Demons they follow me

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Capitolo quattordici : Demons they follow me

"Quando ammettiamo ciò che siamo otterremo ciò che desideriamo"~Heaven

Passarono due settimane, due settimane intense e stressanti per tutti, la band continuava a registrare e incidere le nuove canzoni per l'album, decisero di chiamarlo semplicemente "Avenged Sevenfold" perché a detta loro era l'album che più li rispecchiava, c'era tutto e ogni singola canzone sembrava parlare di ognuno di loro in modi molto particolari. Ormai quei cinque passavano più tempo in studio che a casa e Arwen e Val stavano con loro per quanto potevano.
Arwen si era trovata un lavoro nella biblioteca di Huntington, amante com'era dei libri non poteva scegliere di meglio e poi stare nel silenzio più totale le piaceva e se trovava la giornata troppo noiosa disponeva di tutti i libri che voleva.
Brian era cambiato dall'ultima chiacchierata con la mora, aveva seguito i consigli dei suoi amici e aveva preso più volte degli appuntamenti dallo psicologo che seguì tempo prima Matt, ma nonostante gli prescrivesse degli psico-farmaci Brian non li prendeva regolarmente e questo suscitava sempre dei grandi problemi, in più si era fatto vivo il padre di Brian. Un pomeriggio, poco dopo la visita inaspettata del figlio, Brian Haner Senior aveva chiamato Val, trovando il numero della ragazza grazie a delle conoscienze del campo, essendo la manager del gruppo, la minacciò più volte dicendo che se Brian si fosse mai ripresentato avrebbe fatto causa alla band, spacciandoli per un gruppo di drogati e uomini pericolosi, Val si era fatta in quattro per proteggere i suoi ragazzi e ci era riuscita. Tutti insieme erano riusciti a sorvegliare Brian e fare in modo che non si avvicinasse più a quella casa, quella casa che era stata anche sua fino al suo ultimo anno di liceo.
Michelle continuava a sentire i ragazzi, a parte Brian, il legame era ancora saldo e loro erano grandi amici, successe più volte che i due si ritrovassero nella stessa stanza ma non si calcolavano e, quando tornavano a casa, lui cercava Jimmy, e lei piangeva anche l'anima nelle braccia della gemella e di Arwen.

Quel pomeriggio i ragazzi si trovavano in studio, Brian stava impazzendo per riuscire a fare l'assolo di "Afterlife", indubbiamente il più difficile che abbia mai scritto, Matt era ancora dentro la cabina di registrazione e continuava le sue parti vocali, Johnny era in procinto di addormentarsi e Zacky parlava tranquillamente con Jimmy.

-Cazzo, cazzo, cazzo!-, urlò ancora Brian fermando il suono della sua chitarra.

-Ehy bro, rilassati-, mormorò appena Zacky facendolo innervosire ancora di più.

-Rilassati?! Sono tre giorni che ci provo! Cazzo lo scritto io e non riesco a farlo!-

-Ci riuscirai Gates, e ti conviene riuscirci perché a quest'ora non possiamo più rielaborare il testo...manca solo il tuo assolo-

-Molto incoraggiante Sullivan-

-Grazie lo so-

In quel momento Matt si riunì al gruppo e iniziò a tossire con forza in cerca della sua bottiglia d'acqua, quando la prese ne bevve quasi la metà e si schiarí la gola.

-Oggi è una giornata no...-

-Perché?-

-Perché non riesco a cantare-

-Cazzo che merda-

-Puoi dirlo forte Johnny-

-Gates è in panico per il suo assolo, tu non riesci a cantare ...non so, ora magari portiamo Jimmy all'ospedale, Johnny rimane incinto e io svuoto il frigo-, disse Zacky tentando di smorzare la tensione creata.

-Ehy, perché devo andarci io in ospedale?!-, sbottò Jimmy prendendosi un'occhiataccia da Brian che lo fece zittire.

-E sotto quale pulpito io rimango incinto?-

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