Capitolo 21

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Kari's POV
"Allora? Rose, è giá tardi, perchè non sei ancora pronta?"
"Tyler, ho avuto una giornata stressante. Lasciami fare almeno una doccia in santa pace."
Finite le lezioni, non so come, Tyler è finito nel mio appartamento e abbiamo passato il pomeriggio insieme. È stato divertente. Ad un certo punto ci siamo perfino messi a giocare con Lucky che scappava di quà e di lá e io ho battuto la testa sul tavolo come una vera sfigata. Ovviamente Tyler non ha perso tempo per fare una battutina e poi approffitando della situazione, mi ha 'aiutata' ad alzarmi.
Adesso è circa mezz'ora che mi stressa da oltre la porta del bagno dicendomi che è tardi, ma io ho proprio bisogno di questa doccia.
"Ti assicuro che la tua doccia non potrà mai rilassarti se non ci sono lì io con te." per un breve attimo, sento un fremito di eccitazione che scaccio via immediatamente. Non può farmi questo effetto e non deve farmi questo effetto. Devo ricordarmi chi è Tyler in realtá.
"E io ti assicuro che se provi solo ad entrare nella doccia con me, ti mando dritto sotto terra."
"Dici così solo perchè non sai cosa potrei farti provare." decido di ignorare un'altra volta la sensazione che provo.
"Non mi interessa saperlo. È giá un miracolo se noi due siamo una specie di amici."
Spengo il getto e mi avvolgo in un asciugamano. Non sono molto entusiasta all'idea di farmi vedere in asciugamano da Tyler, ma considerando che è giá successo una volta, non sará nulla di nuovo per lui.
"Mi vedi davvero come un amico?" dice lui quando apro la porta del bagno e mi dirigo verso la mia stanza, sbattendogli la porta in faccia per potermi vestire.
"Dal tuo tono non riesco a capire se per te sarebbe una cosa bella o una cosa brutta."
Non risponde. Il che è molto strano visto che è di Tyler che parliamo. Velocemente infilo dei leggins e una felpa aggiungendo un cappello visto la febbre appena passata.
Apro la porta e lo trovo accigliato.
"Ehi Tyler. Ci sei?" dico agitandogli la mano davanti alla faccia.
"Credo che potrebbe essere una cosa bella." dice lui mentre pian piano gli compare un sorriso malizioso sulle labbra.
Alzo un sopracciglio. "Per 'specie di amicizia' non intendo 'scopa amicizia'."
"La cosa si può sempre evolvere."
"Non esiste."
"Mai dire mai."
"Tyler, perchè non provi ad avere un'amicizia e basta con me? Penso che ci sarebbero tante altre ragazze che sarebbero felici di essere tue scopamiche."
"Loro non sono alla tua altezza."
"Questa è decisamente una frase che farebbe cadere ai tuoi piedi una qualunque ragazza innocente, ma non me." dico con tono di sfida.
"E cos'è che ti farebbe cadere ai miei piedi?"
"È inutile che te lo dico, tanto è impossibile."
"Sono tutt'orecchi."
"Non te lo dico. Se sei abbastanza intelligente, lo scoprirai da solo."
Tyler socchiude gli occhi.
"Giochi sporco."
"L'hai inventato tu questo gioco."
"E allora sarò io a vincerlo."
"Vedremo."
"Okay, ora è decisamente tardi."
"E allora andiamo."
Il viaggio in moto è piuttosto silenzioso anche se nella mia testa sto maledicendo Tyler in tutti i modi per come guida questa cazzo di moto. Sono cosciente del fatto che lo sto praticamente stringendo più forte che posso, ma lui va così veloce che ho paura di poter volare da un momento all'altro. E lo odio per questo perchè so perfettamente che lo sta facendo apposta.

Quando entriamo nella sala, quasi tutti posti sono occupati. Ne troviamo due liberi e Tyler prende subito posto sulla poltrona più esterna.
"Puoi scalare così io mi siedo qui?"
"Perchè? C'è un posto libero proprio qui." dice battendo una mano sulla poltrona vicino alla sua.
Lo guardo male con tanto di sopracciglio aggrottato.
"Se non ti alzi non posso passare."
"Si che ci passi." dice lui con tanto di sorrisetto.
So che vorrebbe che mi ci strusciassi praticamente addosso, ma non ne ho l'intenzione.
"Allora vado a sedermi laggiù." dico indicando un posto più avanti dove stanno seduti tre ragazzi.
Tyler si alza per controllare e io ne approfitto per passargli davanti e sedermi sulla poltrona.
"Sei una stronza."
"Tu sei uno stronzo. E tanto meno un gentiluomo."
"Non m'interessa essere un gentiluomo."
"L'avevo capito."
Sta un attimo in silenzio, poi riprende a parlare.
"Aspetta! Dovrei fare il gentiluomo per farti cadere ai miei piedi. Ho indovinato vero?"
"No Tyler. Non devi fare proprio niente."
"Che stai dicendo?"
Infatti, che cazzo sto dicendo. E perchè stiamo ancora discutendo di questo?
"Niente lascia stare." dico distogliendo lo sguardo. La veritá è che non voglio che lui cambi e fare il gentiluomo lo cambierebbe. Semplicemente mi piace il Tyler senza la parte stronza e piena di sè.
Tyler mi alza il mento costringendomi a guardarlo.
"Ora lo voglio sapere."
"Lo sai giá."
"Non devo fare niente? Quindi queste uscite non ti piacciono?"
"Si, le uscite...più o meno mi piacciono. È che tu...non devi fare niente. Senti Tyler lascia stare."
Ringrazio il cielo di essere al buio altrimenti mi avrebbe potuta prendere in giro per il mio rossore. Sento le guance incandescenti.
"Rose, io non ho capito il senso logico di ciò che hai detto."
Neanche io. "Non importa. Oh, guarda sta cominciando il film." ringrazio il cielo per avermi dato questa via di fuga.
Appena mi concentro sullo schermo, un ragazzo chiede di poter passare per prendere posto sulla poltrona accanto alla mia.
Tyler lo guarda in cagnesco, io mi limito ad alzarmi e farlo passare.
"Non c'è bisogno di guardarlo così."
"Non lo sto guardando in nessun modo."
"Ah si? Allora guardi tutti come se vorresti ucciderli?"
"No, è solo una tua impressione."
"Quindi ora la pazza sarei io."
"Non sto dicendo che sei pazza."
"Prima sembrava che avessi detto il contrario."
"Hai solo capito male. Senti mi fai guardare questo film e basta?"
"Certo, guardiamo pure il film."
Ormai sono incazzata, ma diciamo che con Tyler è una cosa che mi succede piuttosto spesso.
Non seguo molto il film a dire il vero, anche se sembra essere piuttosto interessante.
A fine film ci incamminiamo verso la moto senza dire una parola. Ci lanciamo solo sguardi gelidi che sembrano dire più di mille parole.
Funziona così tra noi: l'attimo prima sembriamo due amici di vecchia data e l'attimo dopo stiamo litigando anche per quella che tutto sommato è una banalitá. Credo che sia perchè abbiamo molto rispetto delle nostre opinioni e per quanto possano non essere del tutto giuste o sensate, le difendiamo comunque.
Quando arriviamo al McDonald's più vicino, Tyler finalmente decide di dire qualcosa.
"Non ha senso stare incazzati okay? Per una stupidaggine poi."
"Il fatto che tu veda cose che non esistono non è una stupidaggine."
"Quella sei tu."
"No, c'era qualche motivo per guardare male quel ragazzo?"
"Stava rompendo i coglioni."
"Ti ha solo chiesto di farlo passare."
"Appunto, mi ha rotto i coglioni."
"Oddio ma come sei suscettibile, Tyler. Non è che c'è dell'altro?" lo provoco. Lui mi guarda per un attimo, poi fa un sorrisetto che non mi piace per niente.
"Pensavi che fossi geloso?"
"No."
"Si invece che lo pensavi."
"Non è vero."
"Rose, pensi davvero che io provi qualcosa per te? Ho giá capito che non saremo niente e non spreco il mio tempo così. Ho capito che non me la vuoi dare e così mi sono dedicato ad altre ragazze più accondiscendenti."
Provo qualcosa a sentire quelle parole. La rabbia è al primo posto, ma credo che ci sia...non so delusione? In realtá mi sento un pò ferita, ma non perchè ha rinunciato a me, piuttosto per il modo brusco con cui ha pronunciato quelle parole come se per lui quelle ragazze non contassero niente. E come se in fin dei conti anch'io non contassi per lui. Decisamente credo di provare una fitta di dolore al petto che mescolata alla rabbia per la sua superficialità scatena in me una reazione che mi fa alzare dal tavolo lanciandogli il vassoio addosso e uscendo a gran passi dal fast food. Non sono molto lontana da casa, ma neanche molto vicino. Insomma più o meno a metá e fa freddo, ma non ho voglia di tornare a casa soprattutto perchè a Tyler potrebbe venirgli la geniale idea di rompermi le scatole davanti alla porta dell'appartamento e io voglio solo stare sola, immersa nel silenzio e soprattutto non lo voglio accanto. Invece di tornare a casa, giro in una stradina secondaria e la percorro fino ad arrivare ad un piccolo parchetto.

Tyler's POV
Imprecando, mi avvio verso la strada. Mi guardo intorno, ma non vedo Kari da nessuna parte. Suppongo che quella stupida si sia avviata verso casa a piedi. Avviando la moto, comincio a percorrere la strada relativamente a bassa velocitá per vedere se riesco a scorgerla.
Quanto posso essere coglione da uno a dieci? Ma poi da dove sono venute queste parole? Io non le penso affatto e soprattutto più giorni passano e più desidero Kari. Non l'ho scordata per niente e non mi sto facendo nessuna perchè voglio lei e solo lei e l'avrò.
Sono incazzato sia con lei che con me stesso. Anzi forse sono più incazzato con me stesso che con lei. Perchè le sue azioni derivano solo dalle cazzate che ho detto. Io non so cosa provo per lei, sono sensazioni del tutto nuove e non so come interpretarle e come reagire.
Forse ti rifiuti di interpretarle. Cazzo, Tyler è la tua mente, puoi fare uno sforzo no? Non è che hai paura.
Non ho paura. Non è niente per cui io debba avere paura.
E allora affrontale. Non ti uccideranno di sicuro.
Le sto già affrontando.
Ti sbagli. Tu credi che sia così, in realtá non le hai degnate di uno sguardo.
Vuol dire che non sono così importanti da meritare la mia attenzione.
Ma senti che cosa dici? Sei totalmente rincoglionito? Tutte le emozioni o sensazioni che siano meritano la tua attenzione. Perchè sono parte di te.
Non mi interessa e non voglio sapere altro.
Quando esploderanno, sarà più difficile gestirle.
Non esploderanno mai, perchè non ci sarà niente ad accenderle.

Non mi rendo conto di essere arrivato davanti al suo appartamento fino a quando le mie nocche non sbattono sulla porta.
Non sento passi, ne rumori di Tv, radio o altro che può farmi pensare che sia in casa. In effetti credo che non ci sia, ma provo lo stesso. Magari è giá a letto.
"Rose! Apri questa porta o la butto giù." aspetto un pò. Di solito questa tattica funziona. Credo che sia perchè è nuova di zecca.
"Rose, non scherzo. Apri o butto giù la porta."
Altro silenzio.
"Rose, sono un coglione okay? E non penso davvero ciò che ti ho detto. Non farmi scusare più di tanto. Sai che è giá molto se mi scuso...Rose."
"È inutile. Non è in casa." mi giro e vedo Megan. Noto che è senza scarpe, con indosso dei calzini.
"Che ci fai qui?"
"Lunga storia. Ti dirò solo che le tue urla e suppliche si sentivano fino al piano di sotto. Molto poetico." la sua voce è abbastanza dolce anche se c'è una nota di ironia sulle ultime due parole.
"Quindi eri da Nate, eh?"
"Non importa. Piuttosto, se ti dico dov'è la smetti di disturbare?"
"Non sto disturbando nessuno. Io abito qui."
"Si, ma queste tue scuse sono penose."
"Non sono uno che si scusa spesso. Kari dovrebbe sentirsi privilegiata."
"Credo che a lei non importi tutto ciò. Vuole solo che tu sia leale e che non la tratti di merda."
"Se è un modo per farmi sentire in colpa, non ce ne bisogno, okay? So che ho detto delle cazzate."
"È in un parchetto vicino al Mc."
A quelle parole mi sento gelare il sangue nelle vene. Lì è dove va la maggior parte delle persone a drogarsi e ubriacarsi e sicuramente non hanno buone intenzioni. E Kari è lì da sola. Ringrazio velocemente Megan e mi precipito giù per le scale. Quasi preferirei non trovarla lì, basta che nessuno la tocchi.

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