17. Di nuovo insieme

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                                                                                      Olimpo

Harry e Louis non si erano mossi dal giardino della loro casa e aspettavano con ansia il ritorno di Giove.

Giunone era rimasta con loro e giocava con Cupido ad intrecciare corone di fiori.

Fobos e Deimos erano, invece, andati da Chirone, dato che non riuscivano a stare fermi nell'attesa di conoscere l'esito della spedizione del nonno negli Inferi.

Harry fu il primo ad accorgersi di Giove ed Armonia, che stavano entrando dal vialetto dell'ingresso e si precipitò ad abbracciare la figlia.

" Amore mio, come sono felice..."

Iniziò così una serie di baci ed abbracci...solo Louis non osò avvicinarsi ad Armonia, ricordando le parole crudeli che le aveva rivolto in occasione del rapimento di Cupido.

Il bambino si accorse che il padre era in grande imbarazzo, allora volò in braccio alla sorella e la strinse a sè.

" Mancata tanto a me io...me io no detto a Lirio che volere bene perché me io non visto però papà di me io paura che tu arrabbiata e no abbracciare ma vuole..."

Armonia sorrise e diede un bacio al fratello, posandolo per terra.

Si avvicinò a Louis, che era seduto su una panchina, e gli chiese:

" Posso sedermi in braccio a te, come quando ero una bambina?"

Il dio della guerra sorrise e annuì.

La ragazza si accoccolò sul suo petto e disse:

" Mi sei mancato tanto papà..."

" Anche tu " rispose Louis accarezzandole una guancia " e mi dispiace per le parole che ti ho detto"

" Me le sono meritate...non dovevo lasciare solo Cupido..."

" Ora tutto è passato, amore...siamo tutti insieme..." le sussurrò il padre in un orecchio.

Il dio della guerra si rivolse, quindi, a Giove e gli chiese:

" Cosa hai concesso ad Ade, padre?"

" Gli ho dato la possibilità di tornare sull'Olimpo, quando sua moglie Proserpina verrà a trovare sua madre Demetra.
....ha subito accettato e...il nostro caro Ipnos è disgraziatamente precipitato nel Tartaro..." rispose il dio.

I presenti tirarono tutti un sospiro di sollievo, mentre Cupido volò in braccio al nonno e disse:

" Tu bravo e me io contento che finto papà di me io mangiato da terra...lui no papà di me io....papà di me io è figlio di te...e lui buono è...no cattivo e tu anche buono perché portato sorella di me io fuori da Inferi e...meriti premio e me io andare a prendere..."

Detto questo, scese per terra e si avviò trotterellando in casa, da cui uscì poco dopo con il biscotto già morsicato, che aveva offerto precedentemente al dio.

Gli volò nuovamente in braccio e glielo ficcò in bocca tirandogli la barba felice.

Giove sputacchiò briciole ovunque, ma non si scompose minimamente.

Harry scoppiò a ridere seguito da tutti i presenti, poi chiese, rivolto ai suoceri:

" Perché non vi fermate a cenare qui, stasera?"

Giunone e Giove accettarono volentieri e, prima di poter aggiungere qualcosa, Cupido prese la parola.

" Me io andare a chiamare Fobos e Deimos, ma me io andare solo perché essere grande ormai..."

Senza aspettare risposta, prese il proprio cavallino di stoffa e se ne andò trotterellando e borbottando tra sè.

" Quel bambino è fantastico..." disse Giove scuotendo la barba piena di briciole.

Me io.... ( saga di Cupido libro 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora