8 ; Tongue

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-"S-Scarlett?"

Wandee se n'era appena andata di casa. Ed io avevo appena messo giù la chiamata con i miei genitori.

Poco dopo, è sceso Logan e - dal tono stupito con cui mi ha accolta - pare sia finalmente sveglio.

-"Cosa ci fai qui?"

-"Sono stata assunta come babysitter ventiquattr'ore per Tabatha." rispondo sbrigativa, senza degnarlo di uno sguardo, dato che sto giocando.

-"E da chi?"

-"Da Wandee. Dopo che si è consultata con te, non ricordi?" ridacchio "Ah, ovvio che no. Io mi sto ovviamente inventando tutto. Sbaglio?"

-"Adesso la chiamo."

-"Sì, sì. Chiamala pure. Ti dirá anche lei che hai acconsentito a farmi stare qui tutte le ore di tutti i giorni." ho appena perso una partita. Riavvio il livello.

-"Smettila di fare l'arrogante." intima.

Si sente che sta perdendo la pazienza.

-"E perchè? Io faccio così con tutti quelli che mi assumono, ricordi?"

-"Stai zitta."

-"Non vedo il perchè."

-"Cazzo, Scarlett..." sbuffa rumorosamente "Cazzo. Guardami quando ti parlo."

-"No, non vorrei mai che i tuoi occhi incrociassero quelli di una bugiarda." rispondo a tono, monocorde.

So di aver superato il limite, ma deve pagare.

-"Chiamerò Wandee più tardi."

-"E perchè?" continuo a giocare con il cellulare.

-"Perchè voglio dimostrarti quello che so fare da sveglio." sibila ed in poco tempo sono distesa sul divano con lui sopra.

Mi tiene bloccata per i fianchi al tessuto in pelle sintetica ed io dimeno le spalle e la testa.

Per evitare questi miei movimenti che lo destabilizzano decide di risolvere il problema alla radice: schiaccia rudemente le sue labbra sulle mie.

-"Scarlett, Scarlett..." sospira, staccansosi di poco "Non devi giocare con il fuoco."

-"Penso di averti già esplicato le mie argomentazioni. E penso che ti piaccia il fatto che ti rispondo a tono." ribatto, alzando la mia testa contro la sua fino a far combaciare nuovamente le nostre labbra in un bacio che di romantico non ha proprio nulla.

È cattivo, bisognoso. Quasi di ripicca, di vendetta. Denti che sbattono, le mie mani che tirano i suoi capelli ordinatamente tirati indietro con il gel, le sue mani che premono i miei fianchi.

È forse il gioco più pericoloso che esista. Lui, questo suo essere così... lui.

-"Cazzo, Scarlett." soffia sulle mie labbra, respiro accelerato "Vorrei ricordarmi di essere già stato dentro di te."

-"Ed io vorrei provare ancora." affermo, sfuggendo dalla sua presa contro i miei fianchi e facendoli sbattere contro i suoi che già ospitano un'eccitazione notevole.

-"Questa tua cazzo di lingua..." sibila, prendendo la mia lingua tra i denti "Dovresti usarla per un sacco di cose. Ma non per parlare." sussura, dopo avermela lasciata.

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