Better than me

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Capitolo sei : Better Than Me

"Perché il mare è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare"
~Giovanni Verga

Non sapeva perché aveva quella necessità di andare alla spiaggia, ma sentiva di aver bisogno di tutto quello : il rumore delle onde che si abbattevano sulla spiaggia e poi si ritiravano placide, lo stridio dei gabbiani che giocavano con le correnti d'aria, il profumo della salsedine che lo inebriava...il sole era all'orizzonte, prossimo a calarsi sul mare e lasciare spazio alla luna e alle stelle, il cielo era nuvoloso e premetteva pioggia ma a lui non interessava. Semplicemente aveva guidato fino a quella piccola lingua di sabbia, lontana dalla città e lontana dalle altre spiaggie, lì non ci andava mai nessuno, ed è per questo motivo che, col tempo, quello divenne il suo piccolo angolo di paradiso terrestre, dove poteva stare ore e ore senza che nessuno lo andasse a disturbare. Quando si trovava lì spegneva anche il cellulare, giusto per aumentare e agevolare il suo isolamento.
Amava stare in compagnia dei suoi migliori amici, era infondo il primo a reclamare una festa o una semplice bevuta al pub, ma a volte aveva bisogno di stare da solo, riordinare i pensieri e capire che cosa doveva fare, quel luogo inoltre gli era di massima ispirazione, da lì vennerò molti dei testi che scrisse con Matt.
Jimmy se ne stava lì, seduto sul bagnasciuga con le gambe vicino al petto e con una mano che giocava con la sabbia, lo rilassava sentire quei granelli che gli passavano tra le dita senza che lui potesse fare qualcosa per trattenerli, gli ricordavano un po' lui...si perché dopotutto lui era uno spirito libero, non si sarebbe mai legato a nessuna, non riusciva a vedersi in una relazione stabile, preferiva di gran lunga portarsi a letto una ragazza appena conosciuta per poi lasciarla il mattino seguente senza una buona scusa, quante volte le aveva liquidate con un semplice e meschino "È stato bello, ma non venirmi più a cercare"? Fin troppe.
Tutta Huntington Beach e ritorno conosceva il suo nome, chi per il suo essere fantastico e grandioso, chi per il suo talento, chi per la pazzia che lo caratterizzava, chi per la sua freddezza nei rapporti con le donne, ovviamente non tutti, fatto sta che James Owen Sullivan aveva una reputazione da urlo e in tutta fierezza non poteva negarsela.
I suoi pensieri vennero annebbiati di punto in bianco da una strana sensazione mentre al profumo di salsedine si aggiungeva un profumo di rose, appena percettibile e trasportato dal vento freddo che arrivava dall'oceano. Quel profumo gli ricordava terribilmente Arwen.
Quella ragazza gli aveva sconvolto il sonno la sera prima ed era stata in grado di fargli mancare un battito quando si era presentata nel salotto delle DiBenedetto, non ne capiva il motivo eppure era attratto da quella ragazza come non lo era mai stato con nessuna, voleva averla tutta per lui, voleva conoscere i suoi segreti e la sua vita, voleva ritrovarla nel suo letto ogni mattino. Si spaventò nel pensare questo, proprio lui che non voleva stare con nessuna persona fissa che non fossero i suoi migliori amici, eppure non poteva negarselo.
Era rimasto letteralmente incantato da quella giovane di appena qualche anno in meno di lui, dai lunghi capelli neri perennemente in disordine, gli occhi castano scuro che combattevano con i suoi azzurri cristallini, il seno leggermente abbondante, i fianchi poco pronunciati e le gambe slanciate, le mani piccole in confronto alle sue...aveva notato tutto di quella ragazza con una sola occhiata e nella notte mentre lei dormiva si era preso la libertà di osservarla in segreto, immaginandola mentre gli sorrideva, mentre parlavano, immaginava di baciarla fino a consumarle le labbra e immaginava le mani di lei che gli accarezzavano i capelli, desiderandole altrove. Quella notte aveva sognato di poter stringere a se Arwen e non lasciarla più andare.
Rise tra se pensando a se stesso in una relazione stabile, pensò agli sguardi sgomenti dei suoi migliori amici alla notizia e si immaginò anche la voce di Matt che gli diceva "Era ora fratello!".

-Scusami, tu sei The Rev?-

Una voce tremolante ma sicura le arrivò alle orecchie facendolo sobbalzare, era così tanto preso dai suoi pensieri da non essersi accorto della presenza di una persona affianco a lui, alzò lo sguardò e vicino a lui vide una ragazza, bionda, gli occhi verdi, il fisico magro coperto da dei jeans e un maglione marroncino.
Sorrise prima di rispondere alla domanda.

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