Wash My Lonliness

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Le parole fornitemi da IsaB sono: doccia, sorpresa, sangue

Damon tornò in camera sbattendo la porta, si guardò la t-shirt lacerata poco sotto il petto ed impregnata del suo sangue. Sbuffò e scosse la testa
D: «Sono stufo marcio...»
disse sotto voce, più a se stesso che ad un vero interlocutore. In fondo era solo, lo era sempre ultimamente. Si sfilò la maglia e la gettò nel camino spento, prese un fiammifero e gli diede fuoco.
"Un'altra tipica giornata a Mystic Falls!" pensò con sarcasmo.
Da quando Bonnie aveva incasinato tutto la notte dei diplomi, i fantasmi continuavano a venir fuori all'improvviso: vecchi nemici che pensava di aver sconfitto per sempre, tornavano in cerca di vendetta.

La luna piena brillava nel cielo terso dopo l'incessante pioggia che aveva benedetto la notte più bella della sua vita. Solo la sera prima Elena lo aveva scelto e si erano amati, solo il giorno dopo aveva scoperto che nuovi problemi erano appena arrivati in città. Bonnie era un fantasma, morta nel tentativo di riportare in vita Jeremy. Aveva taciuto la notizia ad Elena, sotto la supplica della strega che gli aveva promesso di rimettere tutto a posto. Nel frattempo aveva rischiato la vita per via del morso di un ibrido tornato dal regno dei morti, ma per sua fortuna l'ossessione di Klaus per Caroline aveva riportato l'Originale in città salvandogli la vita. Avevano poi offerto la cura ai cacciatori, affinché lo aiutassero a mandare via i fantasmi, ma le trattative non erano andate bene. Con l'intervento di Bonnie ed Alaric era riuscito a mettere fuori gioco Connor, Vaughn e Alexander: i cacciatori giacevano accanto al cadavere della strega, in attesa che questa facesse l'incantesimo per chiudere il velo. Scese in fretta nello scantinato della scuola e raggiunse Jeremy e Ric, pronti a tornare dall'altra parte insieme ai nemici.
D: «La luna è piena... sei pronta?»
chiese alla strega che annuì. Si voltò verso i suoi amici e li guardò senza riuscire a dire nulla.
A: «Ora hai la ragazza... non combinare casini!»
scherzò Alaric, cercando di smorzare il clima funereo. Riuscì a strappare un debole sorriso a Damon.
J: «Damon... abbi cura di lei...»
aggiunse Jeremy, ingoiando il resto di una frase che sarebbe terminata con una dichiarazione d'affetto sempre taciuta quando era in vita. Il vampiro annuì.
D: «L'ho sempre fatto e sempre lo farò...»
B: «Ci siamo! Damon... ti prego...»
D: «Ci penserò io... spiegherò tutto ad Elena e agli altri...»
La strega iniziò a piangere sorridendogli, poi pronunciò le sue incomprensibili formule ed il fuoco sulle torce che illuminavano la caverna si intensificò per un istante prima di spegnersi improvvisamente.
Da un momento all'altro Damon si ritrovò solo con il cadavere di Bonnie, espirò e si avvicinò a recuperarlo. Lo prese tra le braccia e gli sfuggì una carezza, si guardò subito intorno, temendo ci fossero ancora i fantasmi a spiarlo.
D: «Agh... immagino non sarà più un problema»
si disse, sollevando il cadavere e dirigendosi verso l'uscita. Poco prima di mettere un piede fuori dalla caverna, però, le torce si riaccesero esplodendo in lingue di fuoco che lo costrinsero ad accucciarsi per ripararsi dalle fiamme.
D: «Ma che diavolo...»
imprecò voltandosi. Bonnie, Jeremy ed Alaric erano tornati indietro.
B: «Damon!»
esclamò sconvolta la strega.
D: «Cosa è successo?»
chiese allarmato.
B: «N-non lo so... Q-Qetsyah... Q-Qetsyah mi ha impedito di tornare indietro!»
D: «Cosa? Perché?!?»
A: «Silas...»
D: «Giace in fondo alla cava! Stefan se ne è liberato!»
B: «Non è così... Qetsyah ci ha detto che il mio incantesimo si è spezzato non appena sono morta... chiunque Stefan abbia gettato in fondo alla cava... non era Silas!»
D: «E quindi? Che si fa ora?»
B: «Qetsyah impedirà che il velo si chiuda completamente finché non trascineremo Silas di là...»
D: «E perché non viene lei a riprenderselo?»
B: «A quanto pare non può abbandonare l'altra dimensione... o crollerebbe tutto...»
D: «E quale sarebbe il piano alternativo?»
A: «Noi controlleremo l'altro lato, cercheremo di impedire agli altri di venire di qua e tu e Bonnie cercherete Silas... quando sarà il momento portatelo qui...»
propose Alaric.

B: «Damon... non è cambiato nulla... non dovrai dire a nessuno della mia morte»
gli disse Bonnie mentre si recavano a casa.
D: «Cosa?»
B: «Damon... troverò Silas e tornerò nel velo... è già abbastanza dura così, senza il dolore dei miei amici a tormentarmi... promettimelo!»
Damon sospirò ed annuì.

Arrivati a casa Salvatore trovarono Stefan con le valigie fatte intento a salutare una Caroline in lacrime e una Elena visibilmente dispiaciuta.
D: «Che... che succede?»
S: «Ehm... ho deciso di partire...»
D: «Stefan...»
S: «No, Damon... quando ti ho detto che ero felice per te... intendevo davvero, ma se restassi soffrirei e farei pesare il mio dolore su te... ed Elena. Meritate di stare sereni ed io ho voglia di vedere il mondo, trovare la mia strada da solo... e non succederà se resto qui... con voi... tornerò, te lo prometto... ma devi lasciarmi andare... ne ho bisogno»
B: «Stefan, questo è il momento pe...»
iniziò a dire Bonnie.
D: «È il momento perfetto! Hai ragione!»
la interruppe Damon. La strega lo guardò confusa.
D: «Hai ragione fratellino... è il momento che ognuno trovi la sua strada... spero solo tornerai presto»
S: «Lo farò...»
rispose Stefan, abbracciandolo. Damon fu percorso da una strana sensazione che non seppe spiegarsi e pensò fosse dolore.
Caroline ed Elena accompagnarono Stefan alla macchina e Bonnie approfittò per chiedere spiegazioni al vampiro.
B: «Che diavolo stai facendo? Ci serve tutto l'aiuto possibile!»
D: «No... quello che ci serve è meno confusione possibile. Io e te risolveremo questa cosa da soli... è successo di tutto ultimamente, e l'unica cosa di cui hanno tutti bisogno è di andare avanti...»
B: «Ma Silas...»
D: «Lo troveremo e lo sconfiggeremo... io mantengo il tuo segreto... tu mantieni il mio»
Bonnie fissò la determinazione in quegli occhi di ghiaccio, gli strinse la mano e suggellarono il loro patto.

Da quella notte e da quella decisione erano passati mesi. Di Silas non c'era traccia e per non destare sospetti Bonnie era andata al college con Caroline ed Elena.
Si tenevano in contatto per aggiornarsi ma non c'erano mai novità degne di nota. Damon combatteva i fantasmi, li portava al portale e restava in attesa che Ric o Jeremy venissero a recuperare il fuggitivo di turno. Quel giorno si era affacciato Jeremy: nonostante lo nascondesse era contento di vederlo, gli dava l'illusione che tutto stava andando bene e che il ragazzo non era morto. Quando spariva nel nulla, però, tornava alla drammatica realtà.
Scosse la testa e grattò un po' del sangue incrostato sul ventre e sospirando decise di fare una doccia.
Andò in bagno e fece scorrere l'acqua, si spogliò e si posizionò sotto il getto caldo. Chiuse gli occhi e provò a liberare la mente da tutto il rumore che vi regnava: si sentiva solo, stanco.
Qualcosa più denso dell'acqua scivolò sulla schiena di Damon, cogliendolo di sorpresa. Si girò di scatto pronto ad attaccare, ma si bloccò di fronte alla splendida visione del corpo nudo e bagnato di Elena. La ragazza lo fissò confusa.
E: «Hey... sono io...»
D: «...S-scusa... io... s-sono un po' nervoso ultimamente»
E: «Ho notato...»
osservò lei mettendogli le mani sul petto.
La sua Elena non sapeva nulla di quel che stava accadendo, non aveva nemmeno idea di frequentare il college insieme al fantasma della sua amica strega. Ogni volta che la vedeva sentiva che sarebbe crollato, che le avrebbe detto la verità su tutto, ma la passione giungeva sempre a portarli via da quelle chiacchiere dolorose.
Si avvicinò a lei e la prese per i fianchi, lei si mosse fluida adagiandosi sul corpo di Damon come fosse anche lei una goccia d'acqua, pronta a lavargli di dosso quel velo di tristezza che da un po' gli vedeva negli occhi. Elena credeva fosse a causa di Stefan e del suo viaggio. Si era allontanato Damon lo aveva lasciato andare, fingendosi contento per il fratello ma soffrendo atrocemente per quel che avrebbe significato.
Si mise in punta di piedi e gli baciò le labbra, dolcemente, delicatamente. Gli accarezzò il viso e sorrise.
D: «Cosa?»
E: «Potrei prendermi una pausa... stare un po' con te»
L'idea era allettante ma Damon non avrebbe potuto acconsentire mai e poi mai... non con il caos che c'era.
D: «No... hai i tuoi impegni ed io i miei...»
Elena corrugò la fronte
E: «E quali sarebbero?»
D: «Oh, sai... il Grill, l'alcool...»
E: «Damon... non devi stare da solo... non devi punirti...»
D: «Punirmi?»
E: «Lo sai cosa voglio dire... e non mentire... lo so che è così! Credi che la ragione per cui Stefan è andato via sia perché ho scelto te, perché amo te...»
D: «No... mio fratello è andato a vivere la sua vita, come è giusto che sia... e tu devi fare lo stesso...»
E: «E tu? Tu che fai nel frattempo?»
D: «Io ti aspetto...»
rispose con semplicità lui, sorridendo. Quelle parole, però, ferirono Elena. Benché fossero il segno di un amore puro e devoto, erano anche l'indizio di un'esistenza solitaria ed iniqua.
Lei aveva le sue amiche, il college, il fidanzato... e lui?
Damon viveva in attesa che lei trovasse il tempo di amarlo e si faceva bastare la certezza che era così. Non era giusto, non era per niente giusto. Damon colse l'ombra negli occhi di Elena e le sollevò il mento con un dito.
D: «Hey... tutto bene?»
Elena scosse la testa in senso di diniego. Damon si accorse delle lacrime nonostante il viso bagnato dall'acqua della doccia.
E: «No, Damon... non va tutto bene... non va niente bene!»
Damon la guardò confuso.
E: «Tu, qui, solo... vieni con me al Withmore... stai vicino a me!»
Il vampiro sospirò.
D: «Elena... non... io non posso, ok?»
E prima che l'argomento potesse essere approfondito, la baciò con passione. Lei si oppose solo per un secondo prima di lasciarsi andare. Le mani di Elena iniziarono ad accarezzare il viso di Damon, con delicatezza, lui chiuse gli occhi abbandonandosi a quel tocco che lo placava e lo accendeva al contempo. Elena lo osservò mutare ed una scossa elettrica la attraversò. Si sentiva potente quando lo vedeva così: inerme e completamente in balìa del suo volere. Gli fece scivolare la mano sul petto, sfiorandogli i capezzoli e facendogli sfuggire un gemito di piacere che le procurò una fitta di desiderio tra le gambe. Si avvicinò piano e gli baciò la bocca socchiusa, i loro sessi si sfiorarono e lei sentì la sua erezione spingersi prepotente contro il ventre. Lui aprì gli occhi e si beò del desiderio che le scorse nel volto, le strinse le mani sui fianchi tirandosela contro, desiderando penetrarla e farla sua. Elena gli baciò prima il collo, poi il petto e lentamene scese verso il basso. Damon poggiò la testa contro la parete ed espirò, totalmente in estasi, sentendo il piacere crescere man mano che la bocca di lei si avvicinava all'erezione. La lingua di Elena indugiò sulle vene del membro di Damon che sembrava ingrossarsi ogni momento di più, poi la bocca di lei lo accolse come avrebbe fatto il suo piacere, scendendo lentamente finché non lo sentì solleticarle la gola. I gemiti di lui giungevano alle sue orecchie caricandola di una passione che non era conscia di possedere se non quando si trovava a fare l'amore con lui. Ogni volta che una parte di Damon si insinuava in lei, si sentiva impazzire, quasi fosse incapace di contenerlo. Le mani di lui affondarono nei suoi capelli bagnati, accompagnando i movimenti di quell'insolito pasto, guidandola: più veloce, più lenta... più a fondo.
L'acqua continuò a cadergli sul viso completamente perso nell'estasi, scivolando sui muscoli tesi dall'eccitazione. Elena continuò a spingere la bocca contro il piacere di lui: sempre più duro e vibrante.
Il formicolio nel basso ventre lo rese cosciente dell'imminente orgasmo, facendogli recuperare un po' di lucidità. Aprì gli occhi, avido di poter godere anche della vista della sua amata nell'atto di nutrirsi di lui. Gli occhi neri spalancati a guardarlo perdersi sotto quella pioggia artificiale non lo fecero resistere più: spinse via la testa di Elena che rimase in ginocchio a sentire il calore denso del suo seme gocciolarle tra i seni, insieme al calore liquido dell'acqua di una doccia che lavò via più di una semplice macchia di sangue rappreso. Damon rimase immobile qualche secondo, spremendo via le ultime gocce del suo orgasmo. Socchiuse gli occhi e la osservò, ancora a terra a farsi lavare dall'acqua i resti di quell'amplesso e le tese una mano, sollevandola. La baciò dolcemente e poggiò la fronte a quella di lei.
D: «Ti amo così tanto...»
E: «Anche io...»
rispose abbracciandolo.   

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