Capitolo 17

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E anche se adesso ho l'occasione, non so come risolvere con Haru. Ho solo voglia di uscire, di divertirmi.

Adoro stare così vicina a Shinichi. Resterei appoggiata al suo petto per tutta la vita.

Le lacrime non vanno via e ad asciugarle non è più lui ma la sua camicia azzurra.

-Ti prego, portami lontano da qui. Ho bisogno di riflettere-

-Allora preparati, stasera ti porto a guardare le stelle. Poi andremo vicino al mare. Vedrai la luna e ti ci specchierai e ti dirò quanto sei bella e tanto da ammirare! Poi conteremo le stelle così capirai, finalmente, che noi due finiremo quando il cielo diventerà buio e tu, con il tuo sorriso, illuminerai il mondo-

Ha ragione, noi due non finiremo mai. Non abbiamo avuto il futuro che volevamo, e neanche la nostra amicizia potrà continuare ad esistere.

Se continua lei, continua anche il nostro amore. Ma noi vivremo sempre nei nostri ricordi. Lui ci sarà sempre fermo in un sogno che non c'è più.

Non mi dimenticherò mai di lui e delle sue possenti braccia che mi stringono come adesso.

-Mi basta che tu resta così. Continua ad abbracciarmi. E promettimi che non ti dimenticherai mai di me-

Mi da un bacio in testa e poi ride mentre mi continua ad accarezzare i capelli.

-Io? Dimenticarmi di te? Mai. Promesso migliore amica-

Ha fatto male. Quando mi ha chiamata così, in quel preciso istante ha fatto male.

Il motivo è semplice. Sono una persona indecisa, lo ammetto, ma, questo lo so per certo, voglio lui.

Ma so che non è possibile e continuerò a sognare. Probabilmente fra altri dieci anni racconterò ai miei bambini di quest'uomo di cui non ricorderò molto.

Ma il suo nome, sì, quello non lo scorderò mai, ne sono certa.

-Andremo lo stesso fuori questa sera, d'accordo?-

Gli faccio cenno di si e mi separo da lui per andare a prepararmi. Mi metto un paio di jeans, una maglia di cotone a maniche lunghe e una felpa.

Decido di legare i capelli. Ultimamente lo faccio spesso, non so perchè. Mi sento più sicura così.

Sento suonare il clacson della macchina di Shinichi e scendo dalle scale.

Mi aspetta fuori dalla macchina e quando mi vede mi sorride. Fortunatamente non ha piovuto.

Si avvicina a me tanto da sentire il suo profumo e mi mette una mano dietro. Sento la sua mano accarezzarmi i capelli e levarmi l'elastico che mi regge la coda.

-Sei bellissima anche senza questo. Voglio vedere la mia amica d'infanzia stasera, quella che conoscevo io. Chiaro?-

Mi fa l'occhiolino e poi mi dice di salire in macchina. Mi ha chiamata di nuovo "amica" e continua a fare male.

Ma ho scelto io di non essere nulla di più di ciò per paura di soffrire. Adesso mi tocca tacere e crollare in silenzio, senza far rumore.

-Ti piace la macchina?-

-Beh, direi proprio di sì! E poi si guida quasi da sola. Ma stai certo che non la userò più, ho troppa paura di distruggerla!-

Lui diventa serio senza alcun motivo e non mi rivolge più la parola per il resto della strada.

Come mi aveva detto, mi porta in riva al mare dove le stelle sono meravigliose e la luna piena risplende.

Sarebbe tutto magnifico se lui aprirebbe bocca.

-Si può sapere che ti è preso? Ho detto qualcosa in macchina?!-

Si gira a guardarmi e mette le mani in tasca. Lui non è come me che quando devo affrontarlo mi giro e gli do le spalle.

Lui mi guarda, mi osserva col suo sguardo penetrante. E ammiro questo suo modo di fare. Lui non ha paura, non è vigliacco.

-Hai ragione, non userai più la mia macchina perché quando ti vedrò sparire dopodomani mattina, non ti vedrò mai più-

Quelle parole risultano essere più taglienti di delle lame, bruciano dentro come fuoco.

Provo anche io ad affrontarlo e cerco di non distogliere lo sguardo ma già sento il sale negli occhi.

-Shinichi, è giusto così. Sono tornata qui, ti ho detto quello che provo e da quel giorno mi sono liberata di un peso. Adesso non ti penso più ed è meglio per entrambi-

E maledettamente quelle lacrime iniziano a scendere. Lui mi si avvicina e le asciuga.

-Lo so che ogni tanto mi pensi ancora. Che le ossessioni non passano mai del tutto e che noi eravamo un'ossessione in prima regola. So che ogni tanto, mentre mi osservi, ti tornano in mente i nostri momenti. Haru a volte ti avrà chiesto di noi e tu gli avrai risposto con l'aria di chi non se ne frega. E lui ci avrà creduto, perché non sa, non può nemmeno immaginare. Non sa che eravamo tanto, ma così tanto, che insieme ci facevamo del male. Ecco perché ora sei con lui e non con me-

È una merda. Tutta questa storia è una merda. Ma lui ha maledettamente ragione, come sempre cavolo!

Non amo Haru, non l'ho mai amato. Neanche per un singolo istante in vita mia.

Sto con lui solo per non soffrire, solo per vivere di quella fottuta monotonia che mi fa morire giorno dopo giorno.

Eppure sento che in fondo è la cosa giusta. Stare con Shinichi ha fatto male.

Vederlo scomparire sempre mi uccideva a poco a poco. Poi l'avevo ritrovato, era solo mio.

Ma ovviamente non poteva andare tutto bene, dovevo vederlo mentre baciava un'altra.

Volevo perdonarlo, andare da lui e dirgli che mi fidavo, che l'amavo più di me stessa, che sarei morta per lui.

Ma, da dietro una finestra, lo vidi di nuovo con lei. E ogni volta sentivo un dolore lancinante al petto. Avrei preferito cento pugnalate al cuore.

Avrebbero fatto meno male di tutto questo. Forse lui non lo capisce.

-Ti rendi conto di quanto faceva male? Ne hai una vaga idea almeno?!-

Le lacrime adesso scorrono senza interruzione ed io non parlo più ma grido.

-E tu credi che io non abbia sofferto? Era difficile vederti tutti i giorni e non poterti mai dire che ero lì accanto a te. Potevo solamente vederti piangere a causa mia. Per evitare avevo deciso di scomparire. Non ti ho cercata per dieci mesi interi, ricordi? Eri diventata fredda, non piangevi più, mi hai allontanato totalmente, dicevi di avermi dimenticato. Ma non appena sono tornato tutto è cambiato. E dopo l'ultima volta che mi hai visto con Shiho e sei andata via per sempre io avevo ripreso la stessa decisione-

Parla anche lui in fretta, gridando. Non mostra il minimo segno di tristezza, i suoi occhi non sono apatici come sempre. Adesso mostrano rabbia.

-Lo sai. Pensavo che un giorno d'improvviso avresti capito, avresti capito come mi sentivo. Come mi sono sentito negli ultimi dieci anni. Mi ero ripromesso di lasciarti stare. La promessa che ho fatto a me stesso, quella di volerti felice comunque, anche da lontano. Però non ci sono riuscito, quando ti ho rivista ti ho parlato, non ce l'ho fatta a guardarti da lontano. Mi è capitato di volerti con una disperazione tale da volermi uccidere e potevi riempirla solo tu, con il tuo sorriso e con i tuoi modi di fare. Ho amato tutto di te e continuo a farlo. Ti amo, Ran-

~Quel Che Ero 2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora