Capitolo 12

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"L'amore ha i suoi prezzi", è vero, ma non capisco cosa centri con me. Io ho pagato abbastanza, però mi sembrava di impazzire, non riuscivo più a stare con lui. Che poi diciamolo, io e lui non siamo mai stati veramente insieme. C'era sempre qualcosa o qualcuno che ci allontanava. Fin quando quel "qualcuno" non sono diventata io stessa. Alla fine sono stata io a dire basta. E non credo di essermene pentita. Solamente che ho capito di non aver smesso di provare qualcosa per lui. Forse perché, come viene spesso detto, lui è il mio primo amore....e anche l'ultimo. È troppo complicato per me.

Adesso sto andando da Sonoko. Sono partita da casa con una macchina che è un flash, ma per paura di distruggerla ho camminato a venti kilometri orari.
Sonoko non ha cambiato casa. I suoi genitori stanno giù e lei al piano superiore. Quindi non ho difficoltà ad andare lì, la strada la ricordo. Busso e quando apre mi salta subito addosso. Mokoto è dietro di lei e mi saluta con un sorriso. Poi si scusa dicendo di dover affrontare un allenamento importante.

-Amore, che ne dici di fare un combattimento tu e Ran?!-

Io e Makoto la guardiamo con gli occhi sgranati: è scema! Significherebbe ossa fratturate per me. Ma Makoto, senza neanche darmi il tempo di ribattere, dice che per lui va bene. Sonoko mi da una divisa da karate delle mie. Dice che le era rimasta qui da tempo. La indosso, mi sta ancora alla perfezione. Ci dirigiamo nella palestra privata di Makoto. E lì, iniziamo quell'incontro. Tra una mossa e l'altra restiamo sfiniti,  ma alla fine vince lui, ovviamente.

-Abile come sempre Ran-

-Tu migliori sempre!-

Lo lascio ai suoi allenamenti e vado a rimettere i miei vestiti per poi andare con Sonoko in salone. Ci sediamo sul divano e mi offre qualcosa.

-Quindi, credevi davvero di essere più forte dei tuoi sentimenti?-

No, di nuovo con quel discorso. Perché ogni volta dobbiamo parlare di lui.

-Sonoko, perché dobbiamo parlare sempre di lui?-

-Lui? Qui stiamo parlando di quello che provi tu-

Sospiro. Questo forse è anche peggio. Su di lui so tutto, sui miei sentimenti nulla, solo una gran confusione.

-Sonoko, è semplice. All'inizio eravamo grandi amici, abbiamo cercato di non innamorarci,  invece è successo lo stesso-

Mette su un'espressione del tipo "te l'avevo detto". Fa anche paura.

-Allora sta' insieme a lui. Non tornare da Haru, anche se lo feriresti. Secondo me quando c'è l'amore tutto il resto non conta nulla. Né la distanza, né la sofferenza degli altri. Conta solo chi ama e l'amore-

-Sonoko, adesso devo andare. Devo riportare la macchina a Shinichi e devo parlare con lui-

Mi accompagna fino all'uscita e mi saluta con un caloroso abbraccio. Prendo la macchina e torno a casa, non ho fretta. Perdo i miei pensieri nei nostri ricordi e cerco di pensare a ciò che devo dirgli. Ma, per quanto abbia cercato di andare piano, sono già sotto casa. Salgo e trovo papà sdraiato sul divano e Shinichi che lavora al computer. Mi salutano con la mano e si riconcentrano in quello che stavano già facendo.

-Vabbè, vado a prepare il pranzo anche se ormai è tardi. Mi dispiace, ma mi sono fermata in un po' di posti-

Effettivamente sono già le tre passate, ma se hanno fame mangieranno lo stesso.

Salgo in cucina, mi metto il grembiule e inizio a preparare.

-Ran, qual'è il vero motivo per cui sei tornata?-

Mi spavento e sobbalzo. Mi giro arrabbiata e lo guardo malissimo facendolo ridere. Rido anch'io e poi mi giro verso la cucina.

-Che domande fai? L'ho detto poco fa, devo sbrigarmi delle cose!-

-Ah smettila! Non saresti mai tornata per questo motivo, non l'hai fatto in dieci anni quindi-

Non gli si può nascondere niente, questo è ovvio. Ma mi piace prenderlo in giro un po'.

-Okay, come al solito hai ragione. Sono tornata perché devo parlarti-

-Resterai?-

-No Shinichi, non resterò. Devo tornare a casa, ho qualcuno che mi aspetta...che mi ama-

Lo sento fare un verso infastidito, quasi arrabbiato. Sicuramente avrà già messo le mani in tasca.

-Giusto, lui ti ama. Tutto il resto non conta. Spero che lui ti compri dei fiori, spero che ti tengo stretta a sé sempre, spero che ti porti agli acquari, perché ricordo ancora di quel giorno. Che faccia tutto quello che avrei dovuto fare io quando ero ancora tuo-

Alza il tono della voce e poi se ne va. Stiamo litigando di nuovo? Devo mettere le cose in chiaro subito.

Finisco di preparare il pranzo e lo porto a tavola. Mangiamo tutti e tre in silenzio e poi Shinichi scende allo studio. Io aiuto papà ad andare a letto, è inutile che stia nel divano. Tanto vale che vada a letto.
Passo il pomeriggio a sistemare la casa. In mano a due uomini è diventata troppo incasinata. Quando arriva l'ora di cena, porto il piatto a papà a letto. Poi scendo giù per dire a Shinichi di venire a cenare. Apro la porta dello studio, dentro è tutto buio. Vedo Shinichi chinato sulla scrivania e la luce dello schermo del computer che gli illumina i capelli. Mi avvicino e accanto a lui vedo un bicchierino e una bottiglia di rum. Mi avvicino e lo scuoto. Lui alza la testa e mi guarda.

-Shinichi, hai bevuto?-

Ha gli occhi rossi e i capelli scompigliati. E non so perché, ma a me sembra comunque sublime.

-Si, ero ubriaco. Adesso sto meglio, mi fa male solo la testa. Sai Ran, ho bevuto quindici shots di rum e pera, una vodka lemon e un quattro bianchi con fragola per dimenticarti almeno per un po'. Ho dimenticato il mio nome, il tuo no-

Lo guardo e mi fa tenerezza. Ha l'alito che gli puzza di alcool. Dice di non essere più ubriaco, ma non credo sia proprio così. Però quello che mi ha detto, quelle parole da ubriacone, sono sicura che sia tutto vero.

Lo aiuto ad alzarsi e lo accompagno a letto, ha bisogno di riposare. Si appoggia al cuscino e mi guarda per un po'.

-Ti amerò più di ogni altro giorno, più di chiunque. Non sto fingendo, tanto tu sai leggere nei miei occhi-

Poi si addormenta, sembra un angelotto un po' brillo. Gli do un bacio sulla guancia e me ne vado a letto anch'io, ma non riesco a dormire. Mi siedo sul tavolo della cucina al buio.

E poi c'è la notte. C'è chi fa l'amore, chi legge un libro e chi, come me, resta sveglia a pensare. Il problema più grande viene a crearsi quando la testa dice basta, ma il cuore dice aspetta.

~Quel Che Ero 2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora