Capitolo tre : Angels lie to keep control
"L'amore umano è spesso solo l'incontro di due debolezze" ~François Mauriac
Arwen tornò a casa correndo, aveva il fiatone e le facevano male le gambe per lo sforzo, aveva corso per venti minuti a perdifiato nella speranza di arrivare alla casa delle gemelle in fretta, la sua solitaria passeggiata in centro era stata rovinata a causa della pioggia, che si era presentata di punto in bianco accompagnata dai tuoni. Le piaceva il rumore della pioggia e amava camminare sotto di essa, ma quel giorno l'avrebbe voluta evitare, così si era ritrovata a correre per le strade di Huntington con tre borse colme di vestiti sul braccio sinistro e una borsa di cd musicali, con tanto si vinili, sulla destra, non potendo più tornare a casa dei suoi genitori per recuperare i suoi effetti personali si è dovuta adeguare, così con l'occasione si era chiusa nel negozio di musica della città per ore, osservando, scegliendo, pensando e amando tutti quei cd di band che hanno fatto la storia della musica.
Arrivata finalmente al portico della villa si fermò e si concesse un secondo per ricominciare a respirare, l'ultima volta che aveva corso così nemmeno se la ricordava più, mise la mano nella sua borsa a tracolla e tirò fuori le chiavi di casa aprendo velocemente la porta ed entrando. Il calore e il profumo di vaniglia della casa le invasero subito le narici donandole una sensazione di tranquillità e serenità, dopo essersi tolta il giubbino di pelle fradicio si diresse velocemente in camera sua per poter riporre tutti gli abiti nuovi nell'armadio, quanto ai cd iniziò a sistemarli in ordine su una mensola proprio sopra la scrivania.
Il suo pensiero andò alle gemelle, sapeva che erano fuori con i loro amici e sicuramente erano stati colti di sorpresa dal temporale, non si sarebbe meravigliata di ritrovarseli in casa di punto in bianco, nonostante questo sperava di sbagliarsi. È vero, non era per niente nella posizione di dettare legge, quella non era nemmeno casa sua, ma non aveva voglia di vedere gente nuova, non era di certo famosa per la sua semplicità nello stringere amicizie...
Sospirando decise di scendere in cucina per potersi fare un toast e nel momento stesso in cui finì di scendere la rampa di scale sentì delle urla dalla strada, fu una questione di pochi secondi prima che vide la porta di casa spalancarsi e sette figure correre dentro casa come pazzi.-Cazzo che pioggia!-
-I miei capelli...i miei poveri capelli!-
-Ahah, Gates sei peggio di una donna!-
-Zitto Jimmy! Guarda che disastro!-
-Bèh...forse dovevamo pensare a guardare le previsioni prima di organizzare un picnic-
-Nah, non ci sarebbe stato gusto...-
-Esatto, sai quante risate avremmo mancato se le avessimo controllate-
-Fanculo, erano anni che in California non si vedeva un tempo così-
Il trambusto era generale mentre Arwen guardava con insistenza quei cinque ragazzi, Michelle e Valary erano vicine al divano e Mich era accompagnata da Brian, quel ragazzo sembrava essere la sua ombra, lo aveva visto appena due ore prima e anche in quel momento era attaccato alla ragazza, ma nello stesso tempo sembrava una persona a abbastanza indipendente, passò lo sguardo sugli altri e notò che tutti erano ricoperti di tatuaggi su entrambe le braccia, c'era un ragazzo bassissimo che presentava una cresta in puro stile punk tutta ammosciata sulla testa a causa della pioggia, un altro era leggermente in carne ma pur sempre un bel ragazzo con gli occhi cerulei contornati da dell'ombretto rosso sangue che li risaltavano, vicino a lui c'era un ragazzo muscoloso con degli occhi verdi smeraldini meravigliosi e delle fossette adorabili ai lati della bocca che rideva per la battuta di uno dei suoi amici e poi, per ultimo, lo sguardo di Arwen cadde sull'ultimo ragazzo.
Rideva, aveva un sorriso splendido e spontaneo, i denti perfetti, un central proprio sotto il labbro inferiore, i capelli neri corvini tenuti in un'acconciatura insolita dove alcune ciocche ricadevani su quei meravigliosi occhi azzurri, la ragazza perse un battito nel vedere quelle due iridi e subito si ricordò di aver visto una foto di quel ragazzo, appena la sera prima, mai nella sua vita aveva visto degli occhi più intensi di quelli e lei ne aveva visti tanti, era quel tipo di rara persona che guardava ogni essere umano negli occhi indipendente dalla situazione. Il tempo sembrava essersi fermato, tutto sembrava svanito eccetto lei e quel ragazzo altissimo con un paio di manette tatuate intorno al collo.
"A quanto pare...la perfezione esiste", questo era il pensiero che balenò la mente della giovane, ma subito scosse la testa come a volerlo scacciare, ricordandosi che non si doveva mai giudicare un libro dalla copertina.
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Watch Over You
Fanfic-Chi ti credi di essere per poter venire qui a farmi il terzo grado!?-, sbottò la ragazza dai lunghi capelli corvini. -Non sono nessuno, solo uno che vuole aiutarti. Ti stai distruggendo e nemmeno te ne rendi conto-, rispose il batterista senza dist...