Fight For Us

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Le parole fornitemi da Damonia sono: schiena, specchio, segreto.

Damon entrò nell'appartamento di Ric, sicuro di trovare Elena.
La vampira stava prendendo a pugni il sacco da boxe appeso ad un gancio fissato al soffitto che iniziava a dare segni di cedimento. Ad ogni colpo una pioggerella sottile di intonaco brillava nei fasci di luce che filtravano dalle finestre semichiuse. Elena non parve accorgersi né di quella né della presenza di Damon. Assestava calci e pugni al sacco con violenza , senza sosta. Lui la osservò saltellare e colpire con fredda determinazione, incrociò le braccia sul petto e non faticò ad immaginare a chi la sua fidanzata stava sostituendo lo strumento d'allenamento.

L'entrata in scena di J.J, invece di risolvere un po' di misteri aveva complicato ulteriormente la situazione.
Si presentò come promesso a casa Salvatore... o meglio, arrivò una ragazza di colore, molo bella: occhi verdi, capelli neri raccolti in minuscole treccioline ed, ovviamente, un fisico mozzafiato.
E: «Tu saresti?»
chiese Elena aprendo la porta.
J.J: «Ci siamo presentate ieri... sono J.J»
rispose lei, con una mano poggiata sul fianco. La vampira corrugò la fronte confusa.
E: «N-no... la J.J che ho conosciuto io è... ehm... più... donna...»
J.J: «Hey! Devo mantenere un bar, non mi conviene farlo usando il corpo di una ragazzina»
disse con ovvietà. Elena la osservò a bocca aperta senza riuscire a dire una parola.
J.J: «Avete ancora bisogno di me o no?»
sbottò un po' scocciata la ragazza.
D: «Che succede qui?»
domandò Damon spuntando da dietro le spalle della sua fidanzata. J.J si aprì in un sorriso gioviale.
J.J: «Damon... spieghi tu alla tua ragazza il mio segreto di bellezza? Ho sempre amato la tua capacità di fare sintesi!»
Elena guardò in faccia il vampiro, sempre più confusa, lui sospirò e fece una smorfia.
D: «Elena... J.J è una strega il cui corpo è morto... 100 anni fa, credo...»
iniziò a spiegare lui.
J.J: «103 per essere precisi!»
aggiunse la strega. Damon le lanciò uno sguardo d'impazienza.
D: «Come ti pare... comunque, il suo corpo è morto e lei ne occupa uno diverso man mano che il tempo passa...»
J.J: «E a seconda dell'occasione! Questo, ad esempio... mi pare di aver capito che a Mystic Falls c'è una predominanza di Bennet... ho pensato che sarei stata più simpatica agli spiriti con questo aspetto!»
Elena la fulminò con lo sguardo.
J.J: «Vi serve il mio aiuto, o no?»
chiese impaziente la strega.
D: «Sì... entra, gli altri ci aspettano in salotto»
asserì Damon, incamminandosi verso il salotto. J.J lo seguì, ondeggiando nel suo corpo statuario ed Elena le andò dietro scuotendo la testa.
Fatte le presentazioni con il resto del gruppo, Jeremy spiegò quale fosse il problema con Bonnie.
J.J: «Beh... andiamo in questa casa delle streghe e vediamo cosa posso fare»
esclamò lei allargando le braccia.
M: «Siamo sicuri? Voglio dire... sei una strega morta che usa il corpo di persone innocenti... non dovrebbe essere una sorta di cosa illegale? Per l'equilibrio e quelle cose lì?»
chiese intimorito Matt. La strega lo guardò con malizia.
J.J: «Matt, giusto? Vedi... io non rubo la vita a nessuno... prendo in prestito dei corpi per il tempo che mi serve e poi li lascio liberi di tornare a vivere la loro vita. Nel mio bar entra gente di ogni tipo e quando trovo qualcuno insoddisfatto e con un'esistenza vana ne approfitto per un po'... non rompo nessun equilibrio, uso la vita ed il tempo di persone che altrimenti li sprecherebbero...»
ribatté lei con semplicità.
K: «Che fortuna che il tuo locale sia frequentato solo da donne bellissime, eh?»
osservò Katherine. J.J la squadrò ghignando.
J.J: «Voi doppleganger siete proprio ossessionate dall'aspetto eh? Problemi di autostima?»
La stuzzicò. L'ex vampira mosse un passo verso di lei per aggredirla, ma Stefan la trattenne per un braccio invitandola alla calmarsi. Ora che era umana e senza possibilità di tornare vampiro, doveva evitare di mettersi nei guai, soprattutto contro una strega. J.J. scoppiò a ridere.
J.J: «Non mi avevi detto di dover competere con due fidanzate, Damon»
D: «Non devi competere proprio con nessuno, J.J! Sei qui per aiutarci a risolvere il mistero del fantasma della strega scomparsa e basta!»
la redarguì lui, irrigidendosi.
E: «Non preoccuparti, Damon... avremo problemi di autostima, ma non siamo noi quelle che si nascondono dietro la bellezza di altre donne per fare colpo su uomini impegnati... ed ora andiamo!»
osservò Elena, incamminandosi verso l'uscita, lui sollevò le sopracciglia divertito, scosse la testa e la seguì. Sui visi di tutti si stampò un sorriso che provarono a nascondere mentre la strega spalancava la bocca incapace di ribattere.

Arrivati alla casa delle streghe Stefan ebbe un momento di crisi: si bloccò iniziando a farneticare strane cose e muovendo la testa a scatti, come se stesse seguendo delle immagini a loro invisibili. Caroline lasciò la mano di Tyler e gli si avvicinò.
C: «Va tutto bene, Stefan... siamo tutti insieme, andrà tutto bene»
disse accarezzandogli le spalle. L'ibrido li guardò indurendo la mascella, li superò ed andò accanto a Jeremy e Matt che provarono a distrarre l'amico chiedendogli se percepiva qualcosa con i suoi sensi da lupo.
S: «S-sì... è che... questo posto... sento delle vibrazioni strane... c'è qualcosa di sbagliato...»
replicò lui, ritrovando la tranquillità.
J.J: «Che problemi ha tuo fratello?»
volle sapere la strega, osservando con una strana curiosità quella scena.
D: «Uno stregone gli ha fottuto la testa... ma si sta riprendendo...»
Svicolò lui.
J.J: «A me non sembra che si stia riprendendo, affatto! E se uno stregone l'ha ridotto in quello stato non è da sottovalutare la sua reazione alla casa...»
affermò seria J.J, avvicinandosi a Stefan.
D: «Questo che vorrebbe dire?»
domandò Damon, brusco. La strega non gli rispose e prese il viso di Stefan tra le mani, interponendosi tra lui e Caroline che si sentì spinta via da un'energia invisibile. Iniziò a mormorare strane parole e chiuse gli occhi. La confusione sul volto del vampiro si trasformò in terrore muto.
D: «Cosa... che cosa gli stai facendo?»
chiese Damon, preoccupato. Lei non rispose e continuò con i suoi borbottii. Stefan iniziò a tremare, Elena e Caroline provarono ad avvicinarsi ma una barriera invisibile teneva tutti lontani. Un vento improvviso si alzò facendo vorticare foglie secche intorno alla cupola di energia eretta dalla strega.
D: «J.J dannazione! Che stai facendo!»
urlò Damon, battendo i pugni su un muro invisibile. J.J buttò indietro la testa e spalancò la bocca con le mani ancora incollate al viso di Stefan, scosso da smorfie di paura.
Di colpo il vento cessò e la strega lasciò andare il vampiro che cadde a terra ansimante. Caroline corse ad assicurarsi che stesse bene. J.J iniziò a respirare a fatica, si voltò verso la casa delle streghe e corse dentro lasciando tutti interdetti.
D: «S-Sta.. lui sta bene?»
si informò Damon.
C: «S-sì... è solo... io credo sia solo svenuto... vai! Prendetela!»
esclamò terrorizzata Caroline, stringendo Stefan tra le braccia.
E: «Io, Damon e Tyler andiamo dentro... voi restate qui!»
ordinò Elena a Jeremy.
J: «M-ma... io...»
provò ad obiettare il fratello.
E: «Niente ma! Quella è una pazza, non metterò in pericolo la vostra vita!»
replicò con fermezza.
D: «Tua sorella ha ragione... l'ho portata io qui, mi occuperò di lei...»
E: «Non ci provare nemmeno, io entro con te!»
D: «Elena...»
E: «Sbrighiamoci!»
lo interruppe entrando velocemente nella casa. Damon imprecò, fece cenno a Tyler di seguirlo ed entrò. Il ragazzo lanciò un ultimo sguardo ferito alla fidanzata e seguì i vampiri.
L'interno fatiscente del vecchio rudere sembrava vuoto. Non percepivano niente: non il respiro, il battito cardiaco o l'odore di J.J.
D: «J.J! Dove sei! Vieni fuori... dicci cos'è accaduto!»
urlò Damon.
E: «Non ti faremo niente... dicci solo cos'hai fatto a Stefan... e perché!»
incalzò Elena.
T: «Non è normale... non c'è traccia del suo odore... sembra non essere mai entrata qui dentro...»
fece notare Tyler agli altri due. Si guardarono preoccupati e confusi.
J.J: «Siete proprio degli ossi duri... eh?»
La voce di J.J risuonò improvvisa alla loro spalle. Si girarono e la trovarono in piedi di fronte alla porta d'ingresso. Sembrava apparsa dal nulla.
D: «J.J... che...»
J.J: «Stai zitto, Damon!»
lo interruppe la strega.
J.J: «Sono stato paziente con voi... vi ho lasciato recuperare Stefan, ho lasciato che lo riportaste a casa e sono stato al gioco quando vi siete messi in testa di fargli fare terapia... ma cercare una strega, una che vaga in questo mondo grazie solo a potenti incantesimi che, modestamente, ho inventato io e coinvolgerla in tutto questo? Ragazzi... credevo aveste capito che non dovete mettervi contro di me... pensavo fosse chiaro il concetto!»
E: «Silas...»
sibilò Elena.
J.J: «Tu... maledetta ragazzina... tu hai rovinato ogni piano, in ogni modo possibile! Non ti è bastato sprecare la cura con quell'inutilità di Katherine Pierce... Hai pure tenuto lontani i fratelli...»
D: «Cosa stai farneticando? E dov'è J.J?»
J.J: «Oh... lei è dove dovrebbe essere da oltre un secolo... ma ho deciso di approfittare di questo corpo per avvertirvi: smettetela di mettermi i bastoni tra le ruote!»
ringhiò.
E: «Di che stai parlando? Sei nell'altro lato! Qetsyah ti ha intrappolato!»
Silas nel corpo che prima ospitava la strega rise, un suono macabro come una marcia funebre.
J.J: «Qetsyah... è sempre stata troppo impulsiva... portarmi nell'altro lato con tutti i miei poteri e vivo... come può aver anche solo pensato di sconfiggermi? Non ci è riuscita 2000 anni fa... e non ci riuscirà ora... né lei, né voi. Godetevi la pace che vi sto donando, non appena i pianeti saranno in asse porterò a termine il mio piano e nessuno potrà farci assolutamente nulla...»
T: «Piano? Che piano? »
J.J: «Se ve lo dicessi rovinerei la sorpresa... vi basti sapere che tra meno di un mese Damon verrà sacrificato ed il destino di Stefan si compirà...»
E: «Cosa... ma cosa dici? Noi... noi non te lo permetteremo!»
ribatté Elena.
J.J: «Sì che lo farete... perché vedi... se mi intralcerete ancora, io vi ucciderò uno ad uno... ed inizierò dal tuo fratellino...» disse guardando la vampira «così magari la prossima volta darà retta agli avvertimenti che gli mando... » si rivolse a Tyler «E poi ucciderò la dolce Caroline, così tu non dovrai più essere geloso del suo rapporto con Stefan... » tornò a parlare con tutti «Poi continuerò con Matt... il caro e buon Matt... e via, via ucciderò chiunque vi stia intorno... ma se fate come dico... ci rimetterà la vita solo Damon... uno per salvarli tutti, mi pare un buon patto, no?»
D: «E Stefan! Hai minacciato anche lui!»
gli fece notare Damon.
J.J: «Minacciato? Ti sbagli amico mio... ho grandi progetti per lui... e nessuno di questi prevede la morte... non immediata, almeno... diciamo che se non vi opporrete lui morirà di vecchiaia... magari guardando i suoi nipotini correre nel prato!»
Quelle parole scossero i tre che si guardarono confusi.
T: «Ma di che diavolo parli?»
chiese Tyler.
J.J: «Oh... io credo lo abbiate capito...»
E: «Come hai prima ricordato, la cura l'ho data a Katherine! Non esiste più!»
Silas scoppiò a ridere.
J.J: «Sì... è vero... questo ha complicato un po' le cose, lo ammetto... ma non dimenticate che ho creato io la cura... ora basta! Vi ho svelato fin troppe cose! Fate come vi ho detto oppure...»
prima di finire la frase, schioccò le dita ed il corpo che stava usando esplose. I tre si accucciarono riparandosi dagli schizzi di sangue ed interiora che li travolsero.
Rimasti soli si guardarono sconvolti. Uscirono fuori ed aggiornarono gli altri. Stefan si era ripreso ma non ricordava nulla di quanto accaduto con J.J. Ascoltò il racconto del fratello scuotendo la testa.
S: «Io... io non so che pensare...»
D: «Non devi pensare niente. Sappiamo che i sogni di Jer non erano sogni, ma avvertimenti di Bonnie. Sappiamo che tra meno di un mese ci ritroveremo a combattere contro quello psicopatico... magari per allora avremo qualche informazione in più...»
E: «Dici sul serio?»
intervenne Elena.
D: «Che vuoi dire?»
E: «Voglio dire che ti conosco... tu sei d'accordo con lui... con Silas! Tra un mese ti sacrificherai e basta, vero?»
Damon distolse lo sguardo.
D: «Elena...»
E: «Non dire 'Elena' con quel tono. Ho ragione io, non è così?»
gli occhi di Damon furono più eloquenti di qualsiasi risposta.
E: «Beh... col cavolo! Noi troveremo un modo per superare anche questa e nessuno di noi dovrà morire per questo... nessun sacrificio! E non si discute!»
inveì lei.

Era passata una settimana da quel giorno e quando Elena non era in biblioteca a fare ricerche su testi di magia era nel loft di Ric a scaricare la tensione con gli attrezzi.
Damon attese qualche attimo e poi decise di far recepire la sua presenza. Si schiarì la gola e la chiamò:
D: «Elena...»
La voce del vampiro giunse alle sue orecchie mentre caricava un calcio, lo spavento le fece perdere quel minimo di controllo che aveva cercato di esercitare ad ogni colpo e la potenza con cui calciò il sacco lo fece staccare dal gancio, facendolo volare oltre la stanza, schiantandosi contro il muro.
Lui osservò la scena tra il divertito ed il preoccupato: odiava vederla in quello stato.
D: «Beh... direi che la massa muscolare è ottima...»
scherzò lui. Elena gli rivolse uno sguardo di fuoco, scosse la testa e si sistemò la coda di cavallo che le si era allentata durante l'allenamento.
E: «Pensavo avessi da fare...»
gli disse mettendosi un'asciugamani di spugna intorno al collo.
D: «Lo sai che non è vero... semplicemente trovo inutile sprecare il mio tempo in un'attività di cui non ho davvero bisogno»
Elena sospirò e buttò indietro la testa.
E: «Già... meglio andare in giro ad ubriacarsi in attesa di essere sacrificato... »
replicò con durezza.
D: «Credi che un paio di piegamenti in più mi salverebbero la vita?»
ribatté lui. Gli occhi di Elena si incollarono a quelli di Damon, erano fiammeggianti.
E: «Non ho detto questo! E comunque serve a scaricare la tensione se non altro»
D: «Hey! Guardami! Ti sembro teso?»
le disse allargando le braccia e facendo uno dei suoi sorrisi storti.
E: «Beh... io lo sono!»
Damon le si avvicinò veloce e si fermò a pochi centimetri dal suo viso. Le braccia intorno al corpo di lei, poggiate sul bancone alle sue spalle.
D: «Esistono altri modi per scaricare la tensione... più divertenti e costruttivi... ed ai quali non dico mai di no»
sussurrò con voce calda e maliziosa. Damon percepiva il profumo salato della pelle sudata di Elena, avvicinò la mano alla sua schiena e la fece scorrere sulla maglia umida. Con i polpastrelli risalì la colonna vertebrale lentamente ed altrettanto lentamente riscese verso il basso. Elena si lasciò sfuggire un gemito di desiderio ma subito inghiottì la passione nascente. Poggiò le mani sul petto del vampiro, esitò un attimo sentendo la consistenza dei muscoli e percependo con i palmi la durezza dei capezzoli, e lo allontanò.
E: «D-Damon... io...»
Non riuscì a finire la frase. Lui osservò il suo viso, riflesso nello specchio appeso di fronte a lei e vide che tentava di trattenere le lacrime. Le si avvicinò e la abbracciò da dietro, affondò il viso nel suo collo e disse:
D: «Elena... non serve a niente arrabbiarsi, allenarsi... piangere! Ce la faremo... o forse no... ma non è con questo atteggiamento che ne ricaveremo qualcosa»
Elena si irrigidì.
E: «Non fare così, Damon...»
D: «Così, come?»
chiese lui, sollevando la testa.
E: «Come se non ti importasse di vivere o morire... e non dire che non è così, perché non ci credo!»
D: «Non ho detto questo, Elena... ma non posso arrabbiarmi ed infuriarmi ogni volta che le cose si mettono male! Voglio dire... dovrei passare tutto il tempo urlando e spaccando oggetti... e l'incredibile Hulk non è mai stato il mio preferito tra i super eroi...»
ironizzò. Elena fece un sorriso stanco e si voltò piano a guardarlo negli occhi.
E: «Quindi adesso ti paragoni agli eroi? Ce n'è voluto di tempo, eh?»
gli disse con una tenerezza che nascondeva un dolore sepolto.
D: «Elena...»
iniziò a dire lui, ma lei lo baciò, mettendolo a tacere. Sapeva che avrebbe iniziato a nascondersi dietro la sua tagliente ironia e lei non aveva voglia di sentirlo denigrarsi.
D: «Quindi adotterai il mio metodo per scaricare la tensione?»
le domandò con malizia.
E: «No... ma questo non vuol dire che non possa baciare il mio fidanzato se ne ho voglia...»
Lui sorrise.
E: «Come fai?»
gli chiese improvvisamente. Damon corrugò la fronte senza capire.
E:«Come fai a mantenere la calma? Come fai a non arrabbiarti?»
gli spiegò. Sospirò, le cinse i fianchi e rispose:
D: «Credimi... vorrei spaccare tutto, vorrei arrabbiarmi e perdere la testa...ma... ma se lo facessi...»
si interruppe per ponderare meglio la sua risposta, poi proseguì:
D: «Tra poco più di due settimane forse morirò e non voglio passare il tempo che mi resta arrabbiato, incapace di godermi le cose belle che ho... incapace di godere il mio tempo con te...»
E: «È come dico io allora... ti sei arreso...»
intervenne con la voce carica di tensione.
D: «Fammi finire...» ribatté lui con un sospiro «Ho detto che 'forse' morirò... ma forse, invece... vinceremo e basta»
La tirò a sé, poggiò le labbra contro il suo orecchio e la strinse forte. Elena socchiuse gli occhi ed inspirò: tra le sue braccia si sentiva in una dimensione parallela dove regnava la pace.
D: «Non mi sono arreso... non è nella mia natura... se c'è un modo per farcela, lo troverò...»
le sussurrò piano, aumentando la stretta intorno al corpo di lei, sempre più rilassato.
E: «Come fai... come fai a sembrare così calmo...»
disse lei con un filo di voce spezzato da un pianto che tentava di reprimere.
D: «Sei tu... siamo noi... non voglio sprecare un solo minuto del nostro tempo insieme... nemmeno per prendere a pugni un sacco da boxe...»
le rispose, allentando la stretta e facendo scivolare le mani lungo le braccia di Elena fino ad intrecciarle a quelle di lei.
E: «Non... non parlare come se fosse la fine... non trattare il nostro tempo come l'ultima manciata di attimi a nostra disposizione...»
ribatté lei, mentre calde lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi chiusi.
D: «Non è quello che volevo dire...»
la rassicurò. Elena cercò lo sguardo di Damon e scosse la testa. Si sentiva intontita, lui aveva la capacità di accenderla e spegnerla a suo piacimento e tutto il livore provato fino a poco prima, l'aveva portato via da lei, l'aveva cancellato... lasciandola confusa e spaesata.
D: «Quello che voglio dire... è che ho intenzione di accarezzare la tua pelle...»
le soffiò sulle labbra facendo scivolare delicatamente le mani sui suoi fianchi. Un brivido liquido percorse la schiena di Elena.
D: «...Baciare ogni centimetro del tuo corpo...» proseguì, baciandole la spalla, il collo, la guancia «...Respirare il tuo profumo finché tutto il mondo non avrà il tuo odore» sussurrò, inalandola «...Nutrirmi del tuo sapore e saziarmi di te...»
Le morse piano il lobo dell'orecchio e lo leccò. Elena deglutì a vuoto ed un sospiro le sfuggì mentre le sue dita si stringevano intorno alla stoffa della camicia di Damon.
D: «Voglio portarti a casa, nel nostro letto... spogliarti ed incantarmi di fronte al tuo corpo nudo...»
Le mani di Damon si insinuarono sotto la sua canottiera, i polpastrelli trovarono la pelle ancora calda e umida.
D: «Voglio sentire la tua pelle incollarsi alla mia...» il dorso delle sue mani sfiorò i seni «... Voglio entrarti dentro... scorrerti nelle vene, sostituire il tuo respiro col mio...»
Le mani si agganciarono alla nuca di Elena e con una leggera pressione se l'avvicinò al viso.
D: «Voglio amarti... solo amarti, Elena...»
quasi la supplicò.
D: «Io non lo so cosa succederà... ma se dovrò morire, non voglio farlo arrabbiato... e se dovrò vivere... diavolo Elena! Non voglio avere l'amaro rimpianto di aver sprecato due settimane del nostro tempo! Non voglio regalare questa vittoria a Silas... lo capisci?»
Le loro bocche si incollarono in un lungo e disperato bacio, ogni parte del loro essere iniziò a vibrare ma prima che l'oblio della passione li trascinasse via, qualcuno bussò alla porta. Andarono ad aprire trovando Caroline e Matt con un'espressione ansiosa sul viso.
C: «Dovete venire con noi... forse abbiamo trovato una soluzione...»

"... il mio viso riflesso in uno specchio infranto,

frammenti scomposti di un'anima che in segreto agogna l'infinito ...ma non di schiena affronterò il destinopronto a pugnalarmi il cuore..."-Mammaesme-

AUTRICE ORIGINALE : Grazie a Mamma per il sempre gradito dono <3

Three WordsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora