[PREMESSA AUTRICE ORIGINALE : non è stato un errore il rating rosso. Ma ammetto di non essere molto portata per certe scene... così il mio 'lavoro' verrà supervisionato da StupidaGilbert.
Sperando di non esagerare, buona lettura!]
Le tre parole fornitemi da IsaB: Morso-lacrime-verità
Damon entrò in camera, chiuse la porta e ci si poggiò contro. Strinse gli occhi e cercò di calmarsi.
"Merda! Merda! Merda!" imprecò mentalmente. Sbuffò andandando in bagno, si guardò allo specchio e fissò la macchia di sangue che si spandeva sulla maglia, la scostò ed osservò la ferita iniziare a diffondere il suo veleno. Spostò lo sguardo sul prorio viso e gli fece male osservarsi ridotto in quello stato.
Solo quella mattina si era alzato sorridente, felice, sereno: Elena lo aveva scelto ed avevano fatto l'amore.
Ripensò al loro rientro a casa dopo averla posseduta in macchina.
Erano tornati a notte fonda. Il mondo fuori continuava ad annegare sotto la tempesta.
Damon spalancò la porta di casa, corse dentro con Elena, fradicia, stretta tra le braccia. La spinse contro la parete e diede un calcio alla porta per chiuderla. Un lampo giunse fugace ad illuminare i loro volti bagnati e rossi dall'eccitazione. La camicetta di Elena, resa trasparente dall'acqua, si appiccicava ai suoi seni sodi, i capezzoli si spingevano turgidi contro la stoffa, Damon si chinò e li mordicchiò, succhiando anche l'acqua intrisa nella stoffa. Elena gemette chiudendo gli occhi ed affondando le mani nei capelli di lui.
E: «D-Damon... aspetta... S-Stefan...»
ansimò lei, sollevandogli il viso.
D: «Non c'è nessuno in casa... siamo solo io e te!»
riuscì a dire lui prima di baciarle il collo. Quelle parole e la consapevolezza di essere soli, consentirono ad Elena di abbandonarsi completamente. Spinse Damon verso l'interno della casa, contro un'altra parete, i baci voraci accompagnarono le loro piroette sui muri. Elena strappò la camicia di Damon ed il ricordo della loro prima volta si fece strada nella mente di entrambi facendoli sorridere. Le mani di lei si mossero avide sul torso nudo ed umido di Damon che la sollevò, le gambe di lei si incrociarono sulla sua schiena e si diressero verso la camera da letto. Sulle scale Elena gli leccò l'orecchio facendogli perdere la lucidità. Incapace di ragionare la poggiò sui gradini e la baciò ovunque. La spogliò dai vestiti umidi usando le mani e i denti e quando rimase nuda e bagnata la osservò, ancora incredulo che tutto ciò potesse essere vero: la pelle arrossata per i suoi baci violenti, i seni con i capezzoli inturgiditi per il freddo dell'acqua e per il desiderio, le labbra gonfie, gli occhi neri e profondi come tizzoni ardenti.
Damon si chinò e leccò le gocce di pioggia che dai capelli le scendevano sul corpo, tracciando un percorso verso il piacere di lei, umido ed accessibile: dal collo al seno, al ventre... fin giù in mezzo alle cosce. Prima di accingersi ad assaggiarla la guardò, alitandole sul ventre, inebriandosi del suo odore. Lei si morse le labbra e lo supplicò con gli occhi di farla sua: non avrebbe resistito un minuto in più senza avere una parte di lui dentro. La lingua di Damon si insinuò sotto lo slip ed iniziò a leccare frenetica il succo di quella passione. La schiena possente di lui si contraeva ad ogni colpo di lingua, sincronizzandosi al corpo di lei che si contorceva e sussultava tormentato da quelle scosse di lussuria e passione. Elena inarcò la schiena e si aggrappò ai gradini, chiuse gli occhi e si disperse tra le stelle di un orgasmo. Ancora percossa dal tremore di quell'amplesso, affondò le mani nei capelli di lui e lo tirò, riportandolo a guardarla in viso. Lo osservò ancora in preda all'estasi e gli baciò le labbra calde del proprio sapore. Fece scendere una mano sull'erezione di lui strappandogli un gemito di desiderio. Gli strinse le gambe introno ai fianchi ruotandogli sopra, invertendo le posizioni. Lui le cinse la vita con un braccio spingendosela contro e con l'altra mano fece leva su un gradino per sollevarsi con lei ancora in braccio. Raggiunsero la camera da letto e lei lo baciò con passione, facendolo sospirare. Lo spinse sul letto e gli sbottonò i jeans, liberando la sua erezione ormai incontenibile.
E: «Adesso è il mio turno di assaggiare te...»
gli soffiò sulla bocca prima di chinarsi e nutrirsi di lui.
Solo il sonno riuscì a separarli e se non fosse stato per gli impegni per il diploma, avrebbero passato sicuramente il resto del giorno a rifarlo, ancora e ancora.
Ed ora era lì, la solita ruga in mezzo alla fronte e la rabbia negli occhi.
Aveva deciso di andare a scuola per vedere Elena e, magari, rubarle un bacio, un abbraccio... qualcosa di più. Invece si era imbattuto in un fantasma: uno degli ibridi fatti fuori da Klaus.
Lottarono , ma solo l'arrivo di Alaric aveva impedito a Damon di soccombere. Purtroppo l'amico era giunto troppo tardi: l'ibrido lo aveva morso. Gli nascose la ferita ed accettò l'aiuto per sollevarsi da terra.
D: «Che diavolo sta succedendo?»
chiese preoccupato.
A: «Non lo so... il velo è ancora abbassato e non è più circoscritto all'area del triangolo d'espressione...»
provò a spiegare Ric.
D: «C-cosa? C-che diavolo stai dicendo?»
A: «Damon... dobbiamo trovare Bonnie e chiedere a lei...»
Provarono a contattarla al telefono, la cercarono a scuola, a casa e al Grill: tutto inutile.
Damon tornò nelle cantine della scuola seguendo il suo istinto e trovò il cadavere della strega nascosto nella zona caldaie.
D: «Che... diavolo...»
B: «Damon!»
esclamò Bonnie. Damon si voltò a guardare il fantasma della strega, in piedi sulla soglia.
D: «C-cosa... c-che...»
farfugliò. Lei si portò le mani sul viso ed iniziò a piangere.
B: «È tutta colpa mia! Sono stata una pazza!»
Damon rimase in silenzio ad ascoltare la storia di come Bonnie era morta tentando di riportare in vita Jeremy.
B: «Damon... sistemerò tutto... te lo giuro... ma non dire niente a nessuno! Troverò un modo... io troverò una soluzione!»
D: «Bonnie... sei morta! E da quel dannato velo stanno arrivando tutti ed io non me ne potrò occupare a lungo!»
B: «Cosa vuoi dire?»
Damon si scostò la maglia e mostrò la ferita causatagli dal morso dell'ibrido.
D: «Continueranno ad arrivare! Ed io sono fottuto! Devi chiudere il velo, ora! Prima che la città sia invasa da fantasmi arrabbiati ed in cerca di vendetta!»
Era così tornato a casa ed il suo unico pensiero era proteggere Elena. Si ripulì dal sangue, gettò la maglia sporca nel camino acceso e ne indossò una pulita. Rovistò nel cassetto e prese una scatolina marrone, la aprì e su un cuscinetto di velluto c'era 'la cura'. La osservò e nella sua mente la soluzione arrivò chiara ed improvvisa.
Elena entrò di corsa nella stanza, trovandolo a rigirarsi la cura tra le mani.
E: «Damon!»
esclamò.
D: «Che succede?»
chiese allarmato dalla preoccupazione sul viso di Elena.
E: «I-i fantasmi! Il velo!»
Damon fu percosso da un brivido di freddo.
E: «Sono ancora qui! Bonnie non ha chiuso il velo! L'ho cercata ovunque... ma...»
D: «Come fai a sapere dei fantasmi?»
si affrettò a chiedere, temendo avesse incontrato anche lei un ibrido.
E: «J-Jeremy... è tornato indietro... e poi...»
D: «E poi?»
E: «C-Connor... mi ha chiamata... ha detto che gli devo consegnare la cura o...»
D: «Non esiste! La cura la prenderai tu, ora!»
