Capitolo 7

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È restato fin quando non gli ho preparato qualcosa, poi è andato via.

Non possiamo restare soli di nuovo. Io non lo amo più. È sbagliato restare sola con qualcuno che non amo.

Sonoko bussa alla porta ed io le apro. Mi aveva detto che sarebbe passata e che mi avrebbe aiutato a pulire la casa. Dopo quello che è successo ieri, io e Shinichi non abbiamo più pulito ed io ero troppo stanca dopo quella lunga giornata per fare tutto da sola. Devo anche sistemare le cose mie e di Haru, stasera si torna a casa.

-Ran! Che diamine è successo qui dentro? Ti sei messa a lanciare cibo nei muri da sola?-

Divento improvvisamente rossa e mi giro dall'altro lato per non farglielo notare.

-Ieri sera Shinichi mi ha aiutata a preparare la cena, ma ci siamo messi a giocare come due bambini. Buffo, no?-

Mi si avvicina e mi guarda con un sopracciglio alzato. Sta per dire qualcosa che non mi piacerà, me lo sento.

-Hey, hey! Si sta riaccendendo una vecchia fiamma, eh?-

-Ah smettila! Lo sai che amo Haru, per questo non voglio più restare con Shinichi da sola-

Entro nel panico, divento ancora più rossa e lei ha ancora quello sguardo, uffa! Perché deve sempre farmi da psicanalista in questi casi?

-Perché, è successo qualcosa oltre alla guerra di cibo? Ran, non me la racconti giusta!-

-Niente, mi ha solo fatto qualche complimento di sfuggita e poi mi ha accarezzato il viso. Ma io gli ho chiesto di andare via, e gli ho preparo la cena. Adesso sbrighiamoci! Dobbiamo pulire e preparare il pranzo, papà sarà qui insieme alla mamma e a tutti gli altri invitati!-

Già, stiamo mangiando tutti insieme per dare un addio a me. Verranno a mangiare tutta la prima squadra investigativa della polizia con i loro bambini, il dottore Agasa con Shiho, e Sonoko con Makoto. Ci saranno anche papà e mamma. L'hanno dimesso subito dall'ospedale, la ferita non è molto grave però deve stare a letto o seduto. Non può fare movimenti bruschi e deve assumere del cibo facilmente digeribile.

Sonoko mi prende per le spalle e mi fa sedere sulla sedia in cucina. Poi ne tira un'altra da sotto il tavolo e si siede davanti a me.

-Se dici che tanto non provi più nulla, perché hai paura di restare da sola con lui?-

-Perché potrebbe rinascere qualcosa di sepolto-

-Allora vuol dire che effettivamente non hai mai sepolto nulla. Tu sei solamente scappata dai tuoi sentimenti, Ran. Che siete belli voi due, vi amate senza il bisogno di conoscere il vostro amore, vi amate nei piccoli sguardi, nei silenzi, vi amate in ogni vostro battito cardiaco, in ogni respiro. Siete incasinati, eppure vi basta prendervi per mano e tutti i problemi scompaiono con quel contatto. Quando siete insieme vi scordate tutto, siete insieme e basta. Vi bastate-

Mi alzo dalla sedia e la rimetto al suo posto. Prendo tutto quello che mi serve e inizio a pulire. È meglio chiudere quest'argomento.

-Me ne sono andata da qui appunto per evitare tutto questo. Alzati, smettiamola di dire stupidagini, aiutami vah!-

Sbuffa e si alza pure lei. Ci mettiamo il grembiule e qualcosa per coprirci il viso e i capelli e iniziamo a sistemare. In un paio d'ore tutto luccica. Ho pulito anche l'agenzia, papà la teneva troppo in disordine. Adesso si vede che da qui sono passata io. Questi momenti di pulizia con Sonoko mi fanno ricordare quando pulivamo casa di Shinichi. Si lamentava sempre lei, non le piaceva. Anche Conan si lamentava, però gli toccava, era casa sua! Quando poi è andato a stare lì Akai, che io credevo fosse Subaru Okiya, andavamo lo stesso perché la casa è incredibilmente grande e da solo non riusciva. E poi io conoscevo ogni singolo angolo e buco di quella casa, nessuno poteva pulirla meglio di me.

Beh, si è fatto tardi. Sonoko inizia a cucinare mentre io vado a sistemare le cose mie e di Haru.

-Ran, ci sono tuo padre con tua madre e Haru, vieni!-

Sonoko mi chiama e insieme scendiamo giù in strada per aiutarli con tutto. Quando vedo uscire dalla macchina vedo anche chi lo sta aiutando. Accanto a lui c'è Haru, e dall'altro lato Shinichi. Cosa ci fa lui qui? Non se n'è ancora tornato a Tokyo? Sonoko mi guarda e si mette a ridacchiare sotto i baffi finchè non la fulmino con gli occhi. Cerco di riprendermi e vado a sistemare le cose di papà al suo posto e nel frattempo Haru e Shinichi aiutano mia madre a farlo sedere nella sala da pranzo. Vado a salutare papà e gli do un bacio sulla guancia.

-Come stai papà? Va meglio?-

-Si, Ran. Non è nulla di grave, tranquilla. Scusatemi se vi ho fatto preoccupare-

Gli dico di stare più attento e che io sono già fiera di lui.

-Hey, ci sono anch'io!-

Haru mette un finto broncio e tutti ci mettiamo a ridere, tutti tranne Shinichi. Cerco di non dargli tanta importanza e vado dal mio Haru.

-E tu sei la cosa più bella che ho, giuro-

Gli metto le braccia dietro al collo e lui mi stringe a se. Poi lo bacio. Si, sono sicura di amarlo.

Sento gli occhi di Shinichi addosso a me, lo vedo girarsi dall'altro lato e andare via.

-Shinichi, vuoi restare a mangiare con noi? Oggi saranno tutti qui! Così avrai l'opportunità di salutare tutte le persone che non vedi da dieci anni-

Dio, non poteva starsi zitta mia madre?! Al contrario mio, a Shinichi non lo è mai andato a trovare nessuno. Lui non voleva.

-Accetto l'invito, così saluterò l'ispettore Megure e tutti gli altri con le loro famiglie-

Non poteva rifiutare e andare via per sempre. Ci mettiamo tutti quanti a preparare la tavola e a sistemare i piatti. Dopo mezz'ora sono arrivati tutti. Shinichi li saluta tutti e ognuno di loro lo presentano ai loro figli. Ovviamente i bambini dicono di averlo già visto in tv e lui ride...esibizionista. Arrivano anche Ayumi, Genta e Mitsuhito. Quando lo vedono scoppiano tutti e tre a piangere e gli saltano addosso per abbracciarlo. Il problema è che resta schiacciato sotto il peso di Genta. Non riesco a trattenermi e rido pure io. Lui lo vede e sorride.
Anche Megure si emoziona, ma per non farlo notare si schiarisce la voce e si abbassa il cappello. Tutti iniziamo a ridere. Ed infine arrivano Agasa e Shiho. Lui si metta a stringerlo senza lasciarlo. Poi i loro sguardi si incrociano, lui e Shiho si rivedono dopo dieci anni.


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