Capitolo 8

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E come un film a rallentatore, la vedo correre verso di lui e abbracciarlo. Lui, in un primo momento, resta sbalordito. Poi ricambia l'abbraccio e appoggia la sua testa sulla spalla della ragazza.

Allora anche lei ha dei sentimenti e un cuore. Sento un dolore lancinante opprimermi il petto. Perché questa sensazione? Mi viene anche da piangere e prima che qualcuno mi veda, corro di sotto, all'agenzia. Dico a tutti che devo prendere una cosa come scusa. Mi appoggio alla finestra e prendo un po' d'aria. Mi sento già meglio. Sto quasi bene.

-Che ti è preso, stai bene? Mi hai fatto spaventare!-

Mi giro e lo vedo appoggiato alla porta con le gambe incrociate e la sua maglia bianca. Sto odiando quella maglia, si vede tutto!

-Perché sei venuto? Ho detto a tutti che devo prendere una cosa, sei sordo?-

-Avanti Ran, ti conosco fin troppo bene, avevi gli occhi lucidi, ti senti bene?-

-Ho solamente avuto un giramento di testa, sto bene. Non volevo fare preoccupare nessuno. È solo che stanotte non ho dormito molto, mi mancava Haru-

Lo vedo innervosirsi un po' e tornare subito normale. So che sono solamente un pugno di bugie, ma non posso dirgli nulla, neanche io ho capito bene cosa mi sia preso.

-Haru dorme con te, vero?-

Divento rossa perché capisco la domanda a doppio sfondo. Ma che diamine gli prende? È la mia vita privata!

-Eh?! Ma che domande fai?! È ovvio! Sarebbe stupido se dopo dieci anni io non abbia ancora...dormito con lui-

Il tono della mia voce si abbassa imbarazzato. Cerco di dargli una risposta con doppio significato anch'io. Anzi, non so neanche perché gli sto dando tutta questa confidenza. Non mi guarda più negli occhi, il suo sguardo è perso nel vuoto. Dietro di lui spunta Haru che mi guarda.

-È tutto apposto? Non ti senti bene, vero Ran? Se n'è accorto anche Shinichi-

Fortunatamente Haru non è mai stato un tipo geloso e non ci trova nulla di strano in quella scena.

-Mi girava la testa, adesso è tutto apposto. Saliamo su, ci aspettano gli altri. Adesso verrà anche Shinichi-

Lo bacio e poi saliamo su insieme seguiti da Shinichi. Io mi siedo vicino ad Haru e lui finisce seduto vicino a Shiho. Che coincidenze, eh? Quando finiamo di mangiare, ad uno ad uno vanno via tutti salutando me ed Haru e dicendoci che verranno a trovarci più spesso.
Haru saluta Shinichi e inizia a portare le cose in macchina. Ci accompagnerà la mamma all'aereoporto. Io resto lassù con lui. Tiene le mani in tasca come è suo solito fare e mi guarda serio. Vado verso di lui per uscire dalla porta e quando siamo uno accanto all'altro lui mi ferma mettendomi una mano sulla spalla.

-Stai partendo di nuovo senza più tornare. Ran, non andare, ti prego-

Sospiro e mi giro a guardarlo. Ha gli occhi lucidi, possibile che stia per piangere?

-Haru mi aspetta, devo andare, ci vedremo in un'altra vita. Tieni questa, io non la voglio più. E tieni anche le chiavi di casa tua, erano rimaste a me-

Gli do la nostra fotografia, quella che tenevo sulla scrivania e anche le chiavi di casa sua. Non voglio piu niente di suo. Shinichi osserva quella foto e devo ammettere che mi fa un po' di tenerezza. Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia.

-Lei ti ama Shinichi, puoi renderla felice. So che le vuoi bene-

È stata dura da dire infatti inizio a piangere e incomincio a scendere giù per le scale di fretta, non voglio che lo veda. Ma lui è più veloce di me, mi prende per un braccio e mi tira dentro lo studio di mio padre.

-Stai piangendo, perché Ran?-

-Shinichi, lasciami andare, Haru mi aspetta-

Ma senza che me ne renda conto, la distanza fra di noi si annulla e lui mi bacia. Chiudo gli occhi e scende giù un'ultima lacrima.
Quando si allontana da me, lo guardo negli occhi. Non li avevo mai visti così lucidi.

-Addio Shinichi-

Mi asciugo le lacrime e scappo giù per le scale. Haru mi vede e mi bacia. Lui è lì nelle scale a guardarci. Ci guardiamo per l'ultima volta e poi salgo in macchina. Questo sarà il ricordo che terro di lui: la sua immagine sulle scale con le mani in tasca, quella maglia bianca che mostrava tutta la sua perfezione e le lacrime sulle sue guance. Adesso l'unica cosa che vedo non è la strada che scorre dai finestrini, ma il suo volto. Quel vuoto che era finalmente andato via, sta tornando di nuovo. Se vado via adesso, riprenderò la mia tranquilla vita con Haru. Jogging la mattina, l'alba nel parchetto, la colazione preparata da noi due insieme, le coccole sul divano. Tutto sarà di nuovo perfetto, forse un po' noioso, ma perfetto. Se Haru riuscirà a prendere delle vacanze andremo anche a trovare Heiji e Kazuha. Da loro non ho problemi ad andare. E poi voglio giocare con Ryoko, la loro bambina di un annetto e mezzo. Quella bambina è la fotocopia di Heiji ma caratterialmente è molto simile a Kazuha: determinata e combattiva. Però ha il senso dell'umorismo di Heiji. Adorano la loro bambina, sono una famiglia perfetta. Mi piacerebbe che un giorno io e Haru riuscissimo a sposarci. Già immagino il mio bambino. Se lo immagino maschio potrebbe avere gli occhi azzurri e un ciuffo di lato, potrebbe essere molto inteligente.
Solo che nè io nè Haru abbiamo il ciuffo di lato e gli occhi azzurri. Non potrebbe mai essere così.
Il problema è che non sono mai riuscita a immaginarlo in un altro modo.

Io e Haru salutiamo mia madre, e entriamo in aereoporto. Vengono chiamati tutti i passeggeri per il volo di Sapporo e noi andiamo. Il tempo del volo, quello di scendere giù, di trovare la nostra macchina nel parcheggio, e di tornare a casa e si sono già fatte le quattro del mattino. Non sono riuscita a dormire sull'aereo. Non lo faccio perché mi viene in mente lui e il suo primo caso risolto, era un ragazzino ancora.

-Ran?-

-Si, Haru?-

-Andiamo a letto, ci penserai domani a sistemare tutto-

~Quel Che Ero 2~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora