Capitolo 9

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Tyler's POV
Il corpo di Kari aderisce praticamente alla mia schiena. Sento la morbidezza delle sue tette e quasi diminuisco la velocitá per far durare di più quel momento.
Ho deciso di portarla alla pista di ghiaccio che hanno aperto da poco. Ci sará da divertirsi. Non la conosco molto, ma di sicuro non sa pattinare ragion per cui dovrá per forza avere un qualsiasi contatto fisico con me.
Scommetto che sará divertente vederla arrabbiata.
Quando arriviamo davanti alla pista di pattinaggio, Kari apre finalmente bocca.
"E questa cos'è?"
"Una pista di pattinaggio, no?"
"Vuoi che mi rompa l'osso del collo per caso? No, perchè sai tra la moto e la pista di pattinaggio ho proprio l'impressione che tu voglia farmi morire." ma com'è melodrammatica.
"Non voglio farti morire. Devi semplicemente divertirti."
"E cosa ci trovi di divertente nel cercare di morire?"
"Kari, io non cerco di morire e non cerco neanche di fare morire te. Smettila di fare tanti drammi e andiamo a pattinare."
"No." dice puntando i piedi per terra.
"L'hai voluto tu."
"Aspetta, cosa..?" non le lascio finire la frase che le metto una mano sotto le ginocchia e un'altra sulla schiena e la prendo in braccio. Kari comincia a dimenarsi, ma io non la lascio. Sará tipo venti centimetri più bassa di me e non pesa neanche tanto. È come tenere una bambola in braccio.
La metto giù solo quando arriviamo davanti al commesso. Chiedo dei pattini della mia misura, poi chiedo a Kari di dire la sua, ma si rifiuta.
"No, io non pattino."
La prendo di nuovo in braccio e chiedo al commesso di leggere il numero sotto la scarpa.
"Tu sei pazzo, Tyler. Io ti uccido."
"Si come no." recupero i pattini e dopo aver convinto Kari a indossarseli entriamo finalmente sulla pista.
"Ti odio."
La strattono molto delicatamente, ma basta lo stesso per farle perdere l'equilibrio e farla letteralmente aggrappare al mio braccio. Fletto i muscoli di proposito.
"Sei proprio uno stronzo. Hai organizzato quest'uscita solo perchè volevi avermi addosso per tutta la sera, vero?"
Mi limito a sorridere malizioso e questo basta per farle assumere un'espressione incazzata.
"Io...io ti odio. Sul serio, ti odio!"
"Invece di ripetermi che mi odi, perchè non provi a pattinare senza aggrapparti a me, magari poi impari." la situazione mi sta divertendo un sacco.
Mi lancia un'occhiataccia degna di nota, dopodichè prova a staccarsi lentamente dal mio braccio. Quando arriva a tenermi solo per una mano, io le afferro l'altra e comincio a pattinare lentamente verso il centro della pista.
"Tyler. Tyler, non osare portarmi al centro! Tyler!" per tutta risposta io scoppio a ridere. Vederla in difficoltá è esilarante. Sapevo benissimo che dietro a quella facciata da ragazza dura, c'era una ragazza fragile.
La prendo per i fianchi attirandola a me. Lei inciampa e mi finisce addosso, ma si scosta subito. Io continuo a tenerla per i fianchi.
"Tyler, dopo quest'uscita puoi scordarti di avere un qualsiasi contatto fisico con me." ribatte lei incazzata.
"È proprio per questo che voglio approffittarne adesso che ne ho l'oppurtunitá." dico facendole l'occhiolino.
"Sei un coglione."
"E tu una stronza acida."
"E tu un maniaco."
"Devi sempre avere l'ultima parola tu?"
"Assolutamente si."
"Con me no."
"Te l'ho giá detto che ti odio?"
"Almeno tre volte."

Kari's POV
"Perchè proprio me?" chiedo all'improvviso. Stiamo pattinando lentamente. Ormai mi sono praticamente arresa e sto aggrappata al suo braccio. Ora mi sono un pò calmata. Non ne vale la pena arrabbiarsi per uno come Tyler. Mi fará solo venire le rughe.
"Come?"
"Perchè proprio me? Cioè, perchè non mi lasci in pace e basta?"
"Non lo so."
"Non lo sai? Quindi mi tormenti così perchè ti piace rendermi la vita un inferno?"
"Non mi piace renderti la vita un inferno. Cioè, è bello vederti arrabbiata, ma non voglio renderti la vita un inferno. Sei tu troppo rigida. Lasciati andare."
Oh, credimi che l'ho giá fatto una volta e non è finita bene.
"Forse potrei farti sciogliere un pò." dice guardandomi malizioso.
In un movimento rapido sono davanti a lui che ora mi tiene per i fianchi e si avvicina sempre più pericolosamente alle mie labbra. Ma io non voglio baciarlo. Cioè, il mio cervello sta giá andando in fumo. Più lui si avvicina e più le parole che vorrei dire e i pensieri che ho in testa si ingarbugliano tra loro. Odio che mi faccia quest'effetto.
"Tyler, levati." dico appoggiandoli le mani sul petto.
"Vorrei proprio assaggiarti." oh mio Dio.
"Smettila." ormai le nostre labbra si toccano quasi.
Ed è qui che il mio cervello smette di funzionare. Resto immobile, incapace di muovermi. Vorrei davvero fare qualcosa, tipo allontanarmi, ma divento un vero e proprio pezzo di ghiaccio. Mi sento irrigidire e i battiti accelerano. Tutto si offusca, e davanti ai miei occhi si fanno strada quei ricordi, quegli orribili ricordi.

Io sto in braccio a lui. Ci sono anche i suoi amici e qualche ragazza rimorchiata la sera stessa. Ridono e scherzano. Fanno battute di ogni genere e io rido a tutte, fingo naturalmente perchè in realtà ho solo voglia di piangere. Ad un certo punto lui si gira e mi ficca la lingua in bocca. Ma non è un bacio carico di passione, è solo un bacio di prepotenza come per rivendicare che io sono sua. La cosa sta cominciando a farmi schifo, ma io non posso farci niente. Ormai ho lasciato che le cose andassero troppo avanti e non appartengo più a me stessa, bensì a lui e odio questo. Odio non avere più il controllo di me. Odio che sia lui a comandare.

Mi ritrovo fuori dalla pista, seduta sulle ginocchia di Tyler. Lui mi stringe forte tipo un abbraccio e mi accarezza la schiena. Quando mi calmo, provo a parlare.
"Tyler, portami a casa."
Senza ribattere andiamo alla moto. Mi aiuta a salire dopodichè mette in moto.
Cala un silenzio strano tra noi. Insomma, non abbiamo parlato molto neanche all'andata, ma era diverso. Io ero arrabbiata e lui divertito. Ora riesco a percepire la tensione che si è creata. Dopo la mia bellissima figura non ha più detto una parola e sinceramente a me va bene così. L'unica cosa che mi infastidisce è aver ceduto davanti a lui. Odio che il mio passato debba ancora interferire. Sono a conoscenza di aver fatto dei sbagli e anche piuttosto grossi. Ce la sto mettendo tutta per ricominciare. Sono andata ad una festa, sono uscita con un ragazzo (anche se lo odio), ma sembra che i miei sbagli mi abbiano seguita fino a qui senza darmi tregua.
Arrivati davanti al palazzo, saliamo silenziosamente fino al nostro piano. Solo davanti la porta, quando mi lascia la mano, mi accorgo che l'ha tenuta stretta per tutto il tempo.
"Kari, cos'è successo?"
"Niente."
"Non mi sembrava niente."
"Ti ho detto che non è niente. Devo avere avuto un calo di zuccheri."
"Ti ricordo che anche se specializzato in veterinaria, sono pur sempre un medico e quello non sembrava un calo di zuccheri."
"Invece lo era. Sono solo stanca e voglio andare a dormire."
Sembra che voglia dire qualcosa, ma poi si limita ad un semplice: "Buona notte Kari."
"Notte Tyler."

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