11 ; Quiet

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-"Dove pensi di andare..." sibila Logan, prendendomi per il polso e sbattendomi contro il muro del corridoio.

-"Lontano da te." stringo gli occhi.

-"Ascoltami, Scarlett. Qui comando io. Ho dieci anni in più di te ed ho in mano il tuo lavoro."

-"Cosa vuoi da me?" sussurro, mettendo il mio viso pericolosamente vicino al suo.

Lui sorride macabro, per poi premere nervosamente le sue labbra sulle mie in un gesto violento e quasi meccanico.

Preme poi i miei fianchi addosso ai suoi, facendoci gemere entrambi completamente.

Tra le nostre bocche è quindi iniziato un gioco violento, di potere. Quello che sono certa accadrá anche tra me e Logan: lingue, denti che vanno a premere labbra.

Mi solleva per i fianchi ed io allaccio le gambe alla sua vita mentre mi palpa il sedere, gemendo.

Le mie mani corrono tra i suoi capelli e li tiro nervosamente.

-"Non ti disobbedirò più." gemo.

-"Ne sono certo." afferma lui, con voce molto roca.

Mi trasporta nella sua stanza per poi lanciarmi in malo modo sul letto, facendomi rimbalzare.

Lui si toglie velocemente gli abiti, lasciandomi vedere la sua grande erezione.

Io lo imito, scoprendomi però la parte sopra.

Lui si avventa nuovamente su di me, giocando cattivamente con le mie labbra mentre mi sfila la parte sotto degli abiti per poi stringermi i seni tra le mani.

-"Cazzo.." geme "Sono piccole ma... Oh, merda."

Morde più forte le labbra facendomi male; tanto da farmi sollevare le anche che andando ad impattare contro le sue ci fanno sobbalzare dal piacevole contatto.

-"Posso?" chiede Logan, infilandosi il preservativo e posizionandosi davanti a me.

-"E ti sembrano domande da fare?" sibilo.

-"Ninfomane di merda." sussurra leccandomi il lobo mentre entra in me con una spinta decisa.

Si muove avanti ed indietro, aumentanto mano a mano il ritmo e la profonditá.

Di tanto in tanto, impreca senza motivo.

-"Perchè l'ho fatto da sonnambulo, cazzo?" esclama lui, quasi al limite.

Io mi limito a tacere e venire il più silenziosamente possibile, seguita poi da lui; che si accascia sfinito su di me.

-"Non mi sta bene." afferma con il fiato corto.

-"Cosa?" chiedo.

-"Tu devi venire urlando quanto ti faccio stare bene, cazzo. Devi urlare il mio nome, contorcerti sotto di me."

Io rimango zitta. Cosa vuole questo?

-"E per questo, ti farò venire ancora. Fino a quando non implori pietà, fino a quando non sei sul punto di..." si interrompe, avvicinando le sue labbra al mio orecchio "...svenire." completa la frase, infilando un dito in me.

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