Capitolo 14

1.3K 87 24
                                    

Sono le diciannove e quindici. Nonostante cerchi di dimenticarlo, lui è un pensiero fisso per me. Non c'è giorno in cui non lo pensi.
Stanotte, cioè circa dodici ore fa, mi ha baciata. Poi siamo rimasti abbracciati per qualche minuto, a non dire nulla, ma a sentire tutto.
Non l'ho dimenticato. Nonostante sia passato un sacco di tempo. Credevo di essere cambiata, lo credevo anche di lui. Invece no.
Ma la cosa più bella che è rimasta la stessa è l'effetto che mi fanno i suoi occhi. Quello non cambia, mai. Quando ci guardiamo cambia tutto, mi crolla il mondo, anche se già ho un'altra persona al mio fianco. I suoi occhi, in ogni caso, mi abbattono sempre, completamente. E mi ci vuole qualche minuto per tornare allo stato iniziale. Solo un ricordo. Il migliore, il più bello, quello che ancora continua a fare male. No, non l'ho dimenticato e ogni sera, da quando l'ho rivisto, ripenso a lui. E mi innamoro ogni volta e ogni volta mi torturo un po'. E non l'ho dimenticato, sul serio. Non ci riuscirei mai. Stanotte mi stringeva le mani, mi sfiorava gli angoli della bocca. Conosce a memoria le mie debolezze e non me le ha mai fatte pesare. Poi mi ha baciata di nuovo.
I suoi baci sono i più belli. Fanno venire i brividi nel sangue. Quanto tempo a rincorrerci. Basterebbe fermarsi, guardarci negli occhi, dirci tutto. Il mondo è pieno di emozioni.

Haru, vieni qui. Devo chiamarlo, dirgli di raggiungermi. Domani mattina partirò per tornare a casa, ma non ce la faccio senza di lui.
Pensavo che sarei riuscita a chiarire con Shinichi facilmente e che me ne sarei andata tranquilla. Non ci sto riuscendo.

Haru...ho bisogno di lui. Ma non posso farlo venire, lui lavora e fra qualche ora sarò a casa. L'unica cosa a cui devo pensare adesso e preparare la cena. Io e Shinichi non abbiamo scambiato mezza parole per tutta la giornata. Stanotte ho deciso di allontanarlo, di nuovo. È giusto così. Lo so, devo saperlo...per forza.

Papà è a letto, devo solamente preparargli la cena. Io e Shinichi mangieremo qualcosa di migliore.
Solo che mi sono scordata di andare a fare la spesa, devo uscire.
Prendo il giubotto ed esco da casa. Scendo le scale e lui esce dall'ufficio. Mi guarda, ci guardiamo. Arrossisco subito, ma cerco di essere indifferente. Scendo le scale e lui mi prende per un braccio.

-Dove vai?-

-Devo comprare qualcosa per stasera, hai bisogno di qualcosa?-

-Ti accompagno, non puoi rifiutare. Sta arrivando l'autunno e fuori c'è troppo vento-

Effettivamente è vero, stamattina ha piovuto e mi sono bagnata tutta mentre stendevo i vestiti. L'estate ci abbandona. Sbuffo rumorosamente e lui mi lancia un'occhiataccia.

-Shinichi, voglio andare a piedi-

Lui posa le chiavi della macchina e poi si gira di nuovo a guardarmi. Mi prende per mano e mi fa scendere le scale.

-Allora andremo a piedi insieme-

Mentre camminiamo per strada lo guardo e penso al nostro passato. Forse un giorno ne varrà la pena.
Di tutte quelle volte in cui tutto è sempre andato storto, di quelle volte che accadeva l'opposto di ciò che mi aspettavo. Tutte quelle delusioni, quelle mancate attenzioni, quelle porte in faccia, quei pianti durati ore. Ne varrà la pena. Chissà se sarà davvero così. Non arriva mai nulla, solo momenti da aspettare.

Per strada non apriamo bocca, non voglio dure nulla. È tutto silenzioso perchè le parole sono superflue.
Oltretutto non mi sento neanche tanto bene, ho freddo. Mi gira la testa e mi fermo un attimo per appoggiarmi al muro di una casa. Shinichi mi guarda preoccupata.
Improvvisamente mi cedono le gambe e cado a terra. Shinichi mi solleva subito.

-Ran, ti senti bene?!?-

Mi mette una mano sulla fronte e mi mette sulla sua schiena. Avvolgo le braccia intorno al suo collo per reggermi e lui mi tiene dalle gambe. Mi riporta a casa, mi sfila le scarpe e mi mette sotto le coperte. Prende una pezza bagnata e me l'appoggia sulla fronte.

-Ran, ti devi spogliare, sei troppo calda-

-No...non se ne...parla-

-Ma se non riesci neanche a parlare?! Smettila di fare la stupida!-

Non riesco neanche a muovermi, come potrei alzarmi e spogliarmi. Devo riprendermi in fretta per domani, ho il volo per Tottori.
Scuoto la testa per fargli capire che non ho le forze per fare niente e che non voglio spogliarmi. La testa mi fa male e sono tutta sudata. Lo vedo avvicinarsi e tirarmi giù le coperte.

-Mi dispiace, ma non posso lasciarti così-

Che sta facendo? Mi sfila velocemente la maglia e i pantaloni e mi rimette le coperte.
Cerco di aprire gli occhi, ma le palpebre sembrano così pesanti. Mi leva la pezza dalla testa e la va a ribagnare. Poi me la poggia di nuovo. Lo vedo correre da una parte all'altra della casa per portarmi acqua e tutto quello di cui ho bisogno. Mi mette il termometro e mi aiuta a mettermi a sedere per mangiare. Ha preparato tutto lui. È imbarazzante, sono in reggiseno. Ma lui non sembra farci caso più di tanto.

-Non hai cenato quindi ti ho preparato qualcosa facile da inghiottire. Ti aiuto io a mangiarlo-
Mi imbocca cucchiaio per cucchiaio e poi mi aiuta a sdraiarmi di nuovo. Mi sento un po' meglio, ma non riesco a parlare. Apro leggermente gli occhi e lo vedo sedersi sulla sedia. Incrocia le braccia e chiude gli occhi esausto. Continuo ad osservarlo. Credo si sia addormentato. Mi faccio forza e mi alzo dal letto. Prendo una coperta e gliela poggio sulle spalle. Lo guardo da vicino, sembra un bimbo stanco. Fa tenerezza. Gli do un bacio in fronte e mi rimetto sotto le coporte perché sono già esausta e senza energie. Ci sarà dell'amore in tutto ció? Nella sua mano fredda sulla mia fronte in quasta serata di febbre, nella minestrina calda che mi ha preparato. C'è amore quando mi mette il braccio davanti al petto prima di frenare in macchina?
Beh, qualsiasi cosa ci sia, non conta più.










~Quel Che Ero 2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora