Sacrifice

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Le parole fornitemi da MikiFlò sono: mare d' inverno, vento, voci lontane.

Le dita di Damon sfiorarono i tasti del vecchio pianoforte a coda nel salotto di casa Salvatore. Era seduto sullo sgabello, intento ad ignorare le voci lontane provenienti dal cortile: le voci dei suoi amici, della sua famiglia... di Elena.
Per due settimane era rimasto ad ascoltarli, per due settimane si era tenuto in disparte, annuendo e fingendosi interessato a quel che avevano da dire.
Dopo la disavventura alla casa delle streghe, Caroline e Matt credettero di aver trovato una soluzione chiedendo aiuto a Rebekah.

L'Originaria si presentò a casa dei Salvatore pronta ad aiutare.
M: «Grazie per essere venuta!»
le disse Matt abbracciandola. Lei chiuse gli occhi e sorrise.
R: «Figurati... lo faccio con piacere»
gli rispose con una punta di imbarazzo. I due si fissarono intensamente ed una specie di elettricità si percepì nella stanza, mettendo tutti a disagio, come se stessero assistendo a qualcosa di intimo e privato.
D: «Ehm... mi spiace interrompere questo... imbarazzantissimo momento di riunione... ma... non capisco ancora come lei possa aiutarci...»
intervenne Damon, impaziente. I due scossero la testa come risvegliati da un momento di trance ipnotica e si allontanarono l'uno dall'altra di qualche passo. Matt si schiarì la gola e si apprestò a spiegare al gruppo il suo piano:
M: «Dunque... sappiamo che Silas ha fatto qualcosa a Stefan... qualcosa che lo manda in crisi...»
S: «Sono delle allucinazioni, Matt... solo delle allucinazioni!»
lo interruppe Stefan.
M: «Sì, delle allucinazioni che nemmeno riesci a spiegarci...ti annientano! Care a stento riesce a calmarti...»
osservò il ragazzo. Il vampiro aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse, corrugò la fronte ed assunse un'espressione preoccupata.
D: «E pensi che 'barbie Klaus' sarà più brava a calmare mio fratello rispetto a 'semplicemente barbie'... perché lei è... 'barbie Klaus'?»
ironizzò Damon. Matt e Care si scambiarono un'occhiata.
C: «Damon... Rebekah può soggiogare Stefan affinché non abbia più paura delle sue allucinazioni... se riesce ad eliminare il terrore che prova ogni volta... magari riuscirà a dirci cosa vede in quei momenti... cosa Silas ha voluto mostrargli... forse... forse così riusciremo a capire cosa vuole!»
spiegò Caroline, titubante.
D: «Oh! Andiamo! Lo sappiamo cosa vuole... ce lo ha detto!»
ribatté lui.
C: «Forse è così... o forse no... e comunque, se non altro, risolveremmo il problema di Stefan...»
replicò la vampira.
S: «Hanno ragione Damon... in queste condizioni sono inutile! Se ci dovesse essere uno scontro non posso rischiare di avere una crisi e rintanarmi in un angolo in attesa che passi...»
aggiunse Stefan.
D: «Tentar non nuoce, direi...»
si convinse Damon.
T: «Questo potrebbe essere anche un buco nell'acqua però»
intervenne Tyler.
E: «Che vuoi dire?»
domandò Elena.
T: «Mettiamo il caso che non c'è niente da scoprire... che queste 'allucinazioni' siano solo una trappola di Silas per farci perdere tempo... che in realtà Stefan va solo in shock per via di un qualche incantesimo strano... che succederebbe allora?»
Il silenzio calò nel salotto, quella domanda disintegrò il già labile entusiasmo del gruppo.
D: «Beh... direi che ci penseremo poi... adesso facciamo fare a Bekah i suoi trucchetti, delle eventuali complicazioni parleremo poi... »
asserì con semplicità Damon, versandosi da bere. Lo guardarono tutti e, dietro la sua maschera da pragmatico e fatalista, intravidero le crepe di una preoccupazione che andava oltre il dover affrontare nuovamente Silas.
Le ultime parole dello stregone avevano fatto capire che in qualsiasi cosa consistesse il suo piano ci sarebbe stato solo un prezzo da pagare: la vita di Damon.
Nessuno di loro aveva mai pensato, nemmeno per un secondo, che potesse valere la pena sacrificarlo... nessuno di loro eccetto Damon stesso. Tutti sapevano che lui era il solo che si stava preparando a dare la vita, che era il solo pronto a pagare per tutti. Avevano fatto fronte comune per trovare una soluzione... non per combattere Silas, ma per salvare il vampiro.
R: «Bene... cominciamo!»
esclamò Rebekah, impaziente di poter aiutare.
Si sedette di fronte a Stefan e lo soggiogò a non soccombere alle sue allucinazioni a non temerle più. Lui chiuse gli occhi si rilassò e si accasciò contro lo schienale della poltrona su cui era seduto.
C: «Stefan... Stefan...»
lo chiamò esitante Caroline, accarezzandogli le mani , strette in due pugni. Lui sollevò lentamente le palpebre e la guardò con freddezza.
C: «Stefan... hey... stai bene?»
gli disse in tono rassicurante. Lui scosse la testa.
S: «N-no... non sto bene... non... io...»
Non riuscì a finire di parlare, affondò il viso tra le mani ed urlò. Damon corse accanto al fratello, gli toccò una spalla per calmarlo, ma Stefan si scostò come bruciato da quel contatto e si allontanò velocemente.
S: «N-no... io... tu non puoi starmi vicino... tu... tu devi andare via... tu devi stare lontano da me!»
ringhiò rabbioso. Damon lo fissò con un'espressione addolorata sul viso che spezzò il cuore di Elena.
C: «Stefan... calmati ora...»
intervenne Caroline, avvicinandosi al vampiro tenendo le mani tese in avanti.
S: «No... non capisci... non capite...»
farfugliò prima di scivolare a terra, stringendosi la testa tra le braccia.
C: «Stefan... andrà tutto bene... fidati di me...»insisté la vampira inginocchiandosi accanto all'amico sconvolto «Fidati... andrà tutto bene...»
finì, abbracciandolo. Lui sollevò la testa e sul suo viso comparve un'espressione rassegnata.
S: «Care... è terribile... è... è davvero orrendo...»
C: «Qualsiasi cosa l'affronteremo insieme... troveremo una soluzione... te lo prometto...»
La voce sicura di Caroline lo calmò.
S: «Io... nelle mie allucinazioni io uccido Damon...»
iniziò a dire, disgustato dalle sue stesse parole.
D: «Tutto qui? Tu che mi uccidi? Non servivano le allucinazioni di Silas! Abbiamo provato ad ucciderci a vicenda per anni!»
proruppe Damon.
S: «Non è solo questo...» ricominciò il fratello «... io... io uccido tutti! Vi faccio fuori uno ad uno... e... e mi piace... io... io provo piacere a togliervi la vita»
concluse con durezza.
D: «Sono solo allucinazioni, Stefan!»
sbottò Damon.
S: «No... no Damon... non è così... non...»
provò a ribattere Stefan.
D: «Smettila, ok? Silas ha giocato con la tua testa, con le tue emozioni... ti ha fatto credere di provare delle cose...»
S: «Damon... non capisci? »
D: «No, Stefan! Cosa! Cosa dovrei capire?»
esclamò esasperato il vampiro.
E: «Non sono allucinazioni»
intervenne Elena, in tono distratto, quasi come se stesse pensando ad alta voce.
E: «Silas ti ha manipolato per quasi un anno... ti ha... lui ti ha addestrato... per questo tu... per questo non sei più lo stesso... lui... lui ha cancellato quella parte di te che poteva opporsi al suo volere... sei... sei un suo soldato...»
concluse, fissando il suo ex fidanzato. Stefan deglutì ed annuì.
S: «Sì... io... io credo di non potermi opporre al suo volere...»
M: «Ma è assurdo! Tu... tu sei Stefan! Non faresti mai del male a nessuno di noi... quelle allucinazioni ti facevano stare male! Tu svenivi! »
disse Matt, confuso.
S: «Stavo male e svenivo perché ero in lotta contro me stesso... »
affermò con tristezza il vampiro.
T: «Magari Rebekah ti può soggiogare a non eseguire gli ordini...»
azzardò Tyler.
R: «No... io... Silas è più forte di me in questo... non posso cancellare quello che ha fatto... »
C: «Ok, ok... ma... chi dovrebbe dare questi ordini a Stefan? Basterà tenerlo lontano dalle influenze di Silas... noi... dobbiamo solo trovare il modo per... uccidere Silas... per... noi dobbiamo...»
farfugliò Caroline.
T: «Cosa, Care? Come? Quel figlio di puttana ce l'ha fatta sotto al naso e noi non abbiamo nemmeno una strega dalla nostra parte...»
ribatté Tyler.
D: «No... infatti... non ne abbiamo nessuna da 'questa parte'... »
intervenne Damon.
E: «Cosa... che stai dicendo?»
domandò Elena.
J: «Bonnie...»
disse Jeremy. Il vampiro lo guardò e scosse la testa in senso di diniego.
D: «Ovunque sia la tua fidanzata non è raggiungibile... no... non parlo di Bonnie...»
E: «Damon... di chi stai parlando?»
insisté la vampira.
J: «J.J...»
sussurrò il giovane Gilbert.
D: «Bingo!»
esclamò Damon.
J: «No... non hai capito... J.J... è qui!»
D: «Finalmente!»
disse il vampiro, guardandosi intorno.
D: «Se volevi tornare direttamente per lo scontro finale, potevi dirmelo prima!»
continuò con un sorriso storto sulla faccia. Tutto il gruppo lo guardò esterrefatto.
E: «J.J... lei... tu...»
balbettò Elena.
D: «Amore... non ti arrabbiare... ma potrei aver dimenticato di metterti al corrente del mio piano di riserva...»
spiegò lui forzando un sorriso. La vampira spalancò la bocca sentendosi intontita.
E: «E vuoi renderci partecipi adesso... o non lo ritieni necessario?»
replicò lei, incrociando le braccia sul petto ed assumendo un'espressione dura.
Damon sospirò e spiegò che la strega aveva capito che qualunque fosse il problema che impediva a Bonnie di comunicare con Jeremy non lo avrebbe risolto dal lato dei vivi. Aveva deciso di sacrificarsi per andare nell'altro lato ed indagare e trovare qualche risposta.
E: «Ok... ma perché non dircelo!»
chiese Elena. A rispondere fu J.J tramite Jeremy:
J: «Perché se non avesse scoperto nulla sarebbe stato un buco nell'acqua e Damon non voleva illudersi ed illudervi...»
Le guance del vampiro si arrossarono leggermente, diede le spalle al gruppo con la scusa di andare a versarsi ancora da bere e provò ad eliminare dalla sua voce la nota di imbarazzo che sentiva grattargli la gola.
D: «Ed hai scoperto qualcosa?»
si informò, fingendo indifferenza per la risposta. Jeremy continuò a parlare per la strega riferendo che Silas aveva creato una guerra nell'altro lato dividendo gli spiriti e promettendo a coloro che si univano alla sua crociata di poter tornare sulla terra e vivere di nuovo.
K: «E cosa ne è stato della loro fissazione per l'equilibrio, la natura e blablabla?»
commentò Katherine.
J: «Ci sono un sacco di spiriti di streghe e stregoni morti prematuramente... spiriti che darebbero qualsiasi cosa per tornare indietro e...»
riferì Jeremy.
K: «Ho capito... vendetta... questioni in sospeso... quindi Silas sta organizzando un ritorno sulla terra... ma tutto questo che c'entra con il sacrificio di Damon? E quella storia sulla cura, poi?»
incalzò l'ex vampira.
J.J disse che l'intuizione di Stefan-burattino nelle mani di Silas era giusta. Non era riuscita a capire le dinamiche del ritorno tra i vivi dello stregone ma che sicuramente il sacrificio di Damon serviva a garantire l'equilibrio.
E: «Io non ho capito niente...»
sbottò Elena, stanca.
J: «J.J dice che Silas non ha intenzione di far ritornare gli spiriti sulla terra, li vuole solo usare per tenere a bada Qetsyah il tempo necessario affinché lui faccia quel che deve...»
E: «Li sta... lui li sta ingannando?»
J: «Non proprio... J.J dice che se Damon non si sacrificherà Silas costringerà Stefan ad ucciderci tutti... e per ogni vita sottratta uno spirito potrà tornare sulla terra...»
Il gruppo rimase in silenzio a metabolizzare quelle informazioni.
T: «Un attimo... se tutto quel che interessa a Silas è l'equilibrio... il fatto che voglia sacrificare solo Damon... significa che la sua morte servirà a far tornare in vita un solo spirito...»
osservò Tyler.
E: «Non ha senso... potrebbe uccidere chiunque... perché proprio Damon?»
fece notare Elena.
D: «Perché lui non vuole far tornare in vita nessuno spirito...» la voce di Damon sembrava arrivare da lontano «Quello che interessa a Silas è il mio sangue... e la persona a cui è legato...»
Nel pronunciare queste parole il vampiro guardò il fratello che lo fissava a sua volta. I due sembravano aver capito una verità che sfuggiva a tutti gli altri.
C: «Cosa... di che parli?»
chiese Caroline.
S: «Io sono il doppleganger di Silas...» iniziò a parlare Stefan «Io avrei dovuto garantire l'equilibrio della sua natura immortale. Quando sono diventato un vampiro ho interrotto questo equilibrio... finché c'è stato un discendente in vita, però, la possibilità che un nuovo doppleganger nascesse non era andata perduta e quando...»
D: «E quando io ho ucciso Zach» intervenne Damon «Ho definitivamente eliminato questa possibilità... incasinando la natura e gli equilibri...»
concluse per lui.
E: «Questo continua a non spiegare cosa c'entri il tuo sacrificio...»
proruppe Elena.
J: «Silas vuole rendere di nuovo mortale Stefan... la sua vita in cambio di quella di Damon... sangue del suo sangue...»
rispose Jeremy ripetendo le parole che il fantasma di J.J aveva pronunciato.
E: «C-cosa? Ma non ha senso! Ed io allora? Io ho dato la cura a Katherine... nessuno si è sacrificato per lei!»
D: «Elena... pensaci... hai solo ristabilito l'equilibrio...»
le disse Damon, sedendosi pesantemente sul divano. Infatti, facendo tornare umana Katherine, Elena aveva garantito la discendenza delle Petrova che era spettata a lei prima che morisse.
C: «Ma la cura non c'è più! Come pensa di far tornare umano Stefan?»
esclamò Caroline.
D: «Quella maledetta cura l'ha inventata lui...»
replicò il vampiro fissando il pavimento.
E: «E allora? Non è la ricetta per il chilli! Gli serviranno delle cose... scopriamo quali e facciamo in modo che non le trovi!»
propose Elena.
M: «Sì, infatti... chiedi a J.J se sa come si prepara questa cura!»
disse Matt a Jeremy. Ovviamente la strega non ne sapeva nulla.
T: «E se lo lasciassimo fare?» intervenne Tyler «Voglio dire... se gli lasciassimo creare questa cura e poi trovassimo il modo di darla a lui? Diventerebbe mortale, no?»
J: «E quindi?»
chiese Jeremy.
T: «E quindi potremmo ucciderlo! Non avrebbe più i suoi infiniti poteri e finirebbe nell'altro lato sottomesso alla potenza di Qetsyah!»
spiegò l'ibrido.
K: «Rimane il problema dell'equilibrio...»
commentò Katherine.
E: «Invece no!» esclamò Elena «Pensateci! La natura ha dovuto creare una versione mortale di Silas per rimediare alla sua immortalità... ma se Silas morisse, si ristabilirebbe l'equilibrio poiché non ci sarebbe più un immortale a cui rimediare!»
J.J comunicò che Elena aveva ragione e che poteva essere un buon piano, restava però il problema di affrontare Silas.
C: «Innanzitutto dobbiamo tenere Stefan al sicuro, lontano da tutti... sappiamo che prima di due settimane non colpirà... quando in pianeti saranno in asse lui non dovrà trovare Stefan... non dovrà poterlo usare contro di noi...»
iniziò a pianificare Caroline.
D: «E poi? Come pensate di dare la cura a Silas? Sempre che l'abbia con lui, si intende... magari la deve ancora preparare... magari la preparerà proprio mentre mi strapperà via il cuore dal petto... vi rendete conto che siamo nella merda più di prima?»
commentò Damon irritato.
D: «Voglio dire... il suo piano in fondo qual è? Uccidere me e concedere a mio fratello di avere la vita che ha sempre voluto?»
E: «Non ricominciare Damon!» inveì Elena «Non ti sacrificherai né per Stefan, né per Silas!»
Damon osservò il livore sul volto della fidanzata e sentì una stretta allo stomaco.
S: «Ha ragione Elena... non ti lascerò morire per me... piuttosto mi faccio ficcare un paletto nel cuore adesso!»
aggiunse Stefan. Sul volto degli altri si manifestò la stessa determinazione e Damon non fu in grado di controbattere. Finse di acconsentire ai loro piani e per le successive due settimane li ascoltò escogitare, supporre e parlare a vuoto. Più si sforzavano di trovare soluzioni più lui si rendeva conto che avevano perso di vista le zone d'ombra di tutta quell'assurda storia... e ce n'erano molte.

Ed ora si trovava lì, seduto, a strimpellare note a caso cercando di non ascoltarli mentre definivano gli ultimi dettagli di un piano assurdo. La sua mente, però, era bloccata nel ricordo del sogno che aveva fatto la notte precedente. Un sogno che era in realtà un incubo, lo stesso fatto altre volte ma che solo quella notte gli fu chiaro.

Damon era sdraiato sull'unico pezzo di terra immune dal fuoco che stava bruciando intorno a lui. Era già stato in quel posto, aveva già respirato quell'aria piena di cenere. Si sollevò piano ed osservò le fiamme che lo circondavano, gli parve di cogliere un nuovo odore, qualcosa di familiare quando un improvviso colpo di vento aprì un varco nel muro fiammeggiante dal quale spuntò Stefan.
D: «Quindi eri tu... »
disse con voce roca.
S: «Chi altri...»
rispose l'altro, togliendo al vampiro ogni dubbio su chi fosse in realtà.
D: «Silas...»
S: «Damon...»
D: «Cosa vuoi? Stai cercando di ammaestrare anche me?»
Silas fece una risata gutturale che mise gli brividi.
S: «Oh... no... quella è stata solo una precauzione... sai... per spaventarvi un po'...»
D: «Quindi non hai intenzione di usarlo per ucciderci tutti?»
S: «Ho intenzione di usarlo, sì... ma spero di non dover arrivare alla parte delle uccisioni...»
D: «Non capisco cosa vuoi in realtà?»
S: «Credevo lo aveste capito, tu e la tua banda di super eroi...»
D: «Sono quello intelligente, no? Non me la bevo! Cosa c'è dietro? Non vuoi solo far tornare Stefan umano... non può essere questo... tu hai in mente qualcos'altro...»
Silas rise di nuovo e i suoi occhi si illuminarono.
S: «Sì... sei quello intelligente... è vero... vedi, Damon... io voglio sempre la stessa cosa...»
D: «Ancora con la storia dell'amore perduto?»
S: «Non è una storia! È la mia maledizione! Tu più di chiunque altro dovresti capire cosa si prova a vivere senza l'amore della propria vita! Io voglio riunirmi a lei... ma per farlo ho bisogno di annientare Qetsyah ed il suo maledettissimo 'altro lato'... devo spingerla fuori dal suo cerchio di sicurezza ed attendere che l'altro lato imploda. Poi potrò prendere la cura e lascerò che siano i tuoi amici a farmi fuori... lo giuro...»
D: «Non vuoi far tornare umano Stefan...»
S: «No... non l'ho mai voluto...»
D: «E come pensi di convincermi adesso?»
S: «Che ne dici di: se non fai come ti dico farò in modo che Stefan uccida tutti i tuoi amici, sotto ai tuoi occhi... mi assicurerò che voi due, però, restiate in vita a pensare a questo per l'eternità, magari rispendendovi entrambi in fondo ad un lago e per voi ci sarà una sola certezza: le anime dei vostri amici saranno dall'altro lato con me! A subire la mia ira! Pensa alla tua dolce Elena, vessata per l'eternità... al piccolo Jeremy... strappato alla sua vita, alle sue possibilità, non una, ma due volte! Pensa al dolce Matt, trasformato prima in vampiro, per assicurarmi di trovarlo nel girone dei dannati... pensa alla dolce Caroline... colei a cui tu per primo hai fatto del male... torturata per sempre... pensa per bene a questa prospettiva e dimmi se ne vale la pena... »
D: «A cosa ti servo io? A cosa ti serve il mio sangue?»
S: «Mi serve il sacrificio di un consanguineo... »
D: «Per la cura? È così che l'hai creata? Sacrificando qualcuno della tua famiglia?»
S: «Vieni nello scantinato della scuola domani sera... vieni da solo e non dire niente a nessuno e ti spiegherò tutto»
D: «Domani sera? Mancano 2 giorni all'allineamento dei pianeti...»
S: «Lo so...»
D: «Hai mentito... ci hai depistati...»
S: «So essere intelligente anche io... vieni da me domani sera... e salva la vita ai tuoi amici... ad Elena...»
E con queste parole Silas sparì tra le fiamme e Damon si svegliò.



Continuava a ripensare alle parole di Silas ed alle sue minacce. Sapeva che quella sera sarebbe andato da lui, sapeva che gli altri pensavano di avere ancora due giorni di tempo... sapeva che sarebbe morto... quello che non sapeva era se Silas avrebbe mantenuto la parola. A lungo si era considerato inutile, superfluo... ultimamente era riuscito a sentirsi parte di qualcosa, aveva sentito l'affetto degli altri, aveva scoperto cosa si provava ad amare ed essere ricambiato dello stesso amore... forse più forte! Avrebbe rinunciato a tutto, lo avrebbe fatto sul serio, ma voleva la certezza dell'incolumità della sua famiglia, dei suoi amici... di Elena. Si sentiva in trappola.
Senza rendersene conto aveva iniziato a suonare una sinfonia sconosciuta, che vibrava nell'aria, triste e malinconica. Elena rientrò in casa e camminò seguendo la musica. Arrivò in salotto e trovò Damon intento a suonare: le lunghe dita accarezzavano il bianco e nero dei tasti legando accordi, il viso concentrato e lontano, la mandibola serrata ed un'unica ciocca di capelli gli si muoveva sulla fronte. Si poggiò allo stipite dell'arcata e lo osservò stupita "Ecco un altro talento nascosto dell'uomo che amo" pensò. Le note divennero più intense e la colpirono allo stomaco. All'improvviso fu assalita da una strana paura, gli si avvicinò, smaniosa di toccarlo. Non le bastava vederlo, doveva sentire che era lì con lei, che era vero.
Damon, totalmente perso nei suoi pensieri , non si accorse di lei e continuò a suonare. Solo quando gli si sedette accanto si ridestò dal suo naufragio nelle note, riacquistando contatto con la realtà. Si voltò a guardarla e lei si accorse che i suoi occhi avevano le sfumature del mare d'inverno: non erano più due cristalli limpidi ma erano scuri, adombrati da pensieri e sogni agitati. Gli accarezzo il viso sorridendo.
E: «Non mi avevi mai detto di saper suonare...»
gli sussurrò con un filo di voce.
D: «Oh... in 150 anni di vita ci si annoia parecchio, bisogna trovare degli hobby per distrarsi»
provò a scherzare lui.
E: «Sei bravo»
osservò lei. Damon sollevò le sopracciglia e si passò la lingua sulle labbra.
D: «Sono un po' arrugginito...»
le disse scrollando le spalle. Accorgendosi del silenzio calato dentro e fuori la casa, le chiese:
D: «Dove sono tutti?»
E: «Caroline, Tyler e Stefan sono andati a rendere sicure le cantine dei Loockwood... Jeremy, Matt e Katherine stanno andando fuori città... sono i più vulnerabili, non li voglio qui intorno. Liz e Meredith li stanno accompagnando... »
D: «E dove stanno andando?»
E: «A New Orleans... Rebekah ha offerto loro ospitalità e protezione...»
D: «Avete portato Katherine da Klaus? Lei è umana adesso!»
si agitò Damon.
E: «Sì... è umana ed il suo sangue non è utilizzabile... nemmeno da Klaus! È al sicuro...»
replicò lei, con una punta di fastidio nel tono. Lui si accorse del suo disagio e provò a spiegarsi, ma lei scosse la testa e lo bloccò mettendogli un dito sulle labbra.
E: «Damon... non voglio parlare di Katherine... o di Stefan... o di nessuno... siamo soli... io e te... era da tanto che non succedeva... godiamoci questi momenti...»
Così dicendo posò la mano su quella di lui, intrecciando insieme le loro dita. Lui annuì e le sorrise. Elena, un po' esitante, guidò la mano di Damon verso l'orlo del suo vestitino di lino. La spinse sotto la stoffa leggera e l'accompagnò lungo la coscia. Le dita di lui scorsero sulla sua pelle morbida, liscia come la seta. Si liberò della guida di lei ed iniziò ad agire di propria sponte. Insinuò anche l'altra mano sotto il vestito di lei e le strinse le cosce. Le dita di lui scivolarono nell'interno coscia e le sfiorarono la stoffa degli slip proprio nel punto in cui il suo piacere iniziava a pulsare, lei chiuse gli occhi, gemendo. Si morse il labbro inferiore, si alzò in piedi, lenta. Si interpose tra il pianoforte e lui e gli si sedette sopra cavalcioni. Lui la lasciò fare e quando prese posto le strinse i fianchi esercitando una leggera pressione che fece aderire i loro sessi. Le mani di lei affondarono nel nero dei capelli di lui, agganciandosi alla sua nuca, lui spalancò la bocca e socchiuse gli occhi, i loro visi erano fermi a pochi centimetri luno dall'altro. Lei lo guardò un ultimo istante prima di fondere le loro bocche in un bacio rovente. I seni di lei si spingevano sul petto di lui che riusciva a percepirne la sodezza anche attraverso la stoffa. Risalì la schiena di lei con le mani e, arrivato sulle spalle, agganciò le dita alle spalline del vestitino e del reggiseno, tirandole di lato. La sua bocca lasciò quella di lei ed affondò tra i seni scoperti. Iniziò a manipolarli con le mani, li baciò, leccò e mordicchiò i capezzoli inturgiditi. Elena buttò indietro la testa, inarcò la schiena ed allargò le braccia sul pianoforte dietro di lei, poggiando le mani sui tasti e facendo echeggiare nel salone silenzioso note stonate. L'erezione di Damon iniziò a spingere con prepotenza contro i jeans, pulsando contro il piacere di Elena, completamente abbandonata all'estasi.
Lui la strinse a sé e si alzò, tenendola in braccio, le gambe di lei si incrociarono intorno alla vita di lui e le loro bocche si ritrovarono sciogliendosi in un nuovo bacio. Lui si incamminò verso il divano e quando le sue gambe toccarono il bracciolo si chinò facendoci sedere sopra Elena. Insieme scivolarono sulla seduta incastrandosi tra le gambe di lei. Tra baci, morsi e carezze si liberarono dei vestiti ritrovandosi nudi, eccitati e disperati. Damon le prese le mani e gliele bloccò sopra la testa, lei allargò le gambe invitandolo a porre fine alla tortura delle fitte di desiderio che le esplodevano tra le cosce. Senza esitare un secondo di più si calò in lei con forza, facendola urlare di piacere. Si spinse dentro e fuori di lei, producendo ad ogni affondo un suono roco che si accompagnò ai suoi gemiti di piacere.
Continuò ad insinuarsi in lei con potenza, Elena sentiva il proprio corpo creparsi ad ogni colpo, incapace di contenere l'energia che lui stesso le riversava dentro. Stremati e senza più forze si avvicinarono al culmine del piacere, lui le fece scivolare un braccio sotto la schiena, sollevandole il bacino e assestando il colpo finale di quell'amplesso estenuante. Elena strinse gli occhi ed urlò, mentre il suo orgasmo si chiudeva intorno a quello di Damon. Dagli occhi chiuse, le scivolo una lacrima che lui asciugò con le labbra. Tremarono un istante, tornando padroni dei loro corpi disfatti, si guardarono e si abbandonarono al sonno.
Poco tempo più tardi, Damon aprì gli occhi su Elena addormentata e nuda. Un fascio di luce pallida, di una luna quasi piena, si era infiltrato nel salotto buio, illuminando il volto di lei, lui l'accarezzò e scivolò via dal divano, piano, con cautela. Si rivestì ed andò incontro al suo destino.

" Il vento sussurra il suo richiamo ... 

echi di voci lontane portano il nefasto messaggio ...mentre riverso in te il mio disperato addio,come il mare d'inverno abbandona sulla spiaggiadesolanti relitti di anime morte."-Mammaesme-

AUTRICE ORIGINALE : Mamma grazie come sempre <3

Three WordsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora