Venerdì 13. La gente ne parla sempre come la data in cui tutto va storto, dove l'universo si mette d'accordo per mandarti all'aria la giornata.
Io non ci ho mai creduto, a dire il vero. Non sono mai stata il tipo superstizioso che si preoccupa di gatti neri, specchi rotti o scale da evitare. Eppure, oggi sembra che il cosmo abbia deciso di prendersela con me, e il fatto che sia proprio venerdì 13 mi suscita qualche dubbio.
Mentre il professore Doyle continua a parlare infondo all'aula, il suo tono monotono fa da sottofondo ai miei pensieri. Vorrei concentrarmi sulla lezione, sul come scrivere un dialogo efficace, ma la mia mente è altrove. Ripenso alla festa della confraternita di qualche giorno fa, quando ero sicura che quella sarebbe stata la serata giusta. La serata in cui finalmente avrei...perso la verginità. Ma evidentemente il fato aveva altri piani per me.
Grazie tante, Connor. Anche se, a conti fatti, sono stata proprio io a mollarlo.
Ma lui non è il mio unico fallimento. No, la vera ciliegina sulla torta è stato Keith.
Appena l'ho visto, ho subito pensato che fosse quello giusto. Sì, mi ha colpita all'istante, ma ora credo di averlo terrorizzato con il mio approccio impudente. In mia difesa posso affermare che quel tipo mi aveva fulminata con un solo sguardo, e ciò, mescolato alla mia inesperienza sessuale e alla mia impazienza di finire nuda nel letto di qualcuno, è stato un mix deleterio che ha portato al fiasco totale.
Non scherzo quando dico che sembrava uscito da una copertina di rivista. Keith era... perfetto. Alto almeno un metro e novanta, spalle larghe come se fosse abituato a trasportare il mondo intero sulla schiena, fisico scolpito che faceva sembrare la maglietta una seconda pelle. Ma il vero "problema" era quel viso. Capelli neri, ondulati e leggermente lunghi, che ogni tanto gli scivolavano sugli occhi, quasi come se stessero flirtando con me al posto suo. E poi quegli occhi... occhi neri dal taglio allungato, ipnotici.
Dio, come facevo a resistere?
Sembra quasi che ogni sua ciglia fosse stata progettata con l'unico scopo di rendere più intenso il suo sguardo. Com'è possibile avere ciglia così folte senza usare mascara? E quella mascella scolpita... la mascella di un eroe d'azione degli anni '90.
Keith pareva il tipo che avrebbe potuto salvare il mondo facendolo sembrare pure facile.
Perciò, eccomi qui. Seduta a questo maledetto corso di sceneggiatura, incapace di concentrarmi, perché tutto ciò a cui riesco a pensare è come ho fallito con Keith a causa della mia spudoratezza. Sarebbe più facile da digerire il fatto di aver avuto insuccesso poiché non ci ho provato, piuttosto che la consapevolezza di essere stata un disastro proprio perché ci ho provato, solo in maniera troppo diretta e disperata.
Ma che mi ero messa in testa? Davvero credevo di poter conquistare un ragazzo, per di più così bello, già alla prima festa universitaria? Ho appena messo piede a Los Angeles, non posso pretendere che l'odore tipico di Maysville mi abbia già abbandonata. Probabilmente ho ancora stampata sulla fronte la dicitura: vengo dal Kentucky, mio padre è un fruttivendolo e mia madre passa più tempo in chiesa che a casa.
Comunque sì, il venerdì 13 ha colpito duro anche durante il corso con il professore Doyle. Come se non bastasse l'umiliazione alla festa, oggi tocca anche alla mia sceneggiatura.
Doyle aveva assegnato a tutti noi una breve sceneggiatura la settimana scorsa. Niente di particolarmente impegnativo, giusto un esercizio da due o tre pagine per esercitarci sui dialoghi e sulle strutture di scena. Beh, la mia è stata un vero disastro.
A fine lezione il professore distribuisce i compiti corretti, e quando arriva al mio tavolo, sorride con l'espressione in faccia da "so già che sarai delusa". Mi porge la mia sceneggiatura, che prendo ansiosa con la speranza di non vedere un bagno di sangue. E invece eccola lì, un'annotazione scritta in rosso, talmente grande che sembra urlarmi contro. La sua battuta, piazzata proprio in cima alla prima pagina, dice tutto: "Sembra che questa sceneggiatura sia stata scritta in fretta durante un blackout creativo...o forse durante un vero blackout."
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Lights, Love, Action!
ChickLitAshley Puckett ha vent'anni e un sogno proibito: diventare una sceneggiatrice di film a luci rosse. Ma in un piccolo paese come Maysville, nel Kentucky, dove la mentalità chiusa regna sovrana, mantenere segreto il suo desiderio è un lavoro a tempo p...