9- Vorrei, ma non.

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Il paradiso. Ecco dove mi trovo. In un paradiso.

L'erba soffice e fresca accarezza i miei piedi. Il terreno è umido. Come dopo una lunga notte di pioggia. Il cielo sembra essere stato colorato da una cera d'azzurro. Le nuvole giocano con l'aria e trasparono con l'atmosfera a causa del perfetto e candido bianco di cui sono fatte.

È tutto così tranquillo. La quiete regna Sovrana. È così perfetto da non sembrare reale.

« MA INSOMMA ASH! TI VUOI SVEGLIARE! » Urla una voce familiare. Solo una persona al mondo mi chiama in quel modo. E quella persona sta per vivere una brutta esperienza.

« Sei sempre così discreto. Di nuovo nella mia stanza... » Dico con la voce impastata dal sonno. Vorrei saltarli addosso, graffiarli la faccia e buttare il suo cadavere in una conca. Ma sono troppo stanca per farlo.

« Avanti! Sono venuto dal treno apposta per te. » Che dolce. Forse mi limiterò solo ad ucciderlo senza graffiarli niente.

« Vattene via! »
Soffoco la mia faccia nel cuscino per fargli capire che sono seccata dalla sua visita.

« Va bene. Lo hai voluto tu. Sai che la mattina amo cantare. E questa è proprio la canzone ideale. »

Non mi piace quello che sta per succedere.

Sento qualcosa tirarmi per le gambe. Trascinarmi e buttarmi giù dal letto insieme alle lenzuola.

« Vorrei ma non posto! » Inizia a cantare lanciandomi i cuscini.  « E ancora un'altra estate arriverà. E compreremo un altro esame all'università... » Cavoli, che voce meravigliosa. Peccato che trovi fastidiosa qualunque cosa di prima mattina. « Poi un tuffo nel mare. Nazional popolare. Tanto la voglia di cantare non ci passerà. »

« A te di sicuro! » Gli urlo tirando un cuscino. Fede cade a terra mentre io mi agguato su di lui e cerco di soffocarlo con le lenzuola.

Ma è troppo forte e la situazione si ribalta.

Anna entra all'improvviso nella mia stanza.

« Che sta succedendo!?!? » Chiede con voce assonnata.

« Niente di che. Attività fisica di prima mattina. » Risponde Federico guardandomi con uno sguardo complice.

« Finitela voi due. C'è gente che dorme. »

Quando esce dalla mia stanza mi lascio trasportare dalle risate di Federico. 

*

« SEI UNA PRIGRONA! » Mi urla Fede mentre entriamo nel parco.

« Oh! Ma taci. »

« Quaranta minuti per una misera doccia. »

« I miei capelli hanno bisogno di essere idratati. »

« E venti per cambiarti? »

« Ero indecisa tra questa canotta bianca o il top rosso. »

« Voi donne, bravo è chi vi capisce. »

A proposito di donne.
Questo parco ne è strapieno. E sono tutte in costume da bagno.

« C'è una piscina qui vicino? » Chiedo.

« Sì! »

« Possiamo andarci? »

« Devi comprarti un pass d'ingresso. E costa un po'. »

« Tranquillo, non spenderemo nemmeno un centesimo. » Dico in tono maligno.

La piscina è proprio dietro il parco. A dividerli è un'alta recinsione.

« Ash! Cosa diamine vuoi fare? »

Mi aggrappo forte ed inizio a scavalcarla.

« Ci metteremo nei guai così? »

« Parli a me di guai? Dimentichi cosa abbiamo fatto. »

Fede sbuffa mormorando qualcosa di incomprensibile. E inizia a salire la recinzione. Ma è più veloce di me e mi raggiunge subito.

Sto per girare dall'altra parte per poter iniziar a scendere ma perdo l'equilibrio e cado.

Mi aspetto di toccare il suolo e invece affondi in qualcosa di fresco: la piscina.

Inizio a dimenarmi in acqua come una pazza e risalgo in superficie.

Sul bordo c'è Federico che sta ridendo di me.

« Che tuffo. È uno sport se non mi sbaglio? » Mi prende in giro.

« Spiritoso! Ora dammi la mano e aiutami ad uscire. »

La preda abbocca all'esca e cade in acqua.

« Ash! Accidenti! »

Questa volta sono io a ridere.

*

Dopo un pomeriggio gratis in piscina ci siamo resi conto che non avevamo un ricambio.

È sera ormai. Stiamo tornando a casa bagnati fradici e infreddoliti.

« Bella mossa. »

« Io? »

« È stata una tua idea. »

Ci avviciniamo a vicenda per scaldarci con i nostri corpi. Mi basta avvicinarmi a lui che subito divento una palla di fuoco. Profuma del cloro dell'acqua della piscina. Ma è un odore che ha lui sta bene. I suoi occhi tremano con lui dal freddo. Gli circondo la vita con le braccia e lo tengo stretto. E lui fa lo stesso con le mie spalle.

« Mi sono divertito però!  »

« Anche io. »

« Sono contento di averti conosciuto. Sei una ragazza meravigliosa. »

O Mio Dio! Cosa ha detto?!?

« Anche tu... » Sussurro intimidita.

« Credo di provare qualcosa per te. »

« Cosa?!?! »

« È difficile spiegarlo. Perché neanche io lo so. »

« Dillo come ti pare ma dillo. »

« Ecco io... »

Non ci credo. Forse sta per dire ciò che penso io.

« Tu cosa, Fede? » Chiedo inspazientita.

« Io... MA COSA CAVOLO FA QUEL BASTARDO? !?!» Urla ad un tratto.

Ma cosa?

Sta guardando qualcosa dietro di me.

Mi giro e vedo una ragazza, che somiglia incredibilmente ad Amber, ed un ragazzo baciarsi su una panchina.

















Dimenticami | Federico Rossi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora