The Last Piece

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Le parole fornitemi da DevilVampire sono: mamma salvatore, velo aperto, soprannaturale.

Elena aprì gli occhi nel buio della stanza, allungò una mano e toccò il posto vuoto accanto a lei nel letto, sospirando.

Damon si era allontanato da casa Salvatore a piedi, per non svegliare Elena con il rumore del motore della macchina. In cuor suo sperava di guadagnare qualche secondo in più, per cosa di preciso, però, non lo sapeva. Aveva deciso di sacrificarsi, di offrirsi a Silas ed al suo volere, una manciata di secondi in più non avrebbero cambiato le cose.
Arrivò a scuola e scese nello scantinato, raggiunse la grotta in cui, appena un anno prima, Silas era sparito nell'altro lato insieme ad ogni essere soprannaturale sfuggito dal velo aperto.
L'antro era vuoto, buio ed umido. Mosse qualche passo ed acuì l'udito: niente.
D: «Heylà... psyco-stregone... sono qui!»
disse, aspettandosi una risposta. A parte la sua eco, però, non si sentì nulla. Calciò un sasso e sbuffò, poggiandosi contro una parete. Chiuse gli occhi e cercò di convincersi a restare lì: l'istinto di correre via, di tornare da Elena gli pizzicava i muscoli delle gambe. L'aria cambiò improvvisamente facendosi più calda. Damon aprì gli occhi e si accorse che un bagliore tremolante aveva iniziato a diffondersi nella grotta illuminandola di una luce rosata e opaca. Si staccò dalla parete e si diresse verso la fonte di quell'illuminazione: sospesa a mezz'aria c'era una luce che si ingrandiva pian piano.
Restò immobile a fissare lo spettacolo finché non si rese conto che stava guardando il formarsi di un portale. Una sagoma nera vi si stagliò nel mezzo.
S: «Mi stavi aspettando?»
chiese Silas in tono sardonico, varcando il portale che continuò a brillare alle sue spalle.
D: «Facciamola finita e basta!»
sibilò Damon, infastidito.
S: «Quanta fretta amico mio...»
ribatté placido l'altro.
D: «Senti chi parla! Mister 'anticipiamo di due giorni il tutto'»
rispose piccato il vampiro. Silas rise.
S: «Non preoccuparti, Damon... non appena ci saremo tutti inizierò!»
D: «Tutti? Credevo ti servissi solo io...»
Lo stregone rise di nuovo ed una sensazione di panico congelò lo stomaco a Damon che provò a scappare, ma Silas gli spezzò il collo prima che potesse rendersene conto.

Elena accese l'abat-jour illuminando la camera da letto spoglia. Piegò le gambe e poggiò il mento sulle ginocchia. Si guardò intorno e sentì una strana fitta allo stomaco: in un angolo, accumulati con ordine, c'erano i suoi bagagli, pronti per l'imminente partenza. Si morse il labbro inferiore e scese dal letto.

I sensi di Damon ricominciarono ad attivarsi in concomitanza col suo ritorno in vita. Il suo naso carpì odore di bruciato e, come nell'ultimo sogno, camuffato tra le note pungenti di legno carbonizzato e fumo, c'era una profumo diverso, di fiori... un odore familiare. Le sue orecchie colsero un leggero brusio, voci indistinte che divennero più chiare velocemente. Aprì gli occhi con cautela e si voltò in direzione dei rumori. In piedi, in mezzo alla grotta, c'era Silas, accanto a lui, a testa china, c'era Bonnie con le braccia distese lungo i fianchi, rigide, le mani chiuse in due pugni. Si accorse poi che lo stregone parlava con qualcuno, strizzò gli occhi ed un senso di disperazione lo colse quando si rese conto di chi fosse l'altro ospite: Stefan. Si sollevò su un braccio e si accorse che il fratello aveva l'aria assente, vuota e stringeva tra le braccia una figura esile, femminile...
D: «K-Katherine?»
balbettò con voce tremante. Silas si girò verso di lui con un ghigno trionfante.
S: «Bene, bene, bene! Ti sei svegliato! Ora che ci siamo tutti possiamo cominciare...»
D: «Tutti? Ma di che parli? Avevi detto ti servivo solo io! Che sarei morto solo io!»
inveì il vampiro, sentendo le lacrime bruciargli in gola.
S: «E così sarà, amico mio... così sarà!»
D: «Non sono tuo amico!»
sibilò Damon, provando ad alzarsi. Bonnie allungò un braccio e mormorò qualche parola nella sua strana lingua da strega ed il vampiro si ritrovò scaraventato contro la parete della grotta, paralizzato.
D: «B-Bonnie! Che diavolo fai? Sei dalla sua parte ora?»
ringhiò. La strega distolse lo sguardo, con un'espressione addolorata e deglutì.
D: «Hai costretto anche lei a diventare un tuo burattino?»
chiese a Silas, rimasto ad osservare gongolando.
S: «Chi ti dice che l'abbia costretta? Chi ti dice che abbia costretto tuo fratello?»
D: «Certo... dimenticavo che sei l'essere più simpatico e carismatico dell'intero universo e le persone ti amano per il tuo sorriso smagliante e la tua sagacia... oh! No! Quello sono io...»
S: «Ah... Damon, Damon ... sei così spassoso...»
D: «Sì, sì... lo so... faccio questo effetto ma, non te la prendere... non sei il mio tipo...»
Silas rise e gli si avvicinò.
S: «Sai... è quasi un peccato doverti uccidere...»
gli soffiò a pochi centimetri dal viso.
D: «Appunto... devi uccidere me... cosa diavolo ci fanno loro qui?»
volle sapere. Gli occhi dello stregone si illuminarono e la sua bocca si aprì in un sorriso smagliante.
S: «Oh... te l'ho detto... il fine di tutto ciò è riunirmi al mio unico vero amore...»
D: «Creando la cura, prendendola e morendo! Così avevi detto!»
S: «E così sarà... creerò la cura, la prenderò... e, prima o poi, morirò... »
Damon lo guardò confuso.
D: «Di che diavolo parli? E l'altro lato? Non dovevi far fuori Qetsyah?»
S: «Oh... sì... quella parte del piano... diciamo che ho dovuto rivisitarlo un po'... »
Silas stese un braccio e le torce attaccate alle pareti rinvigorirono il loro fuoco illuminando di più la grotta. Damon notò il terrore che tirava il viso di Katherine mentre rimaneva immobile e tremante nella stretta di Stefan. Bonnie continuava ad evitare il loro sguardo fissandosi i piedi.
S: «Vedi... Qetsyah ha fatto in modo che io non possa riunirmi al mio amore nel suo paradiso... se eliminassi l'altro lato, eliminerei solo il luogo in cui le anime dei trapassati confluiscono... »
D: «Ed eliminato quello non si crea un varco per l'altro paradiso... »
S: «No... affatto. Senza l'altro lato si resterebbe a vagare in questa dimensione per l'eternità e basta...»
D: «E quindi? Come hai intenzione di riunirti alla tua amata?»
S: «Oh! Ma è semplice! Sarà lei a tornare da me...»
D: «T-tu... tu vuoi resuscitarla?»
domandò sconvolto Damon. Silas rise felice.
S: «Bingo, amico mio! Bingo!»
Si voltò e si avvicinò a Stefan.
S: «Tutto quel che mi serve è un corpo puro in cui far entrare la sua anima...»
disse accarezzando il viso di Katherine, che spalancò gli occhi neri inorridita e disgustata dal tocco di Silas. Damon scoppiò a ridere.
D: «Ed hai pensato a Katherine? Perdonami, ma quella donna è tutto, fuorché pura!»
Non appena ebbe detto queste parole, però, il senso delle parole di Silas si insinuò in Damon.
D: «Il... il suo sangue...»
sussurrò il vampiro. Lo stregone si aprì in un altro dei suoi malefici ghigni.
S: «Ah... che peccato privare il mondo di una mente come la tua! Così intuitivo...»
commentò, riavvicinandosi a lui.
S: «Vedi, Damon... quando la tua Elena ha dato la cura a Katherine, non l'ha solo trasformata in un essere umano, lei l'ha purificata...»
Lo stregone si fermò ed assunse un'espressione concentrata, sembrava stesse pensando se proseguire o meno nelle sue spiegazioni. Dopo qualche altro attimo scosse la testa e sospirò.
S: «Ti svelerò un piccolo segreto sulla cura. L'incantesimo per l'immortalità prevede qualche sacrificio... è un incantesimo che si scontra con la natura, con il corso naturale degli eventi... è un incantesimo che macchia l'anima... quindi dovevo assicurarmi che morendo l'avrei raggiunta... capisci? Non potevo rischiare di morire e finire lontano da lei perché impuro... quando ho creato la cura, mi sono premurato che agisse su 'ogni' aspetto dell'incantesimo dell'immortalità! Con essa si rinasce a nuova vita, scevri da ogni sorta di macchia e peccato... e nulla può alterare questo nuovo status...»
D: «Avevi detto che sarei stato il solo a venire sacrificato!»
ringhiò Damon, agitato. Stava andando tutto a rotoli e lui non sapeva come impedire il peggio.
S: «Ed è così... sarai il solo a morire...»
gli confermò Silas.
D: «Hai appena detto di voler uccidere anche Katherine...»
S: «Non è esatto... lei vivrà... con un'altra anima, certo... ma il suo corpo sarà vivo... per altri... 60-70 anni, diciamo...»
D: «E poi? Morirete... e sarete separati di nuovo! Oppure hai intenzione di fare qualche altro incantesimo e rendervi immortali?»
S:«No, Damon... torneremo umani, vivremo da umani e moriremo da umani...»
D: «E di nuovo la sua anima sarà separata dalla tua...»
S: «No... non succederà... in quanto essere soprannaturale la sua anima sarà con me nell'altro lato...»
D: «Ma... lei... lei è...»
S: «Lei è la sorella di Qetsyah, Layanah... una strega anche lei... Qetsyah ha creato l'altro lato dopo averla uccisa...»
rivelò Silas. Damon spalancò la bocca.
S: «Non fare quella faccia stupita... tu e tuo fratello vi siete quasi uccisi per la stesa donna...»
D: «Quasi...»
S: «Qetsyah, invece, è andata fino in fondo... »
ribatté con dolore lo stregone.
D: «Tutto qui? Riporterai in vita Layanah, mi ucciderai, creerai la cura e vivrete finché un infarto non vi coglierà nel sonno?»
S: «Non mi servi per la cura... mi servi per riportare in vita Anah...»
D: «C-cosa...»
S: «Devo pagare la sua anima con una vita preziosa... magari quella di un eroe...»
spiegò, fissandolo con i suoi occhi verdi. Damon lo guardò interdetto.
D: «Oh... intendi me? Un eroe? Io? Amico... hai sbagliato fratello...»
obiettò sarcastico.
S: «Vedi? È questo quello che ti rende così speciale... nemmeno lo sai quanto vali! Sei capace di sacrificarti per tutti i tuoi amici... perfino per persone che non hanno fatto altro che odiarti e denigrarti, ma continui a ritenerti cattivo, malvagio... tutto quello che fai è senza tornaconto, anzi, pensi di essere in debito... sei convinto di doverlo a qualcuno... e non è così, Damon... il male che hai fatto lo hai scontato per questa vita e per la prossima, nonostante ciò non ti ritieni un eroe... ho scrutato nel cuore di ognuno di voi... ho letto le vostre menti, ho spiato nei vostri animi... e tu... oh, Damon... se tu potessi vedere quanta luce regna in te...»
Damon ascoltò quelle parole ed un ricordo sepolto riaffiorò improvviso nella sua mente.

