Two

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Ormai, da un mese, Niall non era più qui.
Le mie giornate erano tutte uguali.
Chiamate da persone che neanche conosco che cercano di consolarmi, pianti, e congratulazioni spinte emotivamente, dopo aver dato la notizia della gravidanza.
Quella era l'unica cosa positiva, perché quell'esserino dentro me, era l'unica cosa che mi rimaneva sia di Niall, che della mia stessa vita.

Mi distesi sul divano, cercando di non pensare a nulla.
Afferrai il telecomando accendendo la TV.
Fissai la piccola fede che ancora adornava il mio anulare sinistro.
Sorrisi ricordando quel giorno, il migliore di tutta la mia vita.

"Notizia dell'ultima ora: il cantante Irlandese degli One Direction, Niall Horan, disperso da ormai un mese, ventiquattr'ore dopo che il volo privato della sua band sparisce dalla torre di controllo senza lasciare alcuna traccia."

Spensi la televisione.
Smettere di piangere sembrava quasi impossibile.
Mi stesi sul divano stringendomi nelle coperte, quando a malapena sentii una voce.
«Haz, sei tu?» Mi alzai di scatto sentendo un freddo quasi agonizzante.

Qualche secondo dopo, quella voce calma, posata, quell'accento terribilmente affascinante e dolce si fece spazio nella mia mente.
«Amore, non piangere» Sobbalzai, sentendo il mio cuore fermarsi per un secondo.

«Niall?» Sussurrai in preda al panico.
La televisione si accese, da sola.
Per un secondo ebbi paura, poi trovai il telecomando sotto il cuscino.
"Devo aver schiacciato qualcosa" pensai.

Provavo un mal di testa terribile, così sciolsi i capelli dalla coda, tornando a sdraiarmi sul divano.
Posai le mani sulla mia pancia, sentendo i dolori atroci farsi spazio nel mio stomaco.
Sentii il gelato mangiato in precedenza salire per la mia gola, facendomi precipitare nel bagno.

Rigettai ogni cosa ingerita nelle ultime cinque ore.
Mi buttai accanto alla doccia stremata, in condizioni pessime.
«Piccolo, ti prego, dammi tregua» Sussurrai fissando il soffitto, rivolgendomi a mio figlio.

Mi aggrappai alla maniglia della doccia, alzandomi da terra.
Camminai fino al lavabo, afferrai lo spazzolino, iniziando a disinfettare la mia bocca.

Mi scrutai per bene allo specchio mentre mi asciugavo il viso.
Ero spenta.
Completamente vuota.
I miei ventidue anni si stavano trasformando in cinquanta.

I miei capelli castani erano smorti come i miei occhi del medesimo colore, contornati da due solchi profondi e scuri.
Di solito si dice che le donne incinte diventino belle a causa della dolce attesa, che la loro pelle diventasse porcellana, i loro capelli come seta pregiata, e che i loro occhi brillassero, nonostante i dolori.
Io, invece, ero tutto il contrario.
«Sono orribile» Mi dissi con aria stanca e schifata.
Mi voltai di scatto sentendo il mio telefono squillare.

Presi il telefono tra le mani, sbloccai lo schermo.
Lessi.
Iniziai a tremare.

«È uno scherzo»

"Piccola, sai che per me sei bellissima anche così? Ti amo"
Niall.

Digitai il numero di Harry correndo giù dalle scale.
«Haz?»
«Ev che è successo?»
«Niall...»

***

Harry rilesse varie volte quel messaggio, il numero, che confrontò più volte con quello che aveva salvato lui nella rubrica.

«Ev, io non so che dire... Possiamo andare alla polizia se vuoi, ma non so...»
Si passò una mano tra i capelli in segno di frustrazione.

«Posso chiamarlo... Magari risponde»
Lui prese il suo telefono, componendo il numero, mettendo il vivavoce.
Uno squillo, due e nella stanza si fece spazio "All Along The Watchtower", la suoneria che lui era solito impostare nel telefono.
Scattai andando verso il cellulare, che era posato sul tavolo.
Fissai il suo Iphone, illuminato dalla chiamata di Harry, che si interruppe poco dopo, mostrandomi lo sfondo che ritraeva me.

Mi voltai rivolgendomi al ragazzo accanto a me.
«Ti prego, dimmi che hai sbagliato numero» Dissi in preda al panico totale.
«Tutto questo è assurdo, sicura che non fosse il telefono per lavoro?» Domandò Harry alzandosi in piedi.
Lo vidi posare il suo cellulare sull'orecchio.
«Chi chiami?» Domandai corrugando la fronte.

Non rispose, iniziando a conversare.
«Lu, quando hai chiamato Niall l'ultima volta prima del volo, che numero hai composto?... Ah, capito... Va bene amore, a dopo...»

Buttò il telefono sul divano, passandosi una mano tra i capelli.
«Ha chiamato al privato, non ha preso l'altro» Parlò Harry, scuotendo il capo, strofinandosi il viso.

Harry andò via poco dopo, lasciandomi sola con quel telefono.
Lo fissai a lungo, decidendo poi di posarlo sulla mensola, accanto alla tv e ai libri.
Andai in cucina accendendo la luce, rovistai nel frigo, prendendo due uova, iniziando a preparare qualcosa per cena.

Mi posai sull'isola nel mezzo della stanza, sentendo la testa girare.
Mi ripresi accendendo il fornetto per scaldare il pane.

Il mio telefono squillò mentre poggiavo il piatto sul piano cottura.

"Se il tuo amore potesse vederti, sono sicuro che ne sarebbe intenerito.
Giochiamo?"
Niall.

Sussultai, guardando alle mie spalle.
Non c'era nessuno.
Corsi verso il telefono, era ancora li, accanto alla televisione, vicino a tutti quei libri e quei premi.

Cosa stava succedendo?

Ghost. ||njh||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora