Capitolo 6

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Seguo Shinichi in silenzio finché non arriviamo al parcheggio dove c'è il suo macchinone nero. Mi sento a disagio. Non voglio tornare a casa con lui. Mi apre la portiera della macchina e mi fa cenno di salire. Entro e lui chiude lo sportello. Poi sale in auto e mette in moto. Vedo che prende un'altra strada, ma la strada possibile da qui è solo una.

-Dove stai andando?-

-Noi dobbiamo parlare!-

Inspiro e mi giro dall'altro lato. Questo momento non doveva arrivare. Ognuno di noi deve prendere strade diverse. Non possiamo fare incontrare di nuovo le nostre vite, non deve succedere assolutamente.

-Senti Shinichi, domani sera andrò via di nuovo e per sempre stavolta. Anche tu andrai via, tornerai a casa tua. Magari non sei sposato, ma sarai fidanzato. Torna da lei e basta-

-Ran, porca puttana, non ho nessun'altra! Lo vuoi capire che ci sei sempre stata solo tu?! Ti ho urlato che ti amavo, te ne sei dimenticata?!-

Inizia a fare gridi. Non l'avevo mai visto così arrabbiato, solamente se succedeva qualcosa di grave a me. Solamente quando ancora gli interessava proteggermi.

Mi mette il braccio davanti al petto per proteggermi mentre frena. Si ferma con la macchina in una stradina, dove non c'è confusione. Scoppio a piangere come una bambina. Non mi piace che mi si gridi in faccia!

-Non devi gridarmi in faccia! Non dovevo incontrarti!! Io andrò via con Haru, ci sposeremo e saremo felici come lo siamo stati questi ultimi dieci anni!...mi dispiace, io non provo più nulla per te, mi sono innamorata di lui-

-Dove sei sparita negli ultimi dieci anni?-

Sta succedendo di nuovo: la sofferenza, i litigi, le lacrime. Tutto sta ripartendo da zero. Il lavoro che ho fatto in dieci anni per dimenticarlo sta andando tutto a farsi fottere.

-Sono andata a vivere con Haru, non ti dirò dove ovviamente. Abbiamo una casa bellissima. Mi sono allontanata da tutto quello che ti riguardava. Ho bloccato tutti i programmi tv che potevano parlare di te. Anche tu sei sparito, Sonoko mi raccontava che sei andato via pure tu-

-Sono andato via un mese dopo di te. Nessuno mi ha mai voluto dire dove fossi, ti ho cercata sempre. Ho aperto la mia agenzia investigativa a Tokyo, sono riuscito a diventare l'Holmes del terzo millennio. Non mi sono mai sposato o fidanzato da quando te ne sei andata-

Senza rendermeno conto sorrido. È un sorriso spontaneo nato dalla felicità dei suoi sogni realizzati. O forse, nato per la soddisfazione che mi abbia sempre aspettata.

-Perché sorridi?-

-Sono felice che tu sia riuscito a realizzare il tuo sogno! Davvero!-

-Mi sento un cretino ahaha-

Effettivamente lui è un cretino però è meglio se sto zitta prima che dallo scherzo passiamo ad un litigio.

-Perchè?-

-Non sono riuscito a riconoscerti! Cioè, quando tua madre ti ha chiamata e ti sei girata io sono rimasta svonvolto. Mi sei mancata, tanto-

Non gli rispondo, non posso dirgli che è mancato anche me. Che mi è mancato come l'aria, che ogni volta che pensavo a lui vedevo il suo sorriso, che sentivo un immenso senso di vuoto. Non posso proprio.

Riparte con la macchina e si ferma sotto casa mia. Faccio per scendere ma lui mi tiene la mano.

-Mh? Cosa vuoi?-

-Hai mangiato oggi? È da stamattina che sei in giro e non ti ho vista mangiare, hai solamente portato il cibo a lui-

Mi libero la mano ed esco dalla macchina. Poi mi abbasso per guardare dentro la macchina.

-In primis,"Lui" ha un nome, ed è il mio compagno. In secundis, no, non ho mangiato. Adesso vado a prepararmi qualcosa-

Apre lo sportella della macchina e scende giù. Io chiudo il mio e lo guardo di fronte a me. Perché è sceso?

-Ti aiuto io a prepararti qualcosa, dai andiamo-

Mi prende per mano e saliamo. Ha le mani così curate, morbide e grandi. Anche loro hanno il suo stesso calore. Non mi ero resa conto che sentissi anche la mancanza di loro, è stupido. Anche la sua sola mano che è venuta a contatto con la mia mi ha fatto venire i brivi lungo la schiena.

Entriamo in casa e lo vedo girarsi intorno a riguardare il luogo in cui abbiamo passato tante cose, anzi, in cui Conan e Ran hanno passato tante cose. Andiamo direttamente in cucina. Non pensavo mi avrebbe mai aiutato a cucinare, non so neanche se sa farlo.

-Sai cucinare?-

-Vivo da solo da ormai abbastanza tempo e certamente non sono rimasto a digiuno per anni-

Mi metto la mano davanti e scoppio a ridere stringendo gli occhi in una fessura. Lui esce fuori quel suo modo furbo di sorridere. Lo adoro.

Ci dirigiamo in cucina e inizio a pensare a cosa cucinare. Credo che del semplice sushi mi vada bene per stasera.

-Tu occupati di pulire il pesce, io preparo le salse, sei in grado di farlo Shinichi?-

-Si, tranquilla, so fare tutto-

Vedo che anche il suo esibizionismo non è andato via. Forse non è cambiato per nulla, sarà quello di sempre. D'altronde è sempre stato così, da bambino, da ragazzo e, a quanto vedo, anche adesso da adulto. Meglio pensare al sushi se non voglio che venga una schifezza. Fortunatamente anche la mia bravura in cucina è rimasta tale. Sento qualcosa arrivarmi in faccia. È una buccia di pesce. La prendo e la guardo, poi mi giro verso di lui.

-Come ti sei permesso?-

Prendo la prima cosa che mi capita tra gli ingredienti che ho sul banco e glielo tiro. Poi mi arriva un altro pesce e a lui pure, iniziamo una battaglia di cibo senza fine. Finché, stanchi, ci sediamo a terra. Abbiamo il fiatone per le corse per colpirci a vicenda. Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere.

-La cucina è un disastro! Tu hai iniziato e tu pulirai!-

-Ok, ma solo col tuo aiuto! Ahaha-

-Abbiamo ventinove anni a testa e ancora facciamo queste cose, è assurdo ahaha. Sei uno stronzo! Non dovevi lanciarmi il pesce Ahaha-

Mi metto a ridere e lui resta lì a guardarmi senza aprire bocca. Sorride solamente.

-Perché mi fissi?-

-Perché mi mancava vederti ridere, vederti stringere gli occhi, sei così bella-

Abbasso la testa imbarazzata e sicuramente sarò già rossissima. Lui si alza da terra e mi si avvicina per poi piegarsi e poggiarmi una mano sul viso e alzarmelo. I nostri occhi si incrociano e già stanno facendo l'amore al posto nostro. Loro possono permetterselo, noi no. Noi non esistiamo più, e forse non siamo mai esistiti.

-Shinichi forse è meglio che tu vada via, è tardi. Aspetta un attimo che ti praparo la cena-

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