Capitolo 11

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Non so come e non so nemmeno perché ma mi sono lasciata convincere e adesso mi ritrovo, vestita come se fossi una troietta, davanti alla discoteca.
Devo ricordarmi, in futuro, delle eccezionali doti di Yole a convincermi a fare, praticamente, qualsiasi cosa lei voglia.
Mi sento vecchia ormai per queste cose. L'ultima volta in cui sono entrata in una discoteca è stata parecchio tempo fa e non sono  poi così tanto sicura di avere l'età per fare ancora la pazza in questi posti.
Anche se, devo ammettere, che mi mancano un po' i tempi in cui mi divertivo a ballare come se non ci fosse un domani.
Guardo Yole. Lei è perfetta e bellissima nel suo tubino nero che, tra l'altro, le copre a mala pena il sedere e sembra essere perfettamente a suo agio vestita così. Io, invece, mi sento un pesce fuor d'acqua e sembro una cozza riuscita male. Indosso un vestito di maglina color ocra che mi arriva appena sotto il sedere. Insomma, cosa che se mi muovo e ballo mi si vede tutto. Ciliegina sulla torta, indosso delle scarpe col tacco a spillo talmente alte da fare invidia ad un albero e so già che, a fine serata, avrò un male atroce ai piedi. Ma, come ho già detto, Yole è molto brava a convincere le persone.
Appena entriamo Yole mi prende per mano e mi trascina verso il bancone gridandomi: "Prendiamo da bere?" Annuisco convinta. Ho proprio bisogno di dimenticarmi, per qualche ora, di tutti i casini che mi stanno capitando. E sì, fanculo a tutto: stasera mi voglio conciare ammerda!
Mentre aspettiamo, in fila, il nostro turno per ordinare ne approfitto per guardarmi un po' intorno. È proprio grande questa discoteca. Ci sono diverse sale, tra cui una sala latino americano. Non sono mai stata quì, ma, a primo impatto, non sembra affatto male.
Ho la stranissima sensazione di essere osservata e, quando mi volto verso destra, mi rendo conto che il mio sesto senso di donna ha più fiuto di me. Seduto su uno dei divanetti c'è un ragazzo dai capelli lunghi che mi fissa. Ma la cosa strana è il modo in cui lo fa: come se non si aspettasse di vedermi lì e fosse alquanto sorpreso. Posso giurare di non aver mai visto quel ragazzo in vita mia, ma qualcosa, dentro di me, mi dice che dovrei aver memoria di lui. I suoi lineamenti, il modo in cui arriccia il naso...mi sono, in qualche modo familiari ma non riesco proprio a mettere a fuoco dove potrei averlo visto o chi possa essere.
Yole richiama la mia attenzione, visto che è il nostro turno per prendere da bere. Lei ha già ordinato, io ordinò la prima cosa che mi viene in mente. Paghiamo e ci spostiamo sul lato sinistro, dove preparano i drink. Mentre aspettiamo guardo, di nuovo, nella direzione dei divanetti, ma del ragazzo di prima nessuna traccia.
Ora ci troviamo davanti alla pista da ballo principale e mi sento parecchio intimidita da tutti questi ragazzini che ballano e che si strusciano l'uno contro l'altro, fregandosene altamente di essere in un luogo pubblico e non a casa loro.
Ad un certo punto, mentre siamo tranquille a finire i nostri drink (altrimenti i buttafuori non ci permettono di entrare in pista), qualcuno mi spintona, rovesciandomi tutto il drink addosso. Ma che cazzo! Stai attento no?! Alzo gli occhi per vedere chi è quel coglione e vedo una ragazza dai capelli biondo naturale che parla con la mia amica.
"Ne è passato di tempo è? Che mi racconti? Stai ancora assieme a Gianluca?" sta dicendo la bionda.
"Ma figurati. Gianluca era un coglione. L'ho lasciato dopo che l'ho beccato a farsi la sua ex. Ma tu cosa mi racconti? Ma guardati un po'. Sbaglio o quel piercing al labbro prima non ce l'avevi?" dice ora Yole.
Ma no, fate pure. Fatevi pure i vostri cazzi mentre io sono qui che aspetto come una babba.
Passano almeno 5 minuti buoni prima che io mi decida a schiarirmi la voce per far notare la mia presenza alle due chiacchierone.
"Oh, è vero. Scusa Maya." dice Yole, rivolta verso di me. Alla buon ora cazzo! Non sono mica la donna invisibile.
"Maya, lei è Brianna. Brianna, lei è Maya" ci presenta, finalmente.
Brianna mi porge la mano e io gliela stringo: "Piacere di conoscerti, Brianna"
"Il piacere è tutto mio" risponde lei, con un sorriso a 360 mila denti.
Chissà perché, ma questa tipa non mi sta per niente simpatica. Stronza che mi hai sporcato il vestito!
"Posso unirmi a voi? Sarei con un'amica, ma ha conosciuto un tipo ed è sparita." dice, facendo una faccia finta-sconvolta-sconsolata.
Ma ovvio che... "Ceerto. Non c'è problema." rispondo io, con un tono più falso che sincero. Avrei voluto tanto mandarla a quel paese e rinfacciarle di avermi macchiato il vestito, ma purtroppo non ho la faccia abbastanza di tolla per fare una cosa del genere.
"Grazie ragazze. Mi state salvando la vita" dice sorridendo. Ma questa quì sorride sempre?
D'un tratto sembra accorgersi di quello che ha fatto e cerca di blaterare qualche scusa.
