Papà prende le valigie e le scende dalle scale per caricarle in macchina. Non so dove sia Shinichi. Stamattina quando mi sono svegliata non era più vicino a me. Neanche papà ha saputo dirmi niente. Chiudo la porta della mia stanza dove ieri abbiamo fatto l'amore e prendo un bel respiro. Poi mi giro un'ultima volta tutta quanta la casa e inizio a scendere le scale senza guardarmi più dietro. Salgo in macchina con papà e mi accompagna all'aereoporto. Fuori piove, il cielo è grigio ed io mi sento morire. Senza lui, mi sento morire. Scendo dalla macchina e saluto papà con un grosso abbraccio. Anche Sonoko, che è venuta in macchina, mi viene ad abbracciare.
-Ran, come stai?-
-Sto bene. Ho soltanto un piccolo nodo nello stomaco, mi viene da piangere e vorrei gridare che tutto mi ferisce. Ma sto bene-
-Il motivo è Shinichi, vero?-
-Siamo solo amici Sonoko, lo sai. Non so perchè mi sento così-
-Ma voi due non sarete mai amici. Non possono essere amici due che si guardano in quel modo, che si perdono di continuo e poi si ritrovano. Non possono essere amici due che devono sempre stare attenti ai passi falsi, che basta una parola di troppo per innamorarsi. Non possono essere amici due come voi, che vi cercate con gli occhi e, con le mani, che avete voglia di fare l'amore ogni volta che siete insieme e se non siete insieme, sognate di esserlo. Non siete amici, per quanto vuoi credere a questa bugia per non farti male. Perché lo capisco, non siete amici ma non siete nemmeno innamorati, e non volete innamorarvi anche se potrebbe essere così semplice. Voi siete tutto, ma non siete niente. Ma mia cara, io vi vedo e lo capisco. Vi volete, in qualche modo assurdo e strano, contro ogni logica. Perché siete e sarete sempre una questione irrisolta-
Quanto odio sentire parole del genere. Sono troppo vere e bruciano non so come. Ti rodono dentro e ti senti sbagliata, senti di fare la cosa sbagliata.
La saluto in fretta per allontanarmi da quelle verità.
Dico loro che non c'è bisogno di accompagnarmi fino a dentro e, sia papà che Sonoko, salgono in macchina e vanno via mentre li saluto da lontano con la mano.
Entro dentro con la mia valigia e mi siedo in attesa che il mio volo venga chiamato dall'altoparlante.
Ripenso alla notte passata con Shinichi e sorrido.Il nostro è stato fare l'amore. Niente sesso, solo amore. Con i baci lenti sulla bocca, sul collo, sulla pancia, sulla schiena, i morsi sulle labbra, le mani intrecciate, e occhi dentro occhi. Con gli abbracci talmente stretti da diventare una cosa sola, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi del cuore, vestiti tolti insieme alle paure, baci sulle debolezze, sui segni di una vita che fino a quel momento era stata un po' sbagliata. Ho adorato le sue dita sul mio corpo che creavano costellazioni. Ho adorato inalare il suo profumo, sentire i nostri cuori che battevano insieme, i nostri respiri che viaggiavano allo stesso ritmo e poi i nostri sorrisi sinceri. Dopo che non lo erano più. Non credevo potesse esistere qualcosa di così sublime.
Il mio volo viene chiamato ed io mi alzo per andare a bordo. Mi giro nella speranza di trovare Shinichi che mi saluta, ma ovviamente ciò non è possibile. Salgo a bordo e il volo prosegue tranquillo. Vedo Tokyo allontanarsi e tutto diventare sempre più piccolo mentre le mie lacrime diventano sempre più pesanti. L'unica cosa che mi consola è che fra due giorni andrò a trovare Heiji e Kazuha.
Dopo qualche ora di volo atterriamo all'aereoporto di Tottori. Superati tutti i controlli vedo Haru da lontano che mi sorride e che mi saluta con la mano. Istintivamente gli corro incontro e mi immergo nel suo petto piangendo. Lui, confuso, mi stringe a sé.
-Ti sono mancato così tanto?-
No, non mi è mancato per nulla. Ma lui, si lui, mi mancherà tutta quanta la vita. Ed è questo che veramente mi fa piangere.
-Tranquilla, torniamo a casa. Da oggi in poi tutto andrà bene, come sempre amore mio-
Faccio cenno di si con la testa e fingo un sorriso. Saliamo in macchina e andiamo a casa. Quando rivedo casa mia mi sento un po' meglio. Sentivo la mancanza di questo luogo. D'altronde ci vivo da dieci anni e dentro c'è tutto ciò che mi appertiene. La casa è molto ordinata e pulita. Haru è sempre molto premuroso e si è occupato di tutto lui. Posa le valigie nella nostra camera da letto e torna da me. Mi tira dai fianchi e mi bacia.
