Capitolo 20

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-Shinichi?-

-Oh, non sei a letto col tuo bel fidanzato che ami così tanto? Però vieni a letto con me brava!-

Dov'è finito il mio Shinichi. L'uomo che mi ha sempre tirato fuori dai problemi. Perché sta capitando questo? Lui non mi parlerebbe mai così. Continua a dire cose sciocche senza fermarsi.

-Sei ubriaco, riprenditi-

Segue silenzio alle mie parole severe. Inizio a sentirlo singhiozzare. Starà piangendo?

-Riprendimi-

Quando sento quella parola resto sorpresa e ad occhi aperti. Faccio un sorriso di tenerezza nei suoi confronti e quasi mi emoziono.
Anche da ubriaco pensa a me. È tutto così assurdo. Ma non posso fare quello che mi ha chiesto. Non posso proprio. Riaggancio senza salutarlo e vado a letto cercando di non pensare a nulla. Ma non è così facile. Vorrei che lui fosse qui a stringermi fino a farmi perdere il respiro, oppure a guardarmi.
Basterebbe quello. In realtà basterebbe che lui fosse qui e basta. Mi manca lui. Mi manca come mi fa stare. Mi mancano le emozioni che non riesco più a provare. Mi sento crudele nei confronti di Haru che qui vicino a me dorme come un angelo, ma io continuo ad avere solo la spietata e dolce voglia di rivedere i suoi occhi e tenerli ancora un po' con me.
Mi fa soffrire il fatto che lui stia male per colpa mia. Era ubriaco perché gli manco. Forse l'unico motivo per cui sto soffrendo è che lui non è con me. Non devo chiamarlo più, non devo sentire più la sua voce. L'unica cosa che mi terrà per sempre legata a lui è l'ultima promessa che ci siamo fatti: non ci scorderemo mai l'uno dell'altra. È impossibile che lo dimentichi. Penso che non dimenticherò mai il suo profumo.
Quello che rimaneva tra i miei vestiti, tra i miei capelli, quello che mi sembra tutt'ora di sentire ovunque. Penso che non dimenticherò mai i suoi occhi. Così belli che mi ci perdevo dentro, da crederci, da innamorarsi. Penso che non dimenticherò mai le sue labbra. Quelle che si poggiavano sulle mie, che riuscivano ad intrappolarmi ogni volta. Penso che non dimenticherò mai le sue mani. Le sue mani sempre pronte a cercare le mie, quelle mani che sapeva muovere così bene sul mio corpo. Penso che non dimenticherò mai nulla di lui, perché non si dimenticano certe persone, non si dimenticano certe emozioni. E dopo aver pensato a lui e a tutto quello che è stato per me, riesco ad addormentarmi serena.

Il sole sul mio viso che entra dal balcone mi sveglia. Non trovo Haru accanto a me. Dev'essere andato già a lavorare. Giusto il tempo di fare colazione dopodiché inizio a preparare le valigie mie e di Haru per domani. Finalmente andremo ad Osaka. Poi inizio a pulire la casa, sono ancora le nove e quarantacinque. Ho tempo per sistemare tutto, ma sento suonare il campanello. Non aspettavo nessuno. Sicuramente sarà qualche vicina di casa o la posta, qualcosa da firmare. Prima di aprire la porta sistemo un po' il grembiule pieno di polvere sbattendolo con le mani, dopo apro.

-Ran-

Shinichi! Che ci fa lui qui? Perché mi ha trovata? Perché i miei incubi peggiori mi seguono? Ma soprattutto, perché io sento una sorta di felicità? Questo potrebbe rovinare tutto. Non può andare così, assolutamente. Mi immobilizzo, non so cosa fare. Continuo solo a fissarlo finché lui non mi passa una mano davanti agli occhi.

-Che ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?-

Mi guarda e si avvicina a me superando il limite di sicurezza. I nostri occhi entrano in collisione e chissà dove sono arrivati i nostri pensieri.

-Ti giuro che io ci ho provato a starti lontano, ma non ci riesco-

-Shinichi, ti ho chiesto come hai fatto?-

-A Trovarti? Me l'ha detto Shiho. Dice di averti incontrata-

Sapevo che non sarebbe riuscita a stare totalmente in silenzio. Lei lo ama, e non sa dire di no alle richieste di Shinichi.

-Ora devi andare via. Mi hai trovata, mi hai salutata. Adesso vai via. Oggi Haru torna a pranzo, sarà nell'arrivare-

Si avvicina sempre di più finchè non mi stringe a se. Chiudo gli occhi e lo stringo pure io accarezzandogli i capelli. Sono così morbidi, morirei pur di continuare a toccarli. Gli bagno la giacca con le lacrime.

-Shinichi, ti prego, non bere più. Non ce la faccio a sentirti in quel modo. Mi devasta-

Mi da un bacio in fronte e poi torna a stringermi. Io gli accarezzo la schiena e sono già in paradiso.

-Ran?-

Sposto Shinichi e vedo Haru dietro di noi con le chiavi della sua macchina in mano e la sua valigia da lavoro.

-Ciao tesoro, Shinichi ci è venuto a trovare? Ha saputo dove abitiamo-

Haru si avvicina e gli stringe la mano con un sorriso luminoso, tipico di Haru. Al contrario, Shinichi, rimane molto freddo.

-Perfetto Ran, che ne dici di farlo restare qui a mangiare? Accomodati, ti facciamo vedere la casa. Se vuoi restare per qualche giorno puoi dormire qui. Mi farò perdonare per il mio comportamento dell'altro giorno-

Ucciderei Haru quando prende decisioni senza neanche consultarmi, è fastidioso. Soprattutto quando si tratta di Shinichi. Ovviamente Shinichi accetta senza pensarci due volte. Haru se lo porta in giro per casa mentre io torno in cucina per mettere il pranzo nei piatti. Durante il pranzo loro parlano di cose a cui non presto molta attenzione. Spero solamente che Shinichi vada via presto. Finito il pranzo, Haru, saluta entrambi e torna a lavoro. Lo saluto amorevolmente e poi torno dentro da Shinichi.

-Non resterai qui a dormire, chiaro? Tu adesso andrai via e non ti farai vedere più...sai, se potessi tornare indietro non so se cambierei qualcosa, perchè infondo era tutto perfetto prima che arrivassi tu. Forse tra noi doveva finire così e basta, dopotutto anche i sogni più belli finiscono prima o poi-

È stato facile innamorarmi di lui la prima volta; ma è stato incredibile innamorarmene una seconda volta dopo tutto il dolore e tutti i lividi sul cuore.

-Ran, lo ami veramente?-

Mi prende per i polsi e mi guarda negli occhi alzando la voce.

-Non sono affari tuoi!-

-Dimmi se lo ami!-

Continua a stringere la presa.

-Shinichi mi stai facendo male! Lasciami ti ho detto!-

-Rispondimi guardandomi negli occhi!-

-No, no! Io amo te...amo te. Vattene, ti prego-

Mi lascia finalmente i polsi e si allontana da una me in lacrime avvicinandosi alla porta d'ingresso.

-Ran, posso anche andermene se vuoi. Tanto finché mi senti nell'anima non c'è pericolo-


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