"Non ti preoccupare. Non è nulla. Niente che con un po' d'acqua non possa andare via. Vado in bagno e provo a lavarlo via. Voi state quà. Arrivo subito" e mi incammino verso il bagno.
Ma guarda un po' questa quà. Che tipetto che è. Però le sue scuse sembravano sincere. Vabbè dai, quando torno di là provo a darle un'altra possibilità. Magari è simpatica, se la conosci meglio.
Entrata in bagno provo a lavare via la macchia con un po' d'acqua. Poi mi piazzo sotto l'asciugamani elettrico e tento, alla buona, di asciugare il tutto. Niente da fare. La macchia non vuole saperne di sparire. Merda! Dovrò andare in giro tutta sera con questo coso sul vestito.
Sbuffando esco dal bagno e mi dirigo nel posto in cui ho lasciato le mie amiche e, sorprese delle sorprese, non ci sono più. Ma che cavolo! Avevo detto loro di non muoversi. E adesso come faccio?
Prendo il cellulare dalla borsa e provo a chiamare Yole. Niente. Non risponde. Quando hai bisogno di lei non risponde mai. Mi guardo intorno, sperando di vederle, ma c'è talmente tanta gente che è impossibile.
Mi torna in mente un episodio di quando avevo, all'incirca, 10 anni. Ero al luna park con i miei genitori. Mi sono distratta un attimo per guardare una bancarella piena di caramelle e, quando mi sono girata, i miei non c'erano più. Erano spariti. Ricordo di essere andata nel panico e di non essere riuscita a trattenere le lacrime. Mio padre è corso subito indietro per venire a recuperarmi, ma io mi sono sentita così in imbarazzo per aver pianto davanti a tutti... Giurai a me stessa che non avrei mai più pianto davanti a degli sconosciuti. E cosi intendo fare anche adesso. Ricaccio indietro le lacrime, che minacciano di scendere, e mi incammino verso un'altra sala.
Mi ritrovo nella sala latino americana. Mi piace un sacco questa musica. Il suo ritmo è così travolgente che è impossibile non incominciare a ballare quando lo senti.
Mi avvicino alla pista e rimango incantata nel vedere le coppie che ballano al ritmo, relativamente lento, della bachata. È un ballo molto sensuale in cui dama e cavaliere ballano praticamente appiccicati.
Poi lo vedo. Il ragazzo misterioso. Sta ballando con una bionda ossigenata che, a mio avviso, non si muove per niente bene. Lui, invece, è perfetto. Balla veramente bene.
Resto, praticamente, imbambolata a guardarlo, da quanto è bravo. Non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
Ad un certo punto alza gli occhi e, per una frazione di secondo, i nostri sguardi si incontrano.
Distolgo subito lo sguardo. Merda! Si sarà accorto che lo stavo osservando?
Di nuovo quella sensazione di conoscerlo già mi invade prepotente e non posso fare altro che chiedermi chi sia.
Poi un forte odore di sangue attira la mia attenzione. Una ragazza, di fianco a me, parla di una rissa in un'altra sala. La voce si espande velocemente e, in men che non si dica, tutti smettono di ballare e si muovono in direzioni diverse, spinti dalla curiosità tipica degli esseri umani.
Io non riesco a muovermi. Sono paralizzata e incapace di prendere una decisione su cosa fare. Sento qualcuno parlare di un accoltellamento e poi non capisco più niente. I miei sensi vanno in tilt. Le voci e la musica si affievoliscono e le persone attorno a me si muovono al rallentatore.
Non riesco più a distinguere la realtà. I contorni si fanno sempre più sfuocati e sento la mia mente annebbiata. L'unica cosa che distinguo chiaramente è una specie di scia rossa che conduce fuori dalla sala.
Ancora prima di rendermene conto le mie gambe si muovono da sole e la seguo. Ad ogni passo l'odore di sangue si fa sempre più intenso.
Quando la scia si interrompe la scena che mi si propone davanti è sconcertante. C'è un ragazzo disteso per terra, in una pozza di sangue. Accanto a lui, in piedi, un altro ragazzo con un coltello insanguinato in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
La gola mi brucia da impazzire e sto lottando con tutte le mie forze per non avventarmi su quel povero ragazzo e succhiare tutto il suo sangue.
Ci sto provando, cazzo! Sto provando con tutta me stessa a resistere alla tentazione, ma la sete è più forte della mia forza di volontà e, alla fine, mi arrendo alla sete di sangue.
Faccio un passo verso quel corpo inerme, pronta ad affondare i miei denti nella sua carne, ma qualcosa, o qualcuno, mi alza di peso e mi trascina via.
Dalla posizione in cui sono posso chiaramente vedere il mio pasto allontanarsi sempre di più da me e, accanto a lui, un volto familiare che sorride beffardo... Poi, il nulla...

Eccomi qui, finalmente sono riuscita ad aggiornare..😅..chiedo umilmente perdono perché avevo detto che avrei aggiornato presto e, invece, è passato un po' di tempo..😰..
Ma ho una sorpresa per farmi perdonare..🤗.. Il capitolo successivo è già pronto e, se non riesco ad aggiornare stasera, di sicuro aggiornerò domani. Promesso..😘..
Buona lettura..✌🏻️✌🏻..💋💋

In sangue veritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora