisogno di una mia risposta" mi risponde lui. Capisco e immediatamente rabbrividisco: " Puoi riprendertelo allora. O berlo tu. Insomma facci quello che vuoi, ma toglilo da davanti a me. Non ho intenzione di bere mai più una goccia di sangue in tutta la mia vita. Dopo quello che è successo l'altra sera..." lascio la frase in sospeso, tanto non serve che io continui; è chiaro a tutti a cosa mi riferisco.

La notte in cui quel bastardo ha rotto il Sigillo che secretava il vampiro dentro di me la ricorderò per il resto della mia vita.

E' stata una delle esperienze più incredibili e devastanti di tutta la mia vita. Sento ancora il sapore del sangue di quel poveretto nella mia gola. Quel liquido caldo dall'aroma irresistibile che mi invade la bocca... E' così delizioso...

"Non dire cavolate, Maya. Un vampiro non può sopravvivere senza bere sangue. E' quella l'unica cosa che ci mantiene in vita. Il cibo è solo uno sfizio; anche se non ho idea di come possa funzionare su di te, visto la tua situazione". Le parole di Carl mi riportano alla realtà.

Già, la mia situazione. Io sono solo un essere umano a cui è stata "impiantata" l'anima di un Magico: Melissa. Lei è la principessa erede al trono di questo mondo. Lei è un vampiro. Lei ha legami con queste tre persone e lei vive dentro di me, insieme a me.

Quando aveva 5 anni è stata mandata sulla Terra e la sua anima "impiantata" dentro il corpo di una comune bambina umana: io.

E' questo uno dei motivi per cui ora sono qui con tre delle persone più importanti per me. Persone che io considero a tutti gli effetti la mia famiglia.

Capisco perfettamente il ragionamento di Carl, ma mi sento ancora male per ciò che ho fatto a quel ragazzo e non voglio mai più sentirmi così: "No Carl. Non voglio. Ricordo fin troppo bene la paura di quel ragazzo. Senza contare che, se non fosse stato per Mark, l'avrei ucciso. Non voglio arrivare ad uccidere qualcuno per la mia sete di sangue".

"Ma Maya. Non ti devi preoccupare di queste cose. Può succedere all'inizio, ma poi  vedrai che con la pratica e pazienza imparerai a controllarla e a conviverci".

Non riesco a credere che queste terribili parole siano uscite dalla sua bocca. Dalla bocca di una persona con cui, fino a qualche tempo fa, mi confidavo e a cui raccontavo tutto, ma proprio tutto di me. La stessa persona da cui andavo quando piangevo e che mi consolava tenendomi stretta a sé.

Lui non capisce. Lui è un vampiro da quando è nato e ha avuto tutto il tempo per abituarsi a controllare i suoi istinti. Non se li è ritrovati di punto in bianco, come è successo a me.

"No Carl. Per favore, non insistere. Non hai la minima idea di come mi sento."

"Maya! Non fare la stupida. Non bere sangue è una cosa impensabile. Tu DEVI berlo!" Sottolinea quel devi un po' troppo e io non riesco più a trattenermi: " Carl! Piantala, cazzo! Mi stai stufando! Se devo per forza bere sangue allora rimettetemi il Sigillo così il problema è risolto e io smetterò di sentirmi così assetata".

"No! Mai" la voce di Matthew mi colpisce le orecchie con una tale violenza da farmi rabbrividire. "Una cosa come quella non succederà mai più! Non ti farò rivivere quell'esperienza mai più! E su questo non si discute; quindi mettiti il cuore in pace. Sei un vampiro adesso e coma tale ti devi comportare." continua poi.

Non riesco a capire se è solo arrabbiato o c'è dell'altro. E' paura quella che percepisco? Ma paura di cosa? Cos'è che lo spaventa tanto di quel giorno?

La mia rabbia è incontenibile ed esplodo: " Già. Beh, peccato che io non abbia memoria di quel giorno. Se solo ti decidessi a restituirmi quel ricordo capirei perché sei così categorico e lascerei perdere il discorso." Cerco di dirlo nel modo più tagliente possibile, sperando di aver fatto centro. Mi sbagliavo.

"Non è necessario che tu lo sappia" lo sento dire.

Ora l'atmosfera è completamente cambiata. I sorrisi e la tranquillità di prima hanno lasciato spazio a rabbia e paura e la tensione si può tagliare con un coltello.

"Sono stufa di tutti questi segreti. Stufa di non sapere le cose." dico. Poi mi volto verso Carl, prendo in mano il bicchiere pieno di sangue e gli urlo contro: " Sai dove te lo puoi mettere questo?" e lo lancio contro il muro.


P.S.

Ringrazio veramente di cuore @@EmanueleZoia e Anf per avermi aiutata a finire il capitolo. Ero veramente in difficoltà e non sapevo come scriverlo. I loro consigli sono stati utili e preziosi. =)..

In sangue veritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora