4. Il passato torna indietro

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28 Febbraio 2027, 17:51, da qualche parte in Alaska            

«Dove stiamo andando, papà?» Chiese Lila, che cominciava ad avere freddo e a sentire un po' di stanchezza. Clint le sorrise e le rispose che erano diretti da un'amica, dove sarebbero stati al sicuro. Steve non era sicuro dell'ultima parte, ma non contestò. Sentiva che Jonas stava rallentando, e Anya aveva cominciato a tremare di freddo; dovevano muoversi.

Quando arrivarono, fu Clint a bussare. «Bobbi! Sono Clint, apri!» gridò l'arciere di fronte alla porta in legno della casetta che avevano di fronte. Aveva il tetto dipinto di rosso, una o due finestre su ogni lato di essa e sembrava che dentro ci fosse una donna che cucinava. Era normale.

Pensavo fosse una base segreta dello SHIELD, pensò Steve pensieroso, non una casetta di legno come un'altra.

Aprì la stessa donna che stava cucinando e Steve potette osservarla meglio: capelli color biondo cenere e mossi, occhi azzurri, pelle chiara, un maglione di lana color blu oltremare, un paio di jeans e un paio di scarpe bianche. Anche lei sembra normale, pensò Steve continuando a guardarla, ma non mi fido delle donne che conosce Clint. Di solito sono delle assassine...

«Clint? Ti sei ricordato della mia esistenza? Oh, che gesto carino da parte tua volermi rivedere dopo quindici anni! Sai, mi sono fatta una vita.» rispose sarcastica lei, sorridendo e facendo roteare gli occhi a Clint. Lo sapevo, pensò lui sospirando, mai fidarsi di Clint e delle sue conoscenze fuori dagli Avengers.

«Anche a me fa piacere vederti, Bobbi. Come vanno le cose tra te e Hunter?» Chiese Clint, ignorando completamente la frase pronunciata poco prima dalla bionda. Non sembrano in buoni rapporti, pensò il soldato, e ci ho pure creduto quando aveva detto "amica". Stupido.

«Oh, bene.» rispose lei sorridendo dolcemente. «Sai, almeno lui non mi abbandona per la prima nuova agente che trova.» Quel sorriso dolce si trasformò in qualcosa di quasi demoniaco.

«Ho dei figli adesso. Non sono più quello di una volta.» disse Clint, lasciando andare la mano di Lila. Cooper squadrò la donna di fronte a loro, rimproverandola con lo sguardo. Ovviamente alla loro famiglia questa donna non va a genio, realizzò il Capitano.

«Sono loro? Carini.» disse lei, sorridendo pacificamente ai due ragazzini di fianco all'arciere e facendo sospirare Steve, che ormai non ne poteva più di quella soap opera.

«Signora, non mi interessano i rapporti tra lei e il mio compagno qui,» disse Steve indicando Clint, «ma questi bambini stanno gelando e un robot ci sta correndo dietro con l'intenzione di sterminare la razza umana. Potremmo, per favore, entrare? E non lo sto chiedendo come Capitan America. Lo sto chiedendo come un uomo in cerca di un rifugio e stanco di ascoltare i dilemmi di una ex-coppia mentre dei bambini di 7 anni stanno gelando.» era sul punto di perdere la pazienza. Difficilmente si arrabbiava, ma quando lo faceva, tutti gli obbedivano. Anche quella donna.

Una volta dentro, Steve si diresse verso il divano di fronte a loro e appoggiò Anya e Jonas su di esso. Prese poi il panno che c'era sulla poltrona di fianco e lo stese sopra i gemelli. I due bambini si raggomitolarono l'uno sull'altro, cercando un po' di calore in più. Steve sospirò sollevato e si gettò sul divano, vicino ai bambini. Clint e Bobbi lo guadavano straniti e in silenzio, distratti poco dopo da un uomo che entrò nella stanza.

«Lance Hunter.» lo riconobbe Clint, assottigliando le palpebre e incrociando le braccia.

Uh-oh, pensò Lila impaurita da un possibile scontro, allarme rapace... meglio che vada da qualche altra parte. Corse sul divano e si mise di fianco a Jonas, sul lato più lontano dagli adulti in piedi. Cooper restò vicino al padre, con lo sguardo fisso e attento sull'uomo appena entrato.

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