10 ; Don't Touch

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Busso alla porta di camera sua.

-"Entra." mi dice da oltre la porta ed io eseguo.

Nella stanza mi aspetta lui a petto nudo.

Mi mordo il labbro: non è normale.

-"Cosa c'è?" mi chiede, squadrandomi dall'alto in basso.

-"Quindi sai di essere sonnambulo." ipotizzo, svegliatami dal trance dovuto alla sua bellezza.

-"Sì, una specie." sbuffa, coprendosi con una maglia attillata.

-"Sai cosa ti succede?"

-"No. Oppure non sarei un sonnambulo."

-"Giusto." mi ammonisco mentalmente ed inizio a guardare in giro per la stanza.

-"Sei venuta qui solo per quello?" mi chiede, dopo un po'.

-"No. Cioè: sì. Insomma... Boh." sospiro.

Sono veramente confusa, non capisco pressocchè nulla.

-"Ti senti insoddisfatta, eh?" ridacchia lui con uno strano ghigno sulla faccia "Se te lo chiedi, sì. Era il mio obbiettivo."

-"Era perchè non lo è più?" chiedo, facendo qualche passo nella sua direzione.

-"Mmh, qualcosa del genere." risponde lui, sedendosi sul letto "Hai un bel culo, ragazzina."

-"Grazie." rispondo senza dargli tanto peso, per poi uscire dalla stanza.

-"Ehi!" mi richiama "Torna qui."

-"E perchè?" chiedo retorica, avvicinandomi a lui disteso.

-"Perchè è il tuo turno." ghigna lui.

Mi siedo sul letto, all'altezza dei suoi fianchi.

-"Di fare cosa?" chiedo, tanto per istigarlo, mentre passo una mano sul suo torace.

-"Per... Avanti, lo sai." sbuffa lui.

Io rimango in silenzio, continuando ad osservare e muovere le dita sul suo petto mentre questo prende un ritmo più accelerato.

-"Stavi meglio senza questa." sussurro, alludendo alla maglia.

-"Ti piace quello che vedi, eh?"

-"Mmh, qualcosa del genere." lo imito.

Lui mi prende per le spalle ed in un lampo sono sotto di lui.

-"Quante volte ti ho detto di non giocare con il fuoco, stupida ragazzina?"

-"Tante. Ma penso che io non abbia mai detto che quel che stai facendo tu è pedofilia."

-"Sentila." ridacchia "Tu adesso vivi in casa mia, no?"

-"Ma per Tabatha."

-"Sei comunque sotto al mio tetto. E sei piccola ed indifesa. Io di te posso fare ciò che voglio."

-"E cosa te lo fa pensare?" chiedo, strigendo gli occhi.

-"Il fatto che tu me lo lascerai fare." soffia sulle mie labbra, per poi leccarle e passare la lingua anche sul collo, sino al punto del suo marchio "Ma che bello" sussurra "L'ho fatto io?"

-"Sì." rispondo, per poi posare una mano sul cavallo dei suoi pantaloni; mano che viene poi spinta via da lui.

-"Non puoi toccare ciò che non hai."

-"Lo stesso vale per te." soffio sulle sua labbra, per poi scivolare in fondo al letto ed uscire dalla stanza.

Ben ti sta, stronzo.

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