-Mi sei mancata tanto-
Mi allontano da lui infastidita.
-Che c'è Ran?-
-Perché hai fatto quella scenata di gelosia al telefono con Shinichi? Non è da te e mi ha dato molto fastidio. E per finire in bellezza ti sei arrabbiato anche con me-
Lui mi fa un sorriso a trentadue denti e si passa una mano fra i capelli. Quando fa così mi sembra un bambino che ha appena combinato un pasticcio: è buffo.
-Scusami tesoro. È che non eri tornata e al tuo cellulare mi aveva risposto lui. Era mattina quindi pensavo che voi due...-
-Haru!!! Ma che ti viene in mente?!? Dai smettila stupido!!-
Mi metto a ridere per il suo comportamento e lui inizia dopo di me. Ogni volta che sono con Haru, anche in tutti questi dieci anni, non ho mai pianto. Lui mi fa ridere con la sua allegria. Invece, da quando ho visto Shinichi e per tutto il tempo che sono stata con lui, ho solamente pianto. Ecco qual è la grande differenza tra loro. Però, egoisticamente, io mi sento felice solamente con Shinichi.
Magari mi basterà solamente riprendere la mia vita qui. Quando sono andata via la prima volta era la stessa cosa. È stato difficile per i primi mesi. Non potevo vederlo, non potevo vedere il suo sorriso, i suoi occhi. Ma Haru ha saputo rendermi felice e Shinichi era sparito. O perlomeno così credevo fino a qualche mese fa, quando l'ho rivisto. Ma si aggiusterà di nuovo tutto. Ne sono sicura.-Stasera andiamo a cena fuori, okay? Per festeggiare il tuo ritorno in patria! Ahaha!-
-Sai, hai proprio ragione. Andiamo a cenare fuori-
-Ovviamente ti cambi vero? Cioè sei bellissima anche con i leggins neri e la felpa però, insomma...-
Gli faccio una pernacchia e vado a cambiarmi. Prendo un tubino nero e delle zeppe rosse e vado a sistemarmi. Non mi piace vestirmi così, ma è l'unica opzione che ho.
Mi faccio una coda di cavallo e scendo giù. Haru mi vuole vedere con la coda di cavallo quando usciamo perché dice che è più ordinato. Quando mi vede, mi prende per mano e mi dice che sono bellissima come sempre diventando un po' rossa. Poi mi fa salire in macchina e ci dirigiamo verso il ristorante. Quando entriamo subito veniamo fermati da gente che conosce Haru.-Wow, imprenditore. Vedo che sua moglie è bellissima come sempre-
Lui mi attira a sé mettendomi una mano dietro e prendomi da un fianco.
-Grazie, ma non è ancora mia moglie. Per il momento stiamo bene così. Ormai stiamo insieme da dieci anni!-
Fa due chiacchierate con loro e poi finalmente andiamo a sederci. Decidiamo di cenare a base di pesce.
-Oh mamma! Ogni volta che usciamo c'è qualcuno che ti conosce!-
-Non dirmi che non ti piacevano i complimenti? Ahaha-
Gli sorrido e continuamo a parlare fin quando non portano la cena. Come al solito qui è tutto buonissimo e appena finiamo di cenare torniamo a casa. Haru mi sfila la giacca e l'appende sull'appendino all'ingresso della casa.
-Ran, vai a mettere il pigiama, ma non sciogliere i capelli. Sai che adoro farlo io!-
-Scusami Haru, non mi va di venire a letto per ora. Resterò sveglia ancora un poco-
Lui va a letto ed io resto. Sono preoccupata, non so dove sia Shinichi. Sarà tornato a casa? Oppure stavolta è stato lui a scappare senza dire nulla?
Prendo il cellulare e compongo il numero di papà per chiedergli qualcosa. Il cellulare squilla a vuoto. Provo una seconda volta e succede la stessa cosa. Allora decido di provare a chiamare nel telefono dell'agenzia.-Pronto? Qui agenzia investigativa ahaha...buffo no?-
Questa voce. Shinichi. Ha bevuto! Ne sono sicura. Di nuovo.
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~Quel Che Ero 2~
FanfictionEd era andata a finire in quel modo. Lontani, ognuno per le proprie strade. Era stata una decisione che Ran aveva preso per il suo bene e non aveva intenzione di cambiarla. Ebbene, sono passati dieci anni. Ran adesso è una bravissima donna, con una...