2. ASHLEY

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Stasera si va alla festa. La mia prima vera festa universitaria. E se dovessi essere onesta, c'è un mix di eccitazione e paura che mi ribolle dentro.

Lynn, come al solito, è nel suo mondo mentre si prepara. Sta armeggiando con l'eyeliner davanti allo specchio del nostro minuscolo bagno da almeno venti minuti. Io, d'altra parte, sono seduta sul letto con il vestito che ho scelto appallottolato sulle ginocchia, chiedendomi per l'ennesima volta se sia stata una pessima decisione. Spoiler: lo è.

Lynn ha un look fantastico, con quel suo vestitino corto, aderente, di un rosso scuro che sembra gridare "guarda me". È uno di quei capi che anche senza luci puntate addosso attira comunque l'attenzione. Il mio, invece, beh... l'ho trovato in saldo appena messo piede a Los Angeles. E no, non nel modo figo da "Ho fatto un affare", ma più nel senso di "Nessuno l'ha voluto comprare". Un vestito nero senza forma, troppo lungo per essere sexy e con lo scollo a V. Ma chi se ne frega, giusto? La festa non è una sfilata di moda.

Mi alzo e mi trascino davanti allo specchio, cercando di convincermi che con un po' di trucco e i capelli ricci lasciati sciolti riuscirò a dare al mio aspetto quel tocco di...non lo so, normalità?

«Stai benissimo», mi dice Lynn senza neanche voltarsi, mentre traccia l'ennesima linea perfetta sulle palpebre. È la sua tipica diplomazia.

Ripensando a quando abbiamo messo piede per la prima volta in questo appartamento, mi viene da sorridere. Eravamo così entusiaste. Due ragazze di Maysville catapultate a Los Angeles, una città dove i sogni dovrebbero realizzarsi, in un appartamento minuscolo con un divano che ci è costato un occhio, e che per qualche ragione continua a cigolare ogni volta che mi ci siedo sopra. Le pareti sono ancora spoglie, nonostante fossimo partite con l'idea di riempirle di poster e foto. La verità è che il tempo ci è volato via. Tra la preparazione per i corsi, il lavoro part-time e il tentativo di esplorare la città, non abbiamo avuto un momento per sistemarci davvero e riempire la casa di mobili trendy. Non è perfetta, ma è nostra, e per la prima volta in vita mia, sento di appartenere a un posto.

«Allora, sei pronta?» Mi chiede Lynn dopo aver terminato il trucco.

«Credo di sì», rispondo con incertezza.

L'idea di immergermi nella folla di studenti che non ho mai visto in vita mia, mi fa venire voglia di girarmi e infilarmi sotto le coperte. Ma poi penso al motivo per cui siamo qui. Questo è il nostro inizio, la nostra avventura lontano da Maysville, e per quanto spaventoso possa sembrare, è esattamente ciò che ho sempre voluto.

Io e Lynn abbiamo preso la grande decisione di trasferirci qui con la determinazione di cambiare le nostre vite. Maysville era...sicura. Tutti conoscevano tutti, e a un certo punto, sembrava che il mio futuro fosse già scritto. Magari avrei trovato un lavoro da cameriera al Diner, sposato qualcuno conosciuto fin dalle scuole medie e messo su famiglia. No, grazie.

Non fraintendermi, amo il posto da cui vengo, ma c'era una parte di me che sapeva che la mia vita doveva andare in una direzione diversa, perciò ho convinto la mia migliore amica a fare le valigie e fuggire altrove, in cerca del nostro posto.

«Perlomeno, sarà un debutto con stile», scherzo mentre finisco di sistemarmi il vestito e i capelli.

«Vedrai, sarà una festa fantastica», risponde Lynn con il suo solito tono sicuro.

Sorrido, non del tutto convinta, ma abbastanza carica per affrontare la serata.

Quando l'Uber ci lascia all'indirizzo della confraternita, la scena che trovo davanti agli occhi riesce a dar credito alla mia immaginazione. Tutto è esattamente come pensavo: la casa a due piani, con colonne bianche, ampie finestre e un portico traboccante di studenti che bevono e parlano animatamente. La musica non è molto alta qui fuori, ma riesco a distinguere perfettamente il testo di una canzone di Katy Perry.

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