E: «Cosa?»
D: «Hai sentito bene! Voglio che tu la prenda adesso!»
E: «Non dimenticare che il sire bond è spezzato...»
D: «Non mi importa un accidenti del sire bond! Tu prenderai questa maledetta cura, ti diplomerai e lascerai questo posto dannato e penserai alla tua vita! Al tuo futuro!»
E: «Damon... ma che... sei impazzito?»
D: «Non sono mai stato più lucido di così...»
E: «Se non gli consegno la cura, i fantasmi uccideranno tutte le persone a Mystic Falls!»
D: «Non mi interessa di tutte le persone! Sei l'unica di cui mi importi qualcosa...»
E: «Come puoi dire questo? Mi stai lasciando! Mi vuoi costringere a tornare umana e a dimenticarmi di Mystic Falls, di te! Se questo è il tuo modo per dimostrarmi il tuo amore... lo stai facendo male!»
sibilò con le lacrime agli occhi.
D: «Non capisci? È proprio perché ti amo che devi prendere questa cura ed avere la vita che ti meriti!»
E: «E la vita che merito non comprende quello che voglio?»
D: «E cosa vuoi? Passare l'eternità ad uccidere per sopravvivere? Fuggire ogni 5-6 anni e cambiare identità? Affezionarti a persone che moriranno mentre tu resterai per sempre bloccata nel tuo giovane corpo?»
Elena si avvicinò a Damon e gli prese il viso tra le mani, gli occhi le erano tornati asciutti: le lacrime erano evaporate al calore del fuoco che le si era acceso dentro.
E: «Io voglio te! Voglio passare l'eternità con te! Voglio fare l'amore con te ogni notte e svegliarmi ogni mattina trovandoti al mio fianco... per sempre!»
Quelle parole spaccarono l'anima di Damon e gli fecero più male della ferita che si allargava ogni minuto di più. Elena si mise in punta di piedi e lo baciò, le mani di lei gli scesero sul petto, proprio sopra la ferita e a Damon scappò un gemito di dolore.
E: «Che c'è?»
D: «N-niente...»
E: «Non mi sembrava niente!»
esclamò Elena scostandogli la maglia tirandola dal colletto. La ferita pulsava e le diramazioni dell'infezione avevano raggiunto la clavicola.
E: «Cos'è questa!»
D: «Ho provato a fare un tatuaggio... ma è andato male...»
E: «Damon!»
D: «Elena... ti prego... prendi questa fottuta cura e dimenticati di questa vita maledetta... per favore!»
la supplicò.
D: «Non so cosa è successo... ma quel velo non è chiuso e l'inferno si sta riversando a Mystic Falls... non so quanto tempo mi resta ma sicuramente non avrò la forza di preoccuparmi anche di te... prendi la cura, salvati, scappa! Lasciami qui a provare a rimediare almeno a questo...»
E: «Sei impazzito? Io non ti lascerò! Non mi tirerò indietro! Non questa volta... a questa ci penserà Klaus»
D: «Di che diavolo parli? Klaus è andato via!»
E: «A quanto pare è tornato... lui ti darà il suo sangue e poi ci occuperemo del velo, insieme!»
D: «E questa?»
chiese Damon mostrandole la cura. Elena la fissò quasi con disgusto.
E: «La useremo per ottenere la collaborazione dei cacciatori... se vogliono la cura ci dovranno aiutare a mandare via gli ospiti sgraditi in attesa che Bonnie ponga rimedio a questo caos!»
Sentir nominare la strega causò un sussulto in Damon. C'era anche la sua morte a cui pensare. Aveva promesso a Bonnie di tacere la verità, almeno finché non avessero trovato una soluzione alternativa, ma non sarebbe stato facile. Decise di rimandare quel problema almeno fin quando non avessero risolto quello della sua imminente e probabile morte. Ripose la cura nel cassetto da cui l'aveva presa e seguì Elena da Klaus.
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Three Words
RomanceUn piccolo esperimento nato da un gioco per distrarmi prima della finalissima di TVD4. Ho chiesto ad alcune amiche di dirmi 3 parole chiave intorno a cui costruire brevi storie riguardanti Damon ed Elena, ogni scena ha come scopo quello di far fare...