Eight

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«Signora Horan, forse è giusto che lei veda questo.»
Mr Channing mi fece accomodare in una piccola sala, attorno a me non c'era molto se non qualche scaffale colmo di fogli, fascicoli, cassette e DVD.
Una piccola televisione al plasma stava attaccata alla parete davanti a me, in pochi secondi si accese per mano dell'uomo che mi aveva scortata nella stanza.
«Come può vedere, queste sono registrazioni che lei conosce benissimo» Disse facendo scorrere immagini dove sia io che Niall eravamo presenti, affiancati da centinaia di persone, se non migliaia.
«Il punto è che nel 97% dei video abbiamo lo stesso volto, la stessa persona che a debita distanza si appresta a scrutare lei e suo marito da circa nove mesi» Bloccò le immagini con il telecomando, osservai l'immagine e ciò che vidi mi fece letteralmente rabbrividire.
«Io conosco quell'uomo...» Sussurrai
«È mio padre» Conclusi la frase senza esitare mentre l'uomo davanti a me rimase leggermente sorpreso dalla mia risposta.
Dopo qualche minuto di silenzio egli parlò facendomi sussultare, ordinandomi di alzarmi per seguirlo.
Dopo essere arrivati nel suo ufficio ci mettemmo seduti.
«Ho bisogno del numero di suo padre» Sospirò picchiettando sul tavolo la penna biro che stava per farmi scoppiare il cervello.
«Io non ho nessun contatto con quell'uomo da quando avevo quattordici anni.»
«Allora, mettiamo in chiaro le cose signora, se lei non collabora non avrà indietro suo marito, scelga lei» La sua voce con tono provocatorio mi fece irritare fino a farmi sbraitare.
«Lei sa chi sono io, no? Sa anche chi è mio marito, conosce il suo lavoro e le persone che aspettano il suo ritorno in scena. Lei non vuole una marea di ragazze fuori da questo distretto e io non voglio problemi, faccia lei le sue ricerche senza mettermi in mezzo e si sbrighi» Gli stracciai la penna e il foglio da sotto il suo gomito, scarabocchiando velocemente io nome di mio padre, dopodiché mi alzai, andando via.

Flashback...

«È solo una piccola cena, ecco, prendila così» Ridacchiò Niall, buttando sul letto la camicia bianca che gli avevo appena stirato.
«Guarda che l'ho stirata eh, non ci ho giocato» Lo sgridai prendendo nuovamente la camicia per metterla nell'omino.
«Sei tu che non vuoi una colf, non io» Puntualizzò facendomi roteare gli occhi al cielo.
«Ti ho visto» Disse con tono serio andando verso il bagno.
«I boxer» Urlai vedendo che gli aveva lasciati sopra il letto.
Non ricevetti nessuna risposta, così iniziai a truccarmi, lasciando perdere.

«Evelyn!» Sentii Niall chiamarmi dal bagno con un urlo quasi disperato.
«Si?» Risi avvicinandomi alla porta del bagno con le mutande in mano.
Aprì la porta sporgendo il viso fuori.
«Ho dimenticato...» Sorrise, fermandosi.
«Grazie.»
Gli rubai un bacio, tornando in camera per finire di prepararmi.

Niall'sPov

Qualche mese prima...

«Non è molto impegnativo come evento, anzi, tutt'altro, dovete solo sedervi, mangiare e scambiare quattro chiacchiere con gli invitati» Morgan mi passò due fogli con il programma, mi sarei esibito dopo il mio amico Justin, poi la serata si sarebbe conclusa.
Sapevo quanto Evelyn odiasse questo tipo di eventi, non le piaceva il golf e tantomeno apparire e fare la bella faccia, soprattutto con chi non sopportava.
«Tu, signorina, vedi di tenere la bocca chiusa» Morgan schernì nuovamente Ev che, come risposta la fulminò con lo sguardo.
Le strinsi maggiormente la mano per farla rilassare e funzionò.
«Penso sia grande abbastanza per capire quando è o non è opportuno parlare» La difesi, con il totale disappunto della mia manager.
«Andate» Sospirò lei, facendoci scendere dall'auto.
Guardai mia moglie per qualche secondo, sorrise lei, portando la sua mano sul mio braccio appena fummo fuori, invasi dai flash.
Il mio sguardo si diresse su qualche obbiettivo, per poi posarsi nuovamente su di lei.
Indossava il vestito che le avevo regalato per convincerla a partecipare a quell'occasione, senza quello, probabilmente, sarebbe rimasta a casa a dormire.
Riprendemmo a camminare, sfilando verso il tappeto rosso.
«Mi stanno scoppiando i piedi, quando ci sediamo? Ho fame» Si lamentò lei sbuffando al mio orecchio, lasciando poi un bacio sulla mia guancia.
Ridacchiai portando la mano sulla sua vita per stringerla vicino a me.
«Tranquilla, adesso entriamo» Tentai di rassicurarla, fermandomi nuovamente per le ultime foto.
Sentii qualcuno chiamarmi a gran voce dietro di me; mi girai trovando Justin.
«Amico, eccoti» Sorrise lui attirando l'attenzione mia e di Evelyn.
Gli strinsi la mano, lasciandolo poi salutare Ev.
Per qualche secondo mi estraniai dalla folla, nel momento in cui il mio sguardo fu catturato da una persona in particolare.
Scrutai per bene l'uomo che cercava invano di camuffarsi tra la folla per sfuggirmi, ma non fu così facile.
Si arrese nel momento in cui si alzò gli occhiali da sole, facendomi cenno.
«Amore, tutto bene?» La mano di mia moglie mi fece distrarre e in pochi secondi persi di vista quello che dovrebbe essere suo padre, ovvero mio suocero.
«Si, andiamo...» Risposi facendola sorridere, cosa che mi riportò alla normalità.

Pochi minuti dopo eravamo nell'enorme sala, davanti a noi dei piatti di porcellana erano contornati di poche forchettate di cibo, che non mi avrebbero sicuramente saziato.
Appena iniziammo a mangiare mi tornò in mente la scena di qualche istante prima.
«Niall?» Sentii la voce di Evelyn riportarmi alla realtà.
La guardai negli occhi, e lei con imbarazzo si guardò intorno per poi rivolgere il suo sguardo verso il palco.
«Horan?» Il presentatore di cui non ricordavo neanche più il nome mi chiamò accennando una risatina.
Infastidito mi alzai, capendo di dover andare e ritirare quella sorta di attestato alla partecipazione.
Forse, per la prima volta, non ero felice di essere in posti come questo, anzi.
Avrei voluto essere nel divano di casa mia, senza dover pensare a nulla, se non a mangiare qualche pacco di patatine e stare sdraiato a guardare la televisione con mia moglie.
Davanti al microfono sorrisi iniziando a sudare freddo, non ricordavo nulla di ciò che dovevo dire.
«Beh... che dire» Grande Niall, davvero.
...
Sbuffai con aria irritata, dirigendomi verso i bagni.
Questa era la classica serata da non ricordare.
«Fanculo...» Iniziai a borbottare imprecazioni a caso senza neanche sapere bene il perché.
Aprii la porta, andando verso il lavandino.
Sfregai le mani sul viso, portandone una tra i capelli.
Fissai il mio riflesso allo specchio e la stanchezza si percepiva subito dai miei occhi.
Mi sciacquai velocemente le mani, portando l'acqua sul mio viso per svegliarmi.
Riaprii gli occhi e sobbalzai.
«Cosa cazzo ci fa lei qui?» Sbottai girandomi verso l'uomo alle mie spalle.

Ghost. ||njh||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora