È andato via. Ha fatto come ha detto. Ed adesso mi sento una merda. Forse un giorno gireremo l'angolo e ci incontreremo ancora. Probabilmente non ci fermeremo, ma guardandoci negli occhi ci domanderemo quello che non abbiamo il coraggio di dirci oggi a voce. Non smetteremo mai di pensare se avrebbe potuto funzionare, se ci saremmo davvero amati come desideravamo fare. E lo sognavamo, ma poi la vita con le sue grandi mani ci trascina altrove e, quasi sempre, pensiamo di non essere troppo forti per tornare indietro da soli. Pensiamo di non avere abbastanza voce per dirlo, quando in realtà anche un sussurro può fare la differenza. Forse un giorno io e lui ci incontreremo e rimpiangeremo per non aver lottato un po' di più. Ne sono consapevole.
Fatto sta che alle due e mezza del mattino continuo a girovagare per casa senza una possibile meta. Adesso faccio fatica a prendere sonno e non ho voglia di alzarmi al mattino. Ho imparato quanto sono lunghe le notti quando c'è qualcosa che non va, quando non si sta bene. Non riesco a dormire più perché quando mi sdraio sul letto immagino come sarebbe se lui fosse qui con me. E non posso neanche dire a me stessa che non me ne importa se poi la notte piango. E cosa peggiore è che se n'è accorto anche Haru di questa mia insofferenza. Mi chiede sempre cos'ho che non va e come mai sembro sempre turbata da qualcosa. Gli rispondo sempre con frasi di circostanza e cerco di sviare il discorso. Ma in realtà la risposta la so benissimo senza bisogno di pensarci. La risposta è unica: Shinichi. Lo voglio qui accanto a me. Voglio sentire i suoi occhi che mi fissano come fossi la cosa più bella al mondo, la sua bocca che mi sussurra parole dolci e le sue mani a toccarmi il viso, i capelli, i fianchi. Voglio tutto questo. Ed è stupido perché Haru mi ha sempre dato ciò, ma è come se da lui non mi bastasse più. O meglio, non mi è mai bastato. Era questo che creava quella sensazione di vuoto. Io non lo amo, anche qui la risposta è molto banale. Io non lo amo, stop. E non so come ho fatto a scappare dieci anni fa e ad essere così cieca in tutto questo tempo da non accorgermene. E chissà adesso lui dov'è mentre io ho passato ore a pensarlo e adesso vedo spuntare le prime luci dell'alba. Sarà tornato a Beika? Sarà ancora qui perché sa che prima o poi io lo cercherò?
Perché Shinichi? Perché non ti sei fatto una famiglia con dei bimbi e una moglie? Io mi sarei rassegnata e tu la ameresti. Tutti sarebbero felici e contenti. Beh, forse perché noi abbiamo bisogno di essere felici e contenti insieme, forse perché non c'è altra soluzione all'infuori di questa. Prendo il cellulare, vado nelle galleria e guardo una nostra foto. L'ultima che mi è rimasta, eravamo bambini. Lui ha una faccia seccatissima. È buffo. Adoro le fotografie perché restano così per sempre anche se le cose cambiano.
Non posso tornare con lui. Anche se tutti dicono che sarebbe la cosa giusta da fare, ma loro non capiscono. Mamma e Sonoko non possono capire. Perché nessuno di loro può capire come ci si sentiva dopo che ci avevo provato davvero, ma non avevo ottenuto nulla. Quante volte ho sospirato pensando "non ce la faccio più". Non voglio tornare a quel periodo.
Che cosa ridicola non averlo dimenticato in tutti questi anni e me ne rendo conto solo adesso.
Io non sono mai veramente guarita da lui perché volevo sempre sapere con chi mi dimenticava, e faceva male. Avevo capito che non c'era sensazione più brutta del sentirsi dimenticati e sostituiti.
