Non ho dormito molto oggi. Dopo che quel tizio, Federico, se n'è andato Anna ha iniziato ad avere qualche incubo.
Ora è dal suo medico specializzato. Dovrei andarla a prendere verso le due.
In questo caffè il servizio è lentissimo. Ho ordinato un cappuccino più di quindici minuti fa. Per placare il mio stomaco lo riempo di zucchero delle bustine.
Ne apro una e la porto alle mie labbra.
« Bel modo di fare colazione. » Dice una voce.
Per poco lo zucchero non mi va di traverso. Tossisco un po' e vedo i granelli uscire dalle mie labbra. Ho la gola infiammata. Ho bisogno di bere dell'acqua.
« L'erba cattiva non muore mai. » Dico acida.
« La scorsa sera siamo partiti con il piede sbagliato. »
« Anche con un braccio sarebbe andata allo stesso modo. » Mi rigiro verso il bancone dandogli le spalle.
« Divertente. Non ho ben capito il tuo nome. »
Come è fastidioso.
« Non credo possa servirti molto saperlo. »
Si siede accanto a me. Vedo la sua testa avvicinarsi alla mia spalla.
« Questo lascialo decidere a me. » Sussurra.
No. Maledetti ormoni fuori controllo. Mi senti bruciare dall'imbarazzo.
« Mi scusi? Il mio cappuccio? » Chiedo frettolosa. Vedo la cameriera avvicinarsi con la mia ordinazione e tiro un respiro di sollievo.
Sto per porgerle i soldi ma vengo preceduta da... Federico.
« Ecco a lei. Tenga il resto. »
« Non c'è bisogno che mi ringrazi. » Mi dice sfacciato.Sta cercando di irritarmi. Ma non ci riuscirà.
« Non ci penso neanche. »
Mi alzo e me ne vado. Devo andare a prendere mia cugina Anna. La clinica psichiatrica non è molto lontana da qui.
« Se proprio non vuoi dirmi il tuo nome tirerò ad indovinare. »
« Se proprio vuoi. »
« Ketty? »
« No. »
« Elizabeth? »
Odio ammetterlo ma non è poi così fastidioso. Lo troverei quasi simpatico.
Ho detto quasi.
« Ci sono. Mackenzie. »
« No, ma ti pare. »
« Sì invece. Hai proprio la faccia da Mackenzie. »
« Mi dispiace illuderti ma non è questo il mio nome. »
Lo vedo sbuffare.
Dovremo essere vicini alla clinica.
« Ma tu non hai di meglio da fare che perseguitarmi? » Gli chiedo. Non so per quale motivo fingo che la sua presenza mi irriti. Bè... è così ma non nel modo in cui lo dimostro.
« Sì, sai io faccio parte di un duo pop di successo ormai. Dovrei andare in studio a registrare qualche canzone. » Dice ironico. Davvero sembrava quasi serio.
« Ma come sei spiritoso. »
« E dimmi dove... »
« LASCIAMI STARE! » Sentiamo urlare.
« Ma cosa? »
Io e Federico ci fissiamo spaventati.
« Vattene! Non ti voglio più vedere! »
Accidenti! Io questa voce la conosco.
« Anna! »
Corro il più veloce possibile e sento Federico venirmi dietro.
È davanti alla clinica. Un uomo la sta tirando per un braccio.
Antonello.
« Come osi lasciarmi. » Ringhia lui.
« Lasciala stare! » Mi fiondo davanti ad Anna che si aggrappa a me terrorizza.
« Fatti gli affari tuoi. Ora la mia ragazza viene con me. »
« La tua ragazza?!?! Adesso è la tua ragazza. Ma quando stavi con un'altra non lo era, vero? »
« Ti ho detto di sparire altrimenti... »
« Altrimenti cosa? Sentiamo? » Federico appare davanti a me minaccioso.
« E tu chi accidenti sei? »
« Uno che ti farà molto male se non sparisci da qui! »
Guardo le braccia di Federico. Dalla maglia senza maniche intravedo i muscoli tesi e le vene pulsanti.
« Non finisce qui. » Minaccia Antonello.
*
Sto accompagnando Federico al piano di sopra. Tiene in braccio Anna che si è amorevolmente addormentata.
« Lasciala qui. » Dico indicando il suo letto.
Federico la fa stendere sul materasso e io la ricopro con un lenzuolo.
La lasciamo dormire e scendiamo al piano di sotto.
Lo conduco in cucina e gli offro un bicchiere d'acqua.« Lo conoscevi quel tizio ? » Mi chiede.
« Sì. È il proprietario della casa che ho distrutto ieri sera. »
« Sai che roba. »
« A chi lo dici. » Dico bevendo un lungo sorso di acqua frizzante. « Domani quelli della clinica mi sentono. Come hanno potuto lasciare Anna prima del mio arrivo. »
« Non pensarci più. »
Si sta avvicinando a me. Lo vedo allargare le braccia e lo assecondo, fiondandomi tra di lui.È così forte. Mi sento così sicura tra le sue braccia. Il suo profumo è fresco e inebriante. Si infiltra tra le mie narici e raggiunge il mio petto, riempiendo i miei polmoni del suo odore, e il mio cuore di affetto.
« Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto oggi. »
« Non serve. » Dice lui accarezzandomi la nuca.
Mi stacco dolcemente e lo guardo negli occhi. Le punte dei nostri nasi si toccano. Siamo così vicini da rendere unico il nostro respiro.
« Ashley. »
Federico mi fissa confuso.
« Mi chiamo Ashley. »
SPAZIO AUTRICE.
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Dimenticami | Federico Rossi.
FanfictionAshley Watson viene a conoscenza del suicidio di suo zio Iacopo, per debiti di gioco. Sua cugina Anna si trova in una posizione critica, con una vita sentimentale problematica, l'aggiunta della morte del padre la manderà in rovina. Ormai anche lei s...