Era piccolo, Stefan era nato da qualche ora e mamma Salvatore stava respirando gli ultimi attimi di vita. Si era intrufolato nella stanza mentre suo padre discuteva con un medico ordinandogli di trovare una soluzione. Il piccolo Damon si avvicinò tremante al letto in cui giaceva la donna, lei sollevò lentamente le palpebre stanche, gli sorrise ed ogni traccia di sofferenza sul suo viso si dissolse.
M: «Mio piccolo... dolce... Damon...»
sussurrò a fatica.
D: «Mammina... starai bene
La madre scosse piano la testa, i lunghi capelli neri le si erano appiccicati alla fronte sudata, Damon allungò la manina e le liberò il viso, lei parve provare sollievo da quel contatto.
M: «Damon... promettimi che ti prenderai cura di tuo fratello...»
lo supplicò, con un filo di voce. Il piccolo annuì iniziando a piangere.
D: «Mamma...»
singhiozzò.
M: «Piccolo mio... » lo interruppe con un filo di voce «...non piangere... non devi piangere... devi ridere angelo mio! Devi ridere ed illuminare il mondo! Se tu potessi vedere quanta luce c'è in te quando ridi...»
E pronunciando quelle parole morì.

Scosse la testa, non voleva accomunare i pochi ricordi di sua madre a Silas.
D: «Quindi mi ucciderai...»
S: «Non io... tuo fratello... Qetsyah ha ucciso Layanah, rendendo la sua anima ancora più preziosa poiché strappata da una consanguinea... lo stesso valore , Damon... devi avere lo stesso valore dell'anima di Anah!»
D: «Ma la cura...»
farfugliò, incapace di collegare i pezzi di quel che stava succedendo.
S: «La cura è un incantesimo sul sangue di un immortale...» spiegò con sufficienza «Userò la potenza di Bonnie per purificare il mio sangue ed avrò la cura... »
D: «P-perché devi usare Bonnie? Perché non puoi farlo tu?»
domandò sempre più confuso il vampiro.
S: «Perché è un incantesimo che porta alla morte chi lo compie...»
D: «Ma tu sei immortale...»
S: «Sì... lo sono... ma questo vuol dire solo che non posso morire... non che...»
D: «Non che non puoi trasformarti in una statua di pietra?»
finì per lui Damon. Silas ghignò.
D: «Non fu Qetsyah a ridurti in quello stato, allora...»
S: «No... ma fu lei a nascondermi in fondo a quel pozzo affinché non potessi nutrirmi e tornare in forze... solo dopo la sua morte venne a conoscenza della cura e creò i suoi stupidi cacciatori affinché mi uccidessero... ma avevo ancora qualche asso nella manica e qualche fedele per tenerli lontani...»
D: «Ma Bonnie è già morta... non le succederà nulla...»
S: «Damon... gli spiriti sono energia... l'energia si estingue...»
D: «Quindi questo è il tuo piano? Tornerai umano e vivrai con Katherine...»
S: « Io tornerò umano con Anah, Katherine è solo il corpo che userò... per gli altri saremo Stefan Salvatore ed Elena Gilbert... in fondo erano loro la coppia epica, no? Nessuno si porrà domande... ci sposeremo, faremo tanti bei bambini e saremo felici per sempre... perfetto no?»
D: «Certo! Perfetto... non fosse che quando tornerai umano e vulnerabile i miei amici ti uccideranno...»
S: «Non se li uccido prima io...»
Damon fece una smorfia e scosse la testa.
S: «Non sei felice? Rivedrai la tua Elena nell'altro lato presto... ma ora basta chiacchierare... Stefan... uccidila... ora!»
ordinò. Stefan torse il collo a Katherine, lei cadde a terra morta, lui rimase in piedi, impassibile... assente. Damon guardò il corpo di quello che era stato il suo primo e tormentato amore e si sentì disperato: a breve quella sorte sarebbe toccata alla sua Elena.
S: «Ed ora occupiamoci di te»
proruppe Silas, fissandolo. Allungò le braccia e spalancò le mani. Damon si sentì tirare come da una corda invisibile e si ritrovò sdraiato accanto al corpo esanime di Katherine. Lo stregone gli si inginocchiò accanto poggiandogli una mano sul petto. Fece un cenno a Stefan che gli si mise accanto con in mano un paletto.
S: «Mi dispiace sul serio doverti uccidere... ma tranquillo, farò in modo che tu non te ne renda conto...»
sussurrò lo stregone.
D: «Ti supplico...»
mormorò il vampiro.
S: «Cosa?»
chiese Silas avvicinandosi.
D: «Non ucciderla... non... ti prego... non uccidere Elena!»
lo supplicò ed una lacrima gli scivolò sul lato del viso.
S: «Non la vuoi con te di là?»
Damon scosse la testa.
D: «Lei deve vivere... tutti devono vivere... ti prego... non ucciderli... ti prego!»
Sul viso di Silas comparve una strana espressione, sembrava quasi commosso dalla sua supplica.
S: «Offrirò loro un accordo... se mi lasceranno in pace, lascerò loro in pace... per sempre...»
Il vampiro scosse di nuovo la testa.
D: «No... non accetteranno mai... tu devi... tu devi fare qualcosa alle loro menti... cancellami... cancella ogni ricordo di me... falli vivere felici... ti supplico... falli essere felici!»
Gli occhi di Silas brillarono, ma Damon non fu in grado di stabilire se fossero lacrime o solo il riflesso delle torce che avevano iniziato a lanciare lingue di fuoco in tutta la grotta, sentì una pressione nel petto, un calore elettrico gli esplose dentro e tutto divenne bianco.

Elena scese silenziosamente al piano di sotto, camminò al buio, immersa nel silenzio che regnava nella grande casa. Entrò in salotto e si avvicinò alla figura che stava in piedi di fronte alla finestra. Lo abbracciò da dietro ed aprì i palmi sul suo petto, poggiando la testa sulla sua schiena.
E: «Che ci fai qui? Lo sai che odio svegliarmi da sola!»
sussurrò.

Damon sollevò le palpebre e dei visi sfocati iniziarono a galleggiargli davanti. Strizzò gli occhi e provò a muoversi. Ogni muscolo del suo corpo era indolenzito e sentiva le ossa liquide. Rinunciò al tentativo di alzarsi e mise a fuoco le immagini tremolanti che continuavano ad ondeggiargli davanti.
D: «S-sono morto?»
chiese con voce impastata.
L'ovale di un bel viso femminile, con lunghi capelli scuri, si definì davanti ai suoi occhi.
E: «No... non ancora, almeno...»
rispose Elena, con durezza. Il vampiro riprovò ad alzarsi ma anche quel tentativo andò in fumo.
S: «Devi stare fermo... ci vorrà un po' prima che tu ti rimetta...»
La voce di Stefan echeggiò nelle orecchie di Damon come se provenisse da un luogo lontano. Dopo pochi istanti si accorse che il fratello era in piedi, accanto a lui.
D: «S-Stefan... cosa... ma... io non capisco...»
E: «Certo che non capisci... come hai detto l'altra volta? Ah, sì! 'Amore... non ti arrabbiare... ma potrei aver dimenticato di metterti al corrente del mio piano di riserva' »
ribatté sarcastica.
D: «C-cosa... io...»
E: «Risparmia il fiato e riposa... quando starai meglio ti spiegherò tutto...»
gli sussurrò Elena, addolcendo il tono. Damon sentì la morbidezza delle labbra della sua ragazza sfiorare le proprie e poi si addormentò.

D: «Scusa... non riuscivo a dormire...»
disse Damon, accarezzandole le mani.
E: «Sei nervoso?»
D: «Io? E tu?»
replicò lui, sospirando.
E: «No, non sono nervosa... triste, impaurita... ma nervosa no...»
rispose lei, stringendosi a lui.

Quando Damon riaprì gli occhi, ore più tardi, si era ripreso quasi del tutto. Sentiva ancora i muscoli pesanti, ma riuscì a muoversi e ad alzarsi. Elena uscì dal bagno con i capelli bagnati e un'asciugamani legata intorno al petto.
E: «Sei sveglio...»
commentò incrociando le braccia e fissandolo con un'espressione indecifrabile.
D: «S-sì... e... e non... che diavolo è successo?»
le chiese guardandosi intorno. Lei si avvicinò lentamente al letto e prese posto accanto a lui.
E: «È successo che ti ho salvato la vita... è successo che abbiamo fatto fuori Silas... è successo che abbiamo vinto...»
gli rispose sorridendo.
D: «Ok... ma... come?»
insisté lui, sempre più confuso.
E: «Non grazie a te, sicuramente... »
D: «E-Elena... io...»
E: «No, Damon... basta! Non mi interessa sapere cosa credevi di fare... non mi interessa sapere le ragioni che ti hanno spinto a credere di poterti fidare di Silas... non voglio sentire nulla di quello che la tua mente ha partorito... ho imparato a conoscerti, tutti lo abbiamo fatto... e per fortuna ci consideri un branco di idioti... altrimenti ti saresti accorto delle nostre... come dire... interferenze...»
D: «C-cosa...»
E: «Ho dormito con te, ho vegliato il tuo sonno per mesi... credevi non mi sarei accorta dei tuoi incubi? Quando abbiamo scoperto quel che Silas aveva fatto a Stefan mi sono fatta insegnare come poter entrare nella tua mente ed ho spiato i tuoi sogni... mi sono accorta che quelli non erano semplici incubi... ma veri e propri colloqui con Silas... ho anche capito che erano gli unici momenti in cui non controllava Stefan o impediva a Bonnie di comunicare... così, mentre tu e Silas chiacchieravate nei tuoi incubi ognuno di noi aveva qualcosa da fare: io spiavo voi, Rebekah riusciva a lavorare con la mente di Stefan e Jeremy poteva finalmente contattare Bonnie... abbiamo così scoperto più cose di quante il caro Silas non ti dicesse ed abbiamo organizzato un piano alternativo...»
iniziò a spiegare lei. L'odore della pelle di Elena si insinuò nelle narici di Damon e improvvisamente riconobbe quella sfumatura di fiori di pesco che aveva colto nei suoi sogni e nella grotta. Il ricordo di Katherine lo investì con violenza.
D: «Katherine... lei... lei è morta! Stefan l'ha uccisa!»
esclamò. Elena arrossì lievemente e sorrise.
E: «No... Stefan ha torto il collo a me... Katherine è rimasta al sicuro per tutto il tempo...»
D: «No... no! Tu, tu eri a casa! Io... io ti ho lasciata a dormire!»
E: «Damon... cosa della frase 'abbiamo scoperto i piani di Sials di nascosto' non ti è chiara? Sapevamo che lo avresti incontrato con due notti d'anticipo... Rebekah ha scoperto che Stefan avrebbe dovuto rapire Katherine e così gli abbiamo detto che sarebbe partita per New Orleans solo il giorno prima di quello stabilito da Silas. Lui è venuto a casa ed ha trovato me, mi sono finta Katherine e...»
D: «Ma... Sials... lui...»
E: «Quando ha provato a far reincarnare Layanah in me, l'incantesimo gli si è ritorto contro... io non ero un corpo... 'puro'... questo ha dato tempo a me e Bonnie di bloccarlo...»
D: «Ma... ma come...»
E: «Come lo abbiamo fatto fuori? Esattamente come ci ha suggerito lui...»
D: «La cura...»
Elena annuì e proseguì:
E: «Bonnie lo ha collegato all'incantesimo e lui si è... beh... essiccato...»
D: «Ma non è morto...»
E: «No... Qetsyah se lo è riportato nell'altro lato... lì non farà davvero più male a nessuno...»
D: «Oh... adesso dovremo anche ringraziarla?»
E: «No... non dobbiamo fare un bel niente! La sua condanna sarà sorvegliare il corpo mummificato dell'uomo che ha amato e che l'ha ferita, per l'eternità...»
D: «Perché dovremmo fidarci?»
E: «Qetsyah vuole espiare le sue colpe... come tutti...»
D: «Ma potevate dargli la cura! Potevate ucciderlo!»
E: «Damon... Silas mummificato ed intrappolato nell'altro lato è più sicuro di Silas-spirito, libero di circuire qualcun altro... e poi...»
D: «Stefan! Lui... è...»
E: «Stefan sta bene... Silas ha sottovalutato l'effetto che Caroline ha avuto nella sua mente: lui... lui è sempre rimasto lì, ancorato alle cose belle che Care gli ricordava... servirà un po' di aiuto da parte di Rebekah... ma starà bene... tornerà ad essere semplicemente Stefan...»
D: «Due barbie per salvare Ken...»
commentò Damon, distante. La sua mente aveva iniziato a vorticare pensieri, ogni fibra del suo essere stava cercando una falla, una dimenticanza... la possibilità che tutto finisse in malora, di nuovo. Si rese conto, però, che non c'erano zone d'ombra, era tutto chiaro e cristallino, l'enorme blocco di ghiaccio che da secoli gli schiacciava il petto, si sciolse ed a lui parve di tornare a respirare.
