We are one

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Capitolo dieci : We are one

"Tonight you're my woman and I'm your man. I'm your man. We both know we're lonely when we hold each other tight but we won't ask forgiveness" ~ I'm your man (Bon Jovi)

-Prego, fa come se fossi a casa tua-

James si mise di lato alla porta d'ingresso in modo da far passare la ragazza e poi si chiuse la porta alle spalle. Arwen ora aveva modo di guardare meglio quella villa che già per una notte l'aveva ospitata.
Il salotto era molto ampio, forse anche più di quello delle DiBenedetto, al centro del pavimento vi era un tappeto nero con dei ricami finissimi blu, sopra ad esso un tavolino in legno scuro, c'erano due divani in pelle neri e davanti a loro un camino, la parete dietro ad esso era fatta in mattoni e sopra c'erano appese delle foto dei concerti della band e dei premi vinti dal musicista, poco più spostato dal camino c'era il televisore con annessi dvd e videogiochi vari. Dalla parte opposta svettava uno stereo e delle casse e subito affianco, in un mobiletto, erano riposti i vari cd musicali. Il salotto apriva la strada ad un corridoio, alle scale e ad una porta ad arco.
Il corridoio portava alla cantina e al garage, le scale al piano di sopra e la porta ad arco dava su una cucina in stile inglese che la ragazza non si sarebbe mai aspettata, per questo guardò il padrone di casa con uno sguardo divertito e quest'ultimo ridacchiò ammettendo che quell'arredamento era dovuto al fatto che lui aveva origini Irlandesi.

-È una bella casa-

-Diciamo che è enorme, a volte fin troppo-

-Si per essere grande è davvero grande, però da un tipo come te non mi sarei mai immaginata tutto questo-

-Vi ho sorpresa nuovamente-, sorrise vittorioso e la ragazza ricambiò felice quel sorriso.

-Vieni, ti mostro la parte migliore-

Prese la mano di Arwen lasciandola senza fiato e la guidò verso il corridoio, la ragazza scoprì che non dava solo al garage e alla cantina, bensì alla fine si trovava una porta finestra e dopo di essa il cortile interno e, poco più in là, l'Oceano.
Era una vista spettacolare e rilassante, il giardino era ben tenuto e presentava degli sdrai, una piscina, un alberello e una griglia per i barbecue, dopo tutto questo si stagliava quell'immensa lastra di acqua, facilmente raggiungibile grazie ad un sentiero costruito con delle pietre apposite. Il tutto era illuminato da dei piccoli lampioni da giardino sparsi un po' ovunque.

-Wow...-

-Già-

-Ora capisco perché ogni tanto sparisci-

-Ma no, ahah...però hai ragione, dovrei pensarci. Vuoi bere qualcosa?-

-Cosa mi offri?-

-Ho del vino di ottima annata in cantina, rosso, bianco e Champagne. Ma se vogliamo fare gli spartani ho anche birra, Jack e altri vari liquori-

-Mmh, direi che opto per un bicchiere di Jack con ghiaccio-

-Arriva tra due minuti-, Jimmy le fece l'occhiolino facendola ridacchiare e sparì di nuovo dentro casa lasciando Arwen da sola con i suoi pensieri.
La ragazza mosse dei passi verso uno sdraio e ci si sedette sopra in attesa, continuava a guardarsi intorno e a sentirsi strana, sentiva il cuore battere a mille e non ne capiva il motivo, o semplicemente non voleva ammetterlo a se stessa. Una cosa era sicura, con James si sentiva bene. Ma non bene come si sentiva con le gemelle o con il resto dei Sevenfold, no, si sentiva ancora più bene, come se la sua vita dipendesse da quel ragazzo dagli occhi cristallini e il corpo ricoperto da tatuaggi.
Decise di togliersi i tacchi che posò appena sotto lo sdraio, i piedi nudi a contatto con l'erba fredda del giardino le diedero un brivido e poco dopo vide Jimmy riapparire dalla porta finestra, nella mano sinistra teneva due bicchieri con del ghiaccio dentro e a destra la bottiglia di Jack Daniel's, anche lui si era tolto le All Star e si era sbottonato ancora di due bottoni la camicia, compresi i polsini che aveva deciso di sbottonare, si avvicinò alla ragazza con un leggero sorriso e le porse un bicchiere per poi riempirlo e fare lo stesso col suo.

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