Però sta succedendo la stessa cosa. Neanche adesso ce la faccio più senza di lui.-Ran, già sveglia? E da un bel po' di tempo che ti sento camminare per casa. È successo qualcosa?-
Sobbalzo un po' per lo spavento e poi mi giro verso Haru che già di prima mattina infonde sicurezza con il suo sorriso.
Perché non mi sono innamorata di lui in dieci anni? Eppure è così dolce e amorevole con me. Sono sicura che lui darebbe la vita per me. Come ha sempre fatto Shinichi d'altronde. Conan mi ha salvato tantissime di quelle volte che ne ho perso il conto. Per esempio nella galleria d'arte per la mostra dei girasoli di Van Gogh di zio Jirokiji.
Quella volta ha detto a Kid di salvare me al suo posto, rischiando così di morire affogato. O come quando mi ha spinta giù dal letto perché un criminale stava tentando di affettarmi, se vogliamo ironicamente parlare. E in tutto questo pensare mi vedo la mano di Haru passare davanti in cerca del mio sguardo perso nel vuoto.-Emh...scusa Haru, non so. Non ho sonno e...-
-E pensi a Shinichi, vero Ran?-
-Cosa? No, perché dici così? Non è che sei geloso, vero?! Sai benissimo che la storia tra me e Shinichi è finita dieci anni fa-
Lui mi sorride, si avvicina e mi abbraccia lasciandomi sorpresa. Poi mi stringe dalle spalle e mi guarda.
-Per quanto io ti possa abbracciare, i miei abbracci non sono i suoi. Né i miei "ti amo", né i miei baci, né i miei saluti. Niente di tutto quello che faccio sarà mai alla sua altezza. Mi dispiace. Tu ami lui, hai sempre amato lui. Ma io amo te-
Metto una mano davanti la bocca e inizio a piangere. Mi sta lasciando andare, lo sta facendo per me. Scuoto la testa in segno di negazione.
-No, Haru. Io non voglio stare con lui. Io voglio restare qui con te-
-Ran, va' da lui. Non aver paura di soffrire. Ti ama, questo è ciò che conta. L'unica cosa che ti chiedo è di non dimenticarmi. Di non dimenticare i nostri dieci anni insieme, la nostra casa, i nostri sogni insieme, i bei momenti e anche quelli brutti se ci sono stati. Ricordati che questa sarà sempre casa tua e quando vorrai venire potrai fare quello che vuoi. Se vuoi sapere dov'è lui te lo dico io: stasera ha un volo per tornare a Tokyo, a casa sua-
Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia. Poi gli sussurro all'orecchio piangendo:
-Non dimenticherò mai noi, né questa casa, né i nostri sogni. Non dimenticherò nemmeno il nostro primo incontro. Tu fosti colui che mi tornò il sorriso, grazie. E sappi una cosa: sono stata veramente felice con te, grazie di vero cuore-
-Ti adoro Ran. Puoi prenderti la macchina, è tua. Ti auguro di essere veramente felice con la persona che ami-
Gli do un altro bacio e lo saluto. Mi vesto ed esco da casa per andare all'aereoporto. Tornerò a prendere le mie cose più in là. Guardo quella che è stata la mia casa per molto tempo e sorrido felice mentre ripenso a tutti i momenti e i ricordi che resteranno per sempre lì dentro e dentro il mio cuore.
Poi salgo in macchina e vado via.Angolo autrice
Ho pianto leggendo questo capitolo perché so che è stato il penultimo o forse il terzultimo, dopodiché, ci dovremo salutare.
Mi mancherete ma i saluti li faremo alla fine.
Vi adoro.
La vostra Alice.
STAI LEGGENDO
~Quel Che Ero 2~
FanfictionEd era andata a finire in quel modo. Lontani, ognuno per le proprie strade. Era stata una decisione che Ran aveva preso per il suo bene e non aveva intenzione di cambiarla. Ebbene, sono passati dieci anni. Ran adesso è una bravissima donna, con una...