Capitolo 27 [No.]

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Leggete lo spazio autrice, Thanks.

Zayn's povs.

Mi sta ormai coccolando da più di un'ora e continua a piangere sul mio petto per la gioia ma continuo a sentire qualche strano presentimento in lei.
Queste scene mi fanno sentire davvero amato,comunque. Cercherò di non pensare a quello che sto sentendo. A questo presentimento che ha lei.. Di preoccupazione. Penso si tratti di questo.
Un grazie speciale al mio papà, perché mi ha dato la forza di non mollare.

- Cosa hai visto, lì?

Sussurrò mentre le asciugai le lacrime, con il pollice.

-Ho visto un angelo, Char..

Dissi in un Sussurro sicuro di quello che avevo appena detto alla ragazza, mentre le accarezzavo la schiena, pensando a mio padre.

-Mi ha salvato.

Continuai a spiegarle mentre lei mi ascoltò incuriosita.

-E com'era..?

Tirò su con il naso e mi strinse facendo attenzione.

-Era bello.. Era forse il mio papà..
Chiusi gli occhi sorridendo, ancor più sicuro.

-l'ho rivisto dopo tanti anni, ed era felice Char...

Rimasi con gli occhi chiusi ma riuscii a percepire il suo sguardo dolce e sorridente ora, senza preoccupazioni, sul mio marcato da diverse ferite e lividi.

-Non ho parole... È stata una grande emozione.

Non smisi di raccontare e ripresi il lungo discorso.

-Era tutto così nero?

Mi chiese mentre segnava con le sue dita sottili dei cerchi immaginari sul mio petto nudo.

-Si, penso che sia una parte della mia vita, che poi è stata illuminata.

Spostai l'attenzione sui suoi capelli che accarezzai.
Dio, quanto mi era mancata.

-È tutto così.. Così stupefacente.

Mi confessò, mentre mi baciò la guancia.

-Ho avuto paura.

Continuò a parlare con la voce impaurita... Impaurita magari di rivedere quelle scene.
Nessuno si era mai preoccupato in questo modo, di me.

-Per cosa, piccola?

Le chiesi ingenuamente mentre continuavo a giocare con le sue ciocche dorate e morbide.

-Di non aver potuto più vedere i tuoi occhi.

Mi guardò schiudendo le labbra, accennai un sorriso sincero.

Quelle parole mi colpirono tantissimo. Voglio dire, i miei occhi banali contavano davvero per qualcuno.
Un calore d'affetto attraversò il mio corpo mal ridotto e mi spinse a premere le labbra sulle sue soffici e delicate.

sentii una sua piccola mano che si poggiò a me, e dalle mie labbra unite alle sue, uscì un gemito di dolore.

-Ti ho fatto male?

Mi chiese, fermandosi all'istante con la mano sul petto.

-No, sta tranquilla.

Mi limitai a mentire e a sorriderle con dolcezza.

Non volevo che si staccasse da me, non volevo.

Mi guardò con occhi incuriositi, grandi e scuri come quelli di un cerbiatto.

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