D: «Abbiamo... noi abbiamo vinto!»
sussurrò incredulo. Lei annuì soltanto, con gli occhi neri puntinati di stelle brillanti. Damon le accarezzò il viso, asciugandole con il pollice una lacrima. La sua Elena aveva lottato per lui... tutti avevano lottato per lui ed avevano vinto. Sospirò e la bocca gli tremò prima di aprirsi in un sorriso. Elena pensò di aver intravisto quell'espressione solo un'altra volta, lontana secoli nella sua memoria, ma in realtà accaduta poco meno di un anno prima. «Sono felice» le aveva detto, accendendola di gioia.
Le mani di Damon accarezzarono le spalle di Elena, le fece scorrere un dito sul petto, lungo il bordo spugnoso dell'asciugamani, giunto al nodo che lo teneva saldo intorno al corpo nudo di lei, lo agganciò e lo tirò. Elena era completamente nuda e l'odore della sua pelle investì Damon con potenza. Le cinse i fianchi e l'accompagnò a sedersi sopra di lui. Lei gli poggiò le braccia sulle spalle e si immerse nell'oceano dei suoi occhi.
E: «Sicuro di essere in forze per questo?»
chiese lei, maliziosa.
D: «Avrò sempre la forza di amarti...»
rispose lui, con voce calda e piena di desiderio. Elena si morse il labbro inferiore, Damon l'adagiò sul letto e con una mano ne accarezzò le morbide curve. Lei si lasciò scrutare allargando le braccia sulla testa e chiudendo gli occhi. La pelle ancora umida di lei si asciugò sotto al calore dei suoi baci. La bocca di Damon si aprì sull'ombelico di lei, vi insinuò dentro la lingua e le mani di Elena affondarono nelle lenzuola, un sospiro di desiderio abbandonò la sua gola, roco, profondo. Damon sollevò lo sguardo sul viso eccitato di lei e quando tirò fuori la lingua per leccarsi le labbra, gliela catturò con la bocca. Lei si aggrappò alla testa di lui, intrecciando le dita nei suoi capelli scuri. Gli rotolò sopra e lo spogliò senza smettere di baciarlo. Nudi ed ormai persi nell'estasi, si unirono come mille altre volte avevano fatto, ma per la prima volta senza oscurità o dubbi nascosti dietro l'angolo a tenere in ostaggio una parte di loro. Damon tornò a starle sopra e le si spinse dentro con tutto se stesso, vestendo la pelle di Elena, plasmandola su di lui. Lei lo accolse e sentì il piacere esplodere in ogni punto del suo corpo nudo e tremante. Dondolarono l'uno nell'altra, si baciarono, si morsero, si graffiarono.
Lui le afferrò le gambe per le ginocchia, aprendole al massimo ed affondò in lei con l'ultimo, tremante colpo di reni, lei inarcò la schiena mentre delle scosse elettriche la fecero contrarre sull'erezione di lui che liberava in quel momento il suo fluido e soffocarono i loro orgasmi nelle bocche unite in un bacio.
Dopo qualche istante, lui scivolò accanto a lei che gli si accucciò di fianco. Con la testa affondata nel cuscino e le mani ad accarezzare il corpo nudo di Elena, Damon fissava il soffitto in uno stato di estasi.
D: «E la cura?»
le chiese distrattamente, quasi fosse una domanda che non proveniva da lui.
Elena si irrigidì, si schiarì la gola e disse:
E: «La cura...»
Si interruppe sentendo la bocca inaridirsi. Si sollevò su un braccio e cercò il suo sguardo, sospirò, prese coraggio e gli raccontò ciò che ne era stato della cura. Lui l'ascoltò annuendo ed un velo di tristezza gli increspò il viso.
D: «Hai... hai fatto la cosa giusta... è giusto così...»
le disse con voce roca, cercando di soffocare l'ondata di emozioni che gli esplose nel petto. Lei abbassò lo sguardo e lui lesse il dolore e la paura iniziare a deformarne i tratti, si sollevò e la strinse forte tra le braccia.
D: «Va tutto bene, Elena... andrà tutto bene...»
la rassicurò, mentre sul viso di entrambi scendevano silenziose grosse lacrime.

Damon si voltò a guardare Elena in viso, le accarezzò le spalle e la baciò.
D: «Andrà tutto bene... vedrai...»
lei sorrise ed affondò la testa nel suo petto.
E: «Ti amo... ti amerò per sempre...»
D: «Anche io... anche io...»
Sussurrò con il mento poggiato sulla testa di lei.

"La mia mente è ormai un velo aperto
e il tuo sguardo sovrannaturale la scruta,
cercando luce nel buio ...
Tu ... mamma ... compagna ... amante ... 
legandomi indissolubilmente al tuo cuore
mi hai tratto in salvo ...
e sarò tuo in eterno."
- Mammaesme



AUTRICE ORIGINALE : Ancora grazie a Mamma ed al suo splendido dono <3

Three WordsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora