5. ASHLEY

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Sono seduta sul pavimento del soggiorno con Lynn, circondata da cornici di ogni forma e dimensione. Abbiamo deciso che è ora di rendere questo appartamento più nostro, e quale modo migliore se non riempirlo di foto di famiglia?

Insieme abbiamo raccolto una quantità assurda di immagini, la maggior parte delle quali non ha alcun senso di essere incorniciata, ma in qualche modo finisce comunque ad attirare la nostra attenzione e a ricordarci momenti preziosi del passato.

«Guarda questa!», esclamo sollevando una foto di mia madre con i bigodini in testa e una maschera facciale verde acida. «È il giorno in cui ha deciso di provare la 'routine di bellezza fai-da-te'. Ero sicura che stesse per diventare Hulk».

Lynn ride, guardando la foto e scuotendo la testa. «E lei si arrabbiava ogni volta che la prendevi in giro per quella maschera, vero? Tipico di Rosie».

«Ogni. Singola. Volta», rispondo, ricordando il suo sguardo infastidito quando facevo il verso dell'incredibile Hulk tutte le volte che si metteva quella roba addosso. «Se non ci avessi scherzato, che tipo di figlia sarei stata?»

Lynn ride di nuovo, poi prende una foto della sua famiglia, dove sono tutti vestiti con dei terribili maglioni natalizi a righe rosse e verdi.

«E questa? Il Natale del disastro! Mia madre ha costretto tutti noi a indossare questi maglioni che ha fatto con le sue stesse mani. Apprezzo il gesto, ma la lana prudeva da morire, avevano un odore strano anche dopo essere stati lavati più volte in lavatrice e il rossoverde non è per nulla il mio colore», racconta Lynn. Nonostante l'imbarazzo, riesco a cogliere una punta di nostalgia nella sua voce. Era l'anno in cui compimmo entrambe diciott'anni.

«Sì, me li ricordo questi maglioni», dico esaminando la faccia composta della sua famiglia. «Avete tutti l'espressione così seria! Sembrate pronti per la copertina di una rivista di Natale... una famiglia che ha appena perso la voglia di vivere».

Ridiamo mentre continuiamo a incorniciare le foto, inserendole con cura nelle cornici e cercando di trovare i posti migliori per appenderle.

Mettiamo qualche foto di noi sulle mensole della libreria, mentre nella mia camera appendo le cornici che raffigurano me e i miei genitori, e Lynn fa lo stesso nella sua camera ma con le foto della sua famiglia, composta dai genitori e da tre fratelli più piccoli, uno più diavoletto dell'altro.

Il nostro bilocale non è niente di speciale, ma è funzionale, e tutto sommato non ci possiamo lamentare, considerando che l'affitto, diviso in due, non è affatto alto e ci permette di pagare le bollette senza pesare sulle spalle dei nostri genitori. Loro sono stati più che generosi a farsi carico delle rette universitarie, che comunque sono cospicue. Con Lynn speriamo di maturare abbastanza crediti da richiedere la borsa di studio l'anno seguente.

L'arredamento dell'appartamento è minimalista: niente fronzoli, niente mobili inutili. Abbiamo un divano comodo e due poltrone un po' consumate che siamo riuscite a trovare su internet a buon prezzo. Il tavolo in cucina è piccolo, giusto per due persone, e le sedie sono quelle classiche con fondini in paglia. C'è un bagno piuttosto angusto che in qualche modo riusciamo sempre ad allagare.

Le pareti sono dipinte di un colore bianco crema, che all'inizio sembrava freddo, ma con tutte le nostre cianfrusaglie e qualche tocco personale, sta iniziando a sembrare accogliente. Non abbiamo ancora comprato le tende, ed è per questo che mi sveglio sempre irritata al mattino, perché il sole batte costantemente sul mio guanciale. Infine, il pavimento in legno chiaro scricchiola leggermente sotto i piedi, ma ci siamo abituate.

È la nostra casa, il nostro modesto e piccino rifugio dove custodire i sogni e le speranze per il futuro. Sono grata nell'avere Lynn con me, perché senza la sua amicizia non avrei mai avuto il coraggio di buttarmi nell'ignoto e rincorrere passioni ambiziose.

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