5. Superhero time

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28 Febbraio 2027, 19:15, Queens, casa di Peter Parker

«Oh, Spidey, tesoro mio! Ci sono dei robot svolazzanti per New York! Dici che è il momento del superhero time?» disse Wade affacciandosi dalla porta della cucina con indosso, oltre alla sua tuta da combattimento rossa e nera, un grembiule color giallo tenue con su scritto "BEST MOTHERFUCKER IN THE WORLD" e un fiocco rosa avvoltolato intorno alla testa.

Non ce la faccio più! pensò Peter Parker. Il viso era stanco e le occhiaie erano ben visibili, non dormiva da tempo. O, più che altro, non ne aveva il tempo. Aveva un figlio di cui occuparsi, oltre al lavoro ottenuto al giornale più prestigioso di tutta New York, il Daily Bugle, e proteggere la città dai criminali che ogni giorno sembravano sempre più numerosi. Non ha nulla da fare a parte venire qua, a casa mia, a disturbarmi?! Cos'è, non ha una casa questo disgraziato?

«Wade, non ho voglia di giocare con te adesso.» disse Peter, scocciato. «Jack e i suoi amici mi stanno facendo vedere una cosa, quindi, per favore, puoi non dire cavolate?» gli chiese con tono gentile e sarcastico allo stesso tempo, indicando i tre bambini di fianco a lui con un gesto della mano. Era da anni che si conoscevano, e spesso Wade diceva qualcosa senza senso. Era divertente, ma a volte non appropriato.

Wade lo guardò male, quasi sdegnato del suo comportamento. Incrociò le braccia sull'addome e si appoggiò alle travi in legno della porta con la schiena, fissando Peter con sguardo torvo. «Buona morte all'umanità allora!» esclamò lui alzando le braccia verso l'alto. «Moriremo tutti grazie a te Petey, che gioia!» alzò un po' la voce per far capire che non stava scherzando, ma l'amico non lo degnò di uno sguardo.

Peter continuava a giocare sorridente con i bambini. Oltre a suo figlio Jack c'erano anche Billy e Tommy, i due gemelli adottati dai Maximoff durante una delle ultime missioni degli Avengers riguardanti l'HYDRA. Non erano molto simili, quei fratelli: Billy aveva dei lunghi ciuffi ricci color cioccolata che ricadevano sul viso, mentre Tommy li aveva più corti e lisci, color nocciola. Billy aveva gli occhi marroni, Tommy verdi. Billy aveva la pelle più scura di quella del gemello, ed era più educato. Tommy era impulsivo e aveva la pelle chiarissima, quasi come il latte. Erano come il chiaro e lo scuro: erano uno l'opposto dell'altro.

All'improvviso si sentì un botto, come una scossa di terremoto, e i bambini smisero di parlare e ridere. Wade, che diavolo hai combinato? pensò Peter, ma poi si rese conto che anche lui era stato colto di sorpresa.

Istintivamente, prese i lancia ragnatele sul tavolino di fronte a lui e se li mise ai polsi. Si tolse i vestiti, rivelando sotto di essi la tuta di Spiderman. Prese poi la maschera e se la infilò mentre si dirigeva verso la fonte del rumore. Era difficile individuarla, ma si affidò al suo senso di ragno: più forte risuonava nella sua testa, più vicino era il pericolo. Davanti alla porta la sua testa stava per scoppiare, non aveva mai avvertito un pericolo con una risonanza così forte che rimbombava nella sua testa. Tenendosi la tempia con una mano, aprì la porta e si rese conto che quello che stava dicendo Wade era vero: palazzi distrutti, fumo dappertutto, persone prive di vita in mezzo alle strade, macchine rotte, case demolite e robot che volavano davanti a quella carneficina.

Di corsa tornò indietro e avvertì tutti di cosa stava succedendo fuori la loro porta. «Wade, porta i bambini da Tony! Lui saprà cosa fare.» ordinò il ragazzo. «Lo sa tutte le volte.» sussurrò poi, come se dovesse convincere sé stesso di quell'affermazione. Wade piegò la testa di lato, come se non avesse capito le intenzioni dell'amico. «Perché fai quella faccia?»

«Stavo pensando... Se quel coso» fece un gesto verso la finestra, riferendosi al robot, «è quello che io penso che sia, allora il suo obiettivo primario non sarebbe stato il tuo pseudo-papino? Non è lui il creatore? Di solito i robot uccidono il loro creatore.» disse Wade, confuso da quello che doveva fare con i bambini.

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