Cocaine.

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Continuava a baciarmi in modo frenetico e alternava i baci ad un sorriso malizioso che a tratti mi faceva quasi paura.

Appoggiai la mia mano sul suo petto e riuscivo a sentire il battito accelerato e l'euforia del momento.

Dopo qualche minuto ero appoggiata al suo petto e lui mi respirava sul collo, il polso bruciava ancora e la pioggia era sempre più rumorosa.

Fuori stava sorgendo il sole, ma si vedeva poco, la nebbia e le nuvole nere coprivano il tutto facendo trasparire solo una luce gialla soffusa che rispecchiava particolarmente il mio carattere.

Qualcosa di forte che non riesce ad uscire, intrappolato dietro a qualcosa. Alessio mi accarezzava dolcemente la schiena, il collo, mi toccava i capelli, mi sussurrava frasi di canzoni nelle orecchie e rideva subito dopo.

Avevamo passato la notte con caffè, baci, risate, chitarra e il rumore della pioggia.

Finalmente dopo tanto tempo mi sentivo al sicuro.

Mi morsi il labbro e subito dopo mi addormentai.

A casa non avevo nessuno ad aspettarmi, ormai non avevo nemmeno una casa, o almeno la casa c'era, ma non la sentivo MIA.

Mi svegliai ancora fra le braccia di Alessio, mentre un profumino riempiva la stanza: Giulia stava cucinando qualcosa.

"Buongiorno dormigliona!"
mi disse lei.
"Sei rimasta abbracciata ad Alessio tutto il tempo, lui aveva una paura matta di svegliarti così non ha mosso un muscolo"
rise e continuò a cucinare.

Dopo ci alzammo entrambi.

Don't Wait For Your End